Papa Francesco: "La Chiesa è chiamata ad uscire per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo"

Si conclude la visita di Papa Francesco in Irlanda. “Fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia” su abusi. E sui migranti: “Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero”. Alle famiglie: "Possiate tornare alle vostre case e diventare fonte di incoraggiamento per gli altri, per condividere con loro ‘le parole di vita eterna’ di Gesù"

Papa Francesco: "La Chiesa è chiamata ad uscire per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo"

Se siamo onesti con noi stessi, possiamo anche noi trovare duri gli insegnamenti di Gesù. Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà”. Così Papa Francesco nell’omelia della messa al Phoenix Park di Dublino. Per il Santo Padre, ” la Chiesa nel suo insieme è chiamata ad ‘uscire’ per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo. Possa la nostra celebrazione di oggi confermare ciascuno di voi, genitori e nonni, bambini e giovani, uomini e donne, frati e suore, contemplativi e missionari, diaconi e sacerdoti, nel condividere la gioia del Vangelo! Possiate condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!”.

La Chiesa in Irlanda ha attraversato momenti difficili. La gente è stata ferita nel profondo dell’essere da persone di Chiesa; la fede della gente è stata messa alla prova e la Chiesa di Gesù Cristo è stata ferita. Questa croce, che oggi domina il nostro raduno, è un simbolo. Probabilmente non è mai stata pensata per essere un perenne monumento commemorativo. Ci sono stati momenti in cui la gente ha chiesto di rimuoverla. E momenti in cui questa Croce è apparsa isolata del tutto nella desolazione dell’inverno irlandese”. Così mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda, nel discorso di benvenuto rivolto a Papa Francesco in apertura della messa al Phoenix Park. “Oggi siamo riuniti attorno alla stessa croce sperando una primavera per la Chiesa irlandese. Guardiamo verso un sole primaverile che non vuole nascondere la durezza dei giorni bui. Desideriamo piuttosto aiutare le famiglie a rendersi conto di nuovo che il futuro dell’Irlanda, per mostrarsi nuovamente in tutta la sua essenzialità e la sua speranza, ha bisogno della luce del messaggio di Gesù Cristo”. “Se io dicessi – ha concludo – che la fede in Irlanda è forte e contemporaneamente che la fede in Irlanda è fragile, ciò potrebbe sembrare un paradosso. C’è una intrinseca fragilità della fede che può tenerci lontani dall’arroganza e dall’egoismo e farci viaggiare con Gesù anche quando gli altri “smettono di andare con lui”, come ci ricorderà la lettura odierna del Vangelo”.

“Come uno dei frutti di questa celebrazione della vita familiare, possiate tornare alle vostre case e diventare fonte di incoraggiamento per gli altri, per condividere con loro ‘le parole di vita eterna’ di Gesù. Le vostre famiglie infatti sono sia un luogo privilegiato sia un importante mezzo per diffondere quelle parole come ‘buone notizie’ per ciascuno, specialmente per quelli che desiderano lasciare il deserto e la ‘casa di schiavitù’ per andare verso la terra promessa della speranza e della libertà”. Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa al Phoenix Park di Dublino. “L’amore che abbiamo conosciuto in Gesù Cristo”, ha spiegato, si è “incarnato nel nostro mondo mediante una famiglia, e mediante la testimonianza delle famiglie cristiane in ogni generazione ha il potere di infrangere ogni barriera per riconciliare il mondo con Dio e fare di noi ciò che da sempre siamo destinati a essere: un’unica famiglia umana che vive insieme nella giustizia, nella santità e nella pace”. “Il compito di dare testimonianza a questa Buona Notizia non è facile”, ha proseguito il Papa, e “naturalmente, ci saranno sempre persone che si opporranno alla Buona Notizia, che ‘mormoreranno’ contro le sue ‘parole dure’. Tuttavia, come San Colombano e i suoi compagni, che affrontarono acque ghiacciate e mari tempestosi per seguire Gesù, non lasciamoci mai influenzare o scoraggiare dallo sguardo gelido dell’indifferenza o dai venti burrascosi dell’ostilità”.

“Se siamo onesti con noi stessi, possiamo anche noi trovare duri gli insegnamenti di Gesù. Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà”. Così Papa Francesco nell’omelia della messa al Phoenix Park di Dublino. Per il Santo Padre, ” la Chiesa nel suo insieme è chiamata ad ‘uscire’ per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo. Possa la nostra celebrazione di oggi confermare ciascuno di voi, genitori e nonni, bambini e giovani, uomini e donne, frati e suore, contemplativi e missionari, diaconi e sacerdoti, nel condividere la gioia del Vangelo! Possiate condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!”.

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Fonte: Sir