Eletta la nuova Presidenza del CCEE e Messaggio finale Assemblea Plenaria CCEE

L’arcivescovo di Vilnius, Monsignor Gintaras Linas Grušas, Presidente della Conferenza Episcopale della Lituana è il nuovo Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE). 

Eletta la nuova Presidenza del CCEE e Messaggio finale Assemblea Plenaria CCEE

Lo hanno eletto i  Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa riuniti a Roma in Assemblea Plenaria.

Monsignor Gintaras Linas Grušas, 60 anni, subentra come Presidente al Cardinale italiano Angelo Bagnasco, che ha guidato il CCEE, dal 2016 al 2021. Sono stati eletti anche i due nuovi Vice Presidenti: il Cardinale Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo, e S.E. Monsignor Ladislav Német, Presidente della Conferenza Episcopale Internazionale dei Santi Cirillo e Metodio in Belgrado. 

Messaggio finale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa in Assemblea Plenaria nel Cinquantesimo della sua Istituzione

Popoli e Nazioni d’Europa, noi, vescovi della Chiesa Cattolica uniti al Santo Padre Francesco, a voi apriamo i nostri cuori e vi rinnoviamo la stima e l’affetto di Padri e Pastori.
Siamo convenuti in Roma per il 50° Anniversario del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), Organismo che San Paolo VI volle dopo il Concilio Vaticano II come segno ulteriore di attenzione e vicinanza ecclesiale all’amato
Continente.

Accanto alla venerata tomba dell’Apostolo Pietro, fortificati dalla sua viva testimonianza, e confermati dalle parole del Sommo Pontefice Francesco, ci rivolgiamo a voi, cari Fratelli e Sorelle, per dirvi che siamo con voi, e che la nostra missione ci sospinge a camminare insieme verso il futuro di un Continente che nasce da un destino di bellezza e di civiltà, di bontà diffusa e consolidata nei cuori, nelle tradizioni, nelle lingue: in sostanza, in un comune sentire, in un’anima.
Come è noto, la storia europea è un intreccio armonico di peculiarità che hanno trovato sintesi e compimento nella persona di Cristo, Redentore del mondo. È, questo, un dono che la Provvidenza ha fatto con l’arrivo degli Apostoli Pietro e Paolo, con la testimonianza di fede fino al sangue, ed ha irrorato ogni dove attraverso vie e ponti, scambi e ricerca, liturgia e la comune fede. Quasi che Gerusalemme e Atene dovessero trovare il proprio approdo a Roma.

Le sfide dei tempi, come la difficoltà di dialogare, la diffidenza nell’incontro con l’altro, la cultura materialista dominante, incalzano sia la fede cristiana che la religione, e in genere la civiltà umana. Non dobbiamo temere ma essere uniti, e noi - come Pastori e Cittadini - camminiamo con voi, singoli, famiglie, Popoli, Nazioni, per essere servitori della vostra gioia. O Genti che ci ascoltate, la nostra voce non è potente, ma porta l’eco dei secoli: ha un solo nome da annunciare sui tetti di ogni dove, Gesù Cristo. Egli è la vera speranza dell’Europa poiché è la verità, e solo la verità rende liberi.

Il Santo Padre Francesco non cessa di ricordare che ci si salva insieme, e di questo messaggio l’Europa ha grande bisogno. Ci ha invitato a intraprendere il cammino sinodale per metterci in ascolto di tutti. Da subito ci adoperiamo a organizzare una riflessione continentale e aspettiamo con fiducia di ascoltare cosa ci diranno i popoli europei. Quando si cammina insieme, quando si ha una meta comune, cresce la stima vicendevole, si sviluppa la pazienza, chi è più avanti incoraggia, misura il passo e non si impone. Ma la meta dev’essere chiara, solida e bella, cioè alta, capace di affascinare, di superare difficoltà e stanchezze, di sprigionare le energie migliori di ogni protagonista.

Nessuno tema il Vangelo di Gesù: esso ci parla dell’uomo e di Dio, garante della dignità umana, ricorda che nessuno è solo né deve esserlo, che i più deboli devono avere uno sguardo preferenziale. Ricorda che non esiste libertà senza l’altro, né progresso, poiché ognuno è un bene per tutti: persone, famiglie e Stati. Il punto di sintesi di questo camminare insieme sta in ciascuno come desiderio e in Dio come Principio: Egli non è geloso della creatura umana, del suo desiderio di gioia e di infinito. Ne è piuttosto il principio e il destino.

In questo Anniversario tanto caro invitiamo tutti in Europa: camminiamo insieme. Le nostre parole sono quelle della fede, e anche quelle della vera ragione: provengono dalla medesima Fonte, la Parola del Padre, Cristo Signore. Dove c'è Lui non ci sono periferie dimenticate: li si trovano Dio, i credenti, persone di buona volontà.
Con voi alziamo lo sguardo avanti, lontano, per non perdere la strada e non fermarci nei rivoli della storia. Insieme si vede meglio e si cammina umili verso orizzonti di luce e di pace.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Comunicato stampa