Maria e Giuseppe, due fidanzati speciali. Insieme, i due innamorati accettano un disegno che è diverso da quello che si potevano immaginare

Mentre Maria concepiva nel grembo, Giuseppe concepiva attraverso i sogni, attraverso l’infinita docilità di chi si affida ad un mistero che lo sovrasta ma non lo annichilisce.

Maria e Giuseppe, due fidanzati speciali. Insieme, i due innamorati accettano un disegno che è diverso da quello che si potevano immaginare

Fra pochi giorni è di nuovo Natale! Se possiamo ancora celebrare la prima venuta del Signore nella storia lo dobbiamo alla libertà di una coppia di fidanzati; non solo all’incommensurabile sì di Maria, ma anche all’accoglienza silenziosa e profonda del suo promesso sposo, Giuseppe, la cui figura quest’anno abbiamo celebrato in modo particolare. Sovvengono le parole che scriveva il servo di Dio Monsignor Tonino Bello: “Giuseppe, io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull’onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura. Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto, in te e in lei”. È in questo vincolo d’amore che Gesù nasce, è in questo legame più forte di ogni paura che Dio può farsi carne. Talvolta la legittima devozione mariana ha fatto sì che la figura di Giuseppe venisse messa un poco a margine, ma oggi siamo consapevoli che il ruolo del padre putativo del Signore è stato determinante ben prima che nascesse. Mentre Maria concepiva nel grembo, Giuseppe concepiva attraverso i sogni, attraverso l’infinita docilità di chi si affida ad un mistero che lo sovrasta ma non lo annichilisce.

Insieme, i due innamorati – perché di questo si tratta –, accettano un disegno che è diverso da quello che legittimamente avevano potuto immaginarsi. Per loro si prospetta un discernimento arduo, anzi drammatico; non dimentichiamo che Maria poteva essere sottoposta a lapidazione per quello che era avvenuto in lei. I due accettano un cammino fatto di incomprensione e giudizio anche dai famigliari più vicini, nonché da tutta Nazareth. Giuseppe e Maria sono persone semplici eppure straordinariamente capaci di accogliere la Parola fino al punto di farla nascere in loro e da loro, a dispetto di ogni giudizio e pregiudizio, contro ogni logica del mondo, anche quella più religiosa e giusta secondo i parametri degli uomini. Talvolta si è detto che indicare la Sacra Famiglia come modello per tutti gli sposi sia qualcosa di utopico e addirittura frustrante e invece la loro è una testimonianza di fede e di amore che perennemente elargisce Grazia a chi vuole seguirne i passi. In essi possiamo scorgere la fecondità creativa di chi fidandosi infinitamente di Dio, si dona all’altro senza limiti. Nel loro vincolo riconosciamo il germe di una castità che sempre si rinnova e a cui ogni coppia può abbeverarsi. Oggi ancora possiamo contemplare i loro passi che il Vangelo ci trasmette in un racconto che si fa vita ogni volta nuova. Viene naturale rivolgersi in preghiera a questi due giovani, voler sperimentare i loro sentimenti, cimentarsi nelle loro virtù. I dogmi mariani potrebbero farci credere che Maria, l’Immacolata e il suo sposo Giuseppe siano irraggiungibili, ma dovremmo forse accettare nel contempo che il Signore sceglie la loro piccolezza, la loro umanità, quella che anche noi condividiamo.

A ciascuno, quindi, come battezzato, è possibile far nascere Cristo in sé per portarlo ai fratelli. Questo mistero è grande, ma tangibile. La famiglia umana vede in quella di Nazareth non un archetipo inarrivabile ma come una strada da percorrere, un riferimento per l’andare, la concretizzazione sotto sembianze del tutto umane di quell’amore trinitario che esiste fin dal principio. Non preoccupiamoci di quanta strada abbiamo ancora da percorrere, ma affidiamoci a questa sovrabbondante circolazione d’amore che vede nella famiglia il suo veicolo preferenziale, la casa, la dimora in cui scendere e stare. I genitori di Gesù sono sposi che hanno vissuto la prova della paura, dell’incomprensione, della precarietà e del pericolo, ma questi ostacoli non hanno prevalso. Maria e Giuseppe sono soprattutto due coniugi che della loro fiducia in Dio hanno fatto la chiave per aprirsi totalmente alla Sua volontà e donandosi così, hanno offerto al mondo il suo Redentore.

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Fonte: Sir