29 aprile. Don Mario Ceccato, l'entusiasmo dei cent'anni

Lucido e ancora pieno di ardore, il decano dei sacerdoti della Diocesi di Padova arriva a questo importante traguardo nella “sua” Galzignano Terme, circondato dall’affetto della comunità parrocchiale che ha servito per sessant’anni. 

29 aprile. Don Mario Ceccato, l'entusiasmo dei cent'anni

«Cosa volete fare un articolo su di me, ma siete matti? Dai!». Il tono di don Mario, forte e deciso, riesce a essere burbero e allo stesso tempo simpatico, quasi affabile. Potenza di un carattere forgiato da una vita all’insegna del servizio e del sacerdozio.

Il 29 aprile don Mario Ceccato, nato nel 1920 a San Giorgio delle Pertiche, compie cento anni: lo fa nella “sua” Galzignano Terme, accudito dalla sorella Fernanda e circondato dall’affetto della comunità parrocchiale che ha seguito per decenni.

Data l’emergenza sanitaria per il Coronavirus non sono previsti festeggiamenti come quelli di due anni fa, in occasione del 75° anniversario dell’ordinazione sacerdotale e del 60° dall’arrivo nel cuore dei Colli euganei. «Sto affrontando la quarantena come tutti, a casa – racconta don Mario – Forse rispetto ad altri faccio meno fatica perché ormai mi muovo poco: per tutto ho bisogno di qualcuno che mi aiuti».

Non è stato sempre così: «Fino a tre anni fa don Mario era attivissimo – spiega don Danilo Isati, da 16 anni parroco a Santa Maria Assunta di Galzignano – ogni giorno celebrava la sua messa, compresa la domenica mattina alle 8. E prima mi sostituiva benissimo: ogni tanto mi diceva “hai bisogno di riposarti, faccio io se ti fidi”. Sempre però un passo indietro: mai di ostacolo alla mia azione pastorale ma sempre di appoggio e sostegno. Don Mario per me è la saggezza: quante volte gli ho chiesto consigli…».

Non molti possono vantare un’esperienza che deriva da quasi 77 anni di sacerdozio. Don Mario viene infatti ordinato il 24 giugno 1943, festa del Corpus Domini, con l'imposizione delle mani da parte del vescovo Carlo Agostini. Di lì a poco viene inviato al Carmine, a Padova, dove come tutti i preti della Diocesi assiste e conforta la popolazione nei rifugi antiaerei. Dopo la guerra arrivano le esperienze pastorali a Legnaro, Monselice e Ponte di Brenta, prima di arrivare nel 1949 al collegio vescovile Barbarigo, dove fino al 1952 è vicerettore. «Qui il suo percorso si incrocia con quello di mons. Antonio Zannoni, vero e proprio profeta della scuola cattolica – dice l’attuale rettore del Barbarigo, mons. Cesare Contarini – e con quello di don Floriano Riondato, che con i suoi 99 anni è il secondo sacerdote più anziano della Diocesi. Evidentemente l'aria del Barbarigo ha fatto bene ad entrambi: auguri don Mario, ad multos annos!».

Dopo gli anni presso la scuola diocesana don Ceccato passa per Thiene e Montegrotto, prima di arrivare definitivamente a Galzignano Terme, dove celebra la prima messa l’8 dicembre 1957. Qui da oltre sessant'anni vive senza interruzioni la sua esistenza e il suo ministero. Con una passione particolare per il canto, che lo porta nel 1968 a fondare quello che poi diventerà il noto coro Monte Venda. Secondo Giuliano Sinigaglia, attuale presidente, «si è trattato di un’intuizione fantastica, anche perché poi è stato proprio don Mario a chiamare il maestro Gianni Malatesta, fondatore di una scuola musicale che ha portato voci dei Colli euganei in tutto il mondo».

Negli anni Don Mario si prodiga per la sua comunità parrocchiale: «L’ho incontrato la prima volta nel 1961, quando mi ha battezzato – scherza Agostino Olivato, amico e parrocchiano – Ci faceva catechismo e insegnava religione nelle scuole del paese, elementari e medie. A 15 anni sono entrato nel coro, poi negli anni ci siamo ritrovati in patronato con l’Azione cattolica, infine con lui ho seguito anche il corso per fidanzati. Sempre discreto ma molto presente, pronto a fare le domande giuste per farti riflettere. Ed era anche un grande giocatore di ping pong: durissimo da battere anche con quarant’anni in meno».

La forza di don Mario Ceccato è nel fisico e nel carattere: tantissimi ricordano le sue energiche strette di mano, così come l’entusiasmo e la passione nelle omelie (durante le quali spesso si scaldava). Forza ed entusiasmo che oggi si stemperano nella lucida consapevolezza del proprio percorso. «Ho un senso di gratitudine immenso – conclude don Mario – Da parte di Dio ho visto solo fedeltà, da parte mia c’è solo miseria. Ma gli dico grazie un miliardo di volte: soprattutto di avermi chiamato a servirlo come sacerdote. Quanto grande è questo dono. Ogni giorno che Dio mi dà è per aiutarmi ad andare al paradiso; potrebbe venire a prendermi anche stasera: gli direi il mio sì sorridendo».

(il servizio completo sui cent'anni di don Mario Ceccato è stato pubblicato sulla Difesa del 10 maggio 2020)

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