Pane e Parola. Al patrono di Vienna è legato un pane particolare, il “Klemensweckerl” (‘rotolo di Klemens’)

Sulle orme del santo redentorista, “Apostolo di Vienna”, anche la Chiesa viennese ha cercato in queste settimane nuove vie per mantenere viva e rendere attuale la figura e l’opera di s. Klemens Maria.

Pane e Parola. Al patrono di Vienna è legato un pane particolare, il “Klemensweckerl” (‘rotolo di Klemens’)

Difficoltà e ostacoli sono sempre stati una costante nella sua vita. Si impara infatti da subito cosa significa la parola “essenziale”, quando a darti il benvenuto al mondo trovi otto tra fratelli e sorelle e, qualche anno dopo ti unisci anche tu al gruppo per salutare la nascita di altri tre fratelli. Anche studiare diventa un’impresa, soprattutto se la tua è una famiglia povera e rimani orfano di padre a soli 7 anni. Diventare sacerdote? Un sogno. E poi le grandi difficoltà dopo la Rivoluzione Francese, le guerre napoleoniche, gli anni della riforma Giuseppina, le persecuzioni e la fame sempre lì, accucciate in agguato sull’uscio di casa. Eppure nulla di tutto questo lo ha mai scoraggiato né fermato. Non lo ha fatto nemmeno il coronavirus, che agli inizi di marzo ha fatto saltare all’improvviso tutte le celebrazioni in programma per il 15 marzo scorso, bicentenario della sua morte.

L’arcidiocesi e la città di Vienna erano pronte a festeggiare s. Klemens Maria Hofbauer (26 dicembre 1751 – 15 marzo 1820), patrono della capitale austriaca e protettore dei panettieri, quando anche a nord del passo del Brennero è arrivato il lockdown.

Tre le caratteristiche di s. Klemens Maria, su cui il card. Schönborn si è soffermato in questi giorni sui social. “È stato un uomo profondamente innamorato di Cristo e questo amore brillava ed era il sole caldo che attirava la gente. S. Klemens Maria ha guardato alla persona nella sua interezza – ha ricordato l’arcivescovo di Vienna –. Per lui la cura pastorale è sempre stata anche la cura delle persone, dei bisogni spirituali e intellettuali, dei buoni libri, ma anche del buon cibo: le emergenze sociali erano per lui un richiamo tanto quanto i bisogni spirituali della gente. Il secondo elemento della sua forza missionaria è stato il trasmettere la sua personale esperienza di fede. E non da ultimo, ha avuto il coraggio di provare qualcosa di nuovo, trovando nuovi metodi e forme di evangelizzazione, che con creatività hanno rinnovato la città di Vienna”.

Sulle orme del santo redentorista, “Apostolo di Vienna”, anche la Chiesa viennese ha cercato in queste settimane nuove vie per mantenere viva e rendere attuale la figura e l’opera di s. Klemens Maria.

Annullati i pellegrinaggi a causa del coronavirus, grazie alla radio la preghiera e le celebrazioni sono arrivate puntuali nelle case. Sussidi e materiale per i più piccoli sono stati messi a disposizione sulla homepage dell’arcidiocesi. Ma non è tutto. S. Klemens Maria si è sempre preoccupato di venire incontro anche ai bisogni materiali delle persone. I suoi biografi narrano che quando non aveva niente da dare da mangiare ai tanti orfani che si presentavano alla porta della comunità redentorista a Varsavia, lui scendeva in chiesa ed andava a bussare al tabernacolo dicendo: “Signore, adesso devi aiutarci tu!”. Pregava con insistenza, ma non restava certo con le mani in mano. Si rimboccava le maniche e faceva il panettiere, mestiere imparato quando ancora era adolescente e che gli ha permesso di vivere, studiare e diventare sacerdote. Mestiere grazie al quale ha potuto sfamare tanta gente, prima nel monastero dei Padri Bianchi di Kloster Bruck e poi nella missione che col confratello redentorista Thaddeus Huebi aveva fondato a Varsavia. Al patrono della capitale austriaca è legato un pane particolare, il “Klemensweckerl” (‘rotolo di Klemens’) che i panettieri di Vienna hanno preparato e messo in vendita dal 13 marzo al 25 aprile. Per ciascuno di questi pani profumati al cumino che sono stati venduti, 20 centesimi sono stati devoluti a “Momo”, il servizio mobile di cure palliative pediatriche che la Caritas di Vienna ha avviato nel marzo 2013. Venerdì scorso, 5 giugno, la consegna ufficiale dell’assegno: 7.500 euro. Un rapido conto e si scopre che in poco più di un mese sono stati venduti 37.500 “Klemensweckerl”.

Sembra quasi vederlo, s. Clemens Maria, sorridere sulla pagina Facebook dell’arcidiocesi di Vienna, nella foto scattata nella chiesa di Maria am Gestade a Vienna – dove riposano le sue spoglie – insieme al sindaco della capitale austriaca Michael Ludwig, al vicario generale Nikolaus Krasa e a Elisabeth Steiner, e a Elisabeth Steiner di Momo.

E sembra quasi di sentirlo ripetere anche oggi quelle parole che mai si stancava di ricordare nei momenti di difficoltà: “Lasciatevi guidare da Dio e tutto andrà bene”.

PS: per i lettori che in queste settimane di lockdown hanno scoperto il piacere del mettere – letteralmente – le mani in pasta, ecco la ricetta degli originali “Klemensweckerl”, messa a disposizione dal panificio Grimm e pubblicata sulla homepage dell’arcidiocesi di Vienna.

Ingredienti per 15 panini (circa):

250 gr di farina di grano tenero; 250 gr di farina di segale; 1 cubetto di lievito di birra; 1,5 cucchiai rasi di zucchero; 2 cucchiaini rasi di sale; 2 cucchiai di semi di cumino; 400 ml di acqua tiepida.

Procedimento:

In una piccola ciotola sciogliere lo zucchero in circa 50 ml di acqua e aggiungere il lievito sbriciolato, mescolando finché non si è ben sciolto. Mescolare la farina, il sale, il cumino e aggiungere poi il composto di zucchero, acqua e lievito. Aggiungere a poco a poco la restante acqua. Far lievitare il composto in un luogo caldo per 15 minuti. Rimpastare quindi con delicatezza il pane, così da far uscire i gas della lievitazione. Farlo lievitare altri 15 minuti. Il composto ottenuto è molto morbido. Su un piano infarinato impastarlo velocemente e ricavarne 15 panini, che vanno poi lavorati per realizzare la tipica forma “a caramella” (con una pancia più spessa al centro”. Posizionare i panini su una teglia coperta da carta da forno. Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 25 minuti. Per evitare che il pane si secchi, mettere sul fondo del forno un pentolino con dell’acqua.

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Fonte: Sir