La grazia e la salvezza. Cos’è la “grazia” e quali sono i suoi effetti nella vita cristiana?

La grazia impianta nelle anime una vita soprannaturale, celeste, divina, la vita dei figli di Dio, rigenerati dallo Spirito Santo.

La grazia e la salvezza. Cos’è la “grazia” e quali sono i suoi effetti nella vita cristiana?

Fin dall’inizio Dio ha manifestato un piano-progetto per l’uomo. La Bibbia lo esprime in termini di un’alleanza, e quindi crea esseri capaci di entrare in dialogo con Lui e li invita a una coalizione di amicizia e di filiazione. Nell’ Antico Testamento la parola “grazia” non è presente esplicitamente ma c’è già una comprensione in tal senso, esiste la consapevolezza di essere popolo di Dio e della relativa elezione fatta liberamente, attraverso un patto indissolubile e infrangibile per mezzo dell’amore e della misericordia. Gli Ebrei sperimentano questa realtà come un atteggiamento benevolo di Dio che li ha scelti e li ha accompagnati nella loro storia. Questa libera scelta (Grazia) si identifica con la storia dell’Alleanza. In che modo si attua? Nell’Antico Testamento si concretizza in pace politica, benessere sociale, liberazione, in modo tale che la grazia non è un mezzo per la salvezza, ma equivale alla salvezza stessa, che Dio concede all’uomo liberamente. Nel Nuovo Testamento la grazia è presentata come l’evento definitivo della salvezza. Dio è colui che salva l’uomo dalla sua perdizione, attraverso l’opera di Cristo. Questo evento si esprime in varie forme, come riabilitazione dei peccatori, santificazione dell’uomo, vita nuova, partecipazione alla natura divina. La grazia è fondamentalmente una benignità, un favore, una benevolenza di Dio: è Dio stesso che si rivolge all’uomo con amorevole misericordia, per porgergli sé stesso, per offrirgli la sua amicizia. Nei Vangeli sinottici, il regno dei cieli e la chiamata a seguire Gesù sono presentati come pura grazia e come iniziativa di Dio Padre, che ama e perdona, l’uomo è figlio e non servo. San Paolo usa spesso ed esplicitamente il termine grazia (cháris). Per lui l’individuo è libero di accettare l’offerta di grazia, assumendosi la responsabilità di vivere in modo coerente al Vangelo, ma può anche rifiutarla. Per San Paolo la grazia non è qualcosa ma un qualcuno: Cristo stesso che è dato a noi gratuitamente, che ci salva. D’altra parte, il più grande ostacolo che la Grazia può incontrare è l’autosufficienza umana, che ritiene di non aver bisogno di niente e di nessuno. Nello stesso momento in cui la grazia perdona e distrugge il peccato, opera la santificazione e il rinnovamento dell’uomo interiore e infonde in lui le tre virtù teologali (fede, speranza e carità). La grazia impianta nelle anime una vita soprannaturale, celeste, divina, la vita dei figli di Dio, rigenerati dallo Spirito Santo. La vita naturale dell’anima, quella che la distingue dagli animali, consiste negli atti della ragione e della volontà. La vita soprannaturale è l’attività che procede dalle facoltà della ragione e della volontà, trasfigurate dalla grazia e trasformate.  Le virtù infuse, invece, sono simili alla fecondità di cui possiamo dotare un albero con l’innesto di una specie diversa e più nobile. L’effetto principale è quello di far produrre alla nostra anima frutti di una specie molto superiore e più nobile. Ma poiché non eliminano subito tutte le tendenze malvagie e tutte le debolezze della nostra natura, dobbiamo, con l’aiuto di Dio, rimuovere da noi gli ostacoli alla vita, basandoci sulla grazia che ordinariamente e preminentemente ci viene offerta dalla Chiesa.

Paolo Morocutti

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Fonte: Sir