Adolescenti in piazza con papa Francesco. Lunedì 18 aprile a san Pietro: in 400 da Padova

Lunedì 18 aprile oltre 50 mila ragazzi, dai 12 ai 17 anni, saranno a Roma per condividere un momento di ascolto e preghiera con il papa Circa 400 arriveranno dalla Diocesi di Padova. Don Alberto Sonda: «Questo pellegrinaggio li rimette al centro e invita le comunità a farlo»

Adolescenti in piazza con papa Francesco. Lunedì 18 aprile a san Pietro: in 400 da Padova

Il papa chiama e gli adolescenti rispondono con un pellegrinaggio a Roma, il 18 aprile, lunedì dell’Angelo. La proposta si intitola #seguimi, è lanciata dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile, ed è rivolta ai ragazzi fra 12 e 17 anni per condividere un momento di ascolto e di preghiera. L’adesione è libera e dalla nostra Diocesi sono previsti 400 ragazzi. «La proposta – racconta don Alberto Sonda, collaboratore dell’ufficio di Pastorale giovanile per l’ambito degli adolescenti e assistente del Movimento studenti di Azione cattolica – rispondeva a un desiderio che c’era nell’aria e che era stato messo a tema già con il progetto nazionale “Seme divento. La comunità cristiana incontra gli adolescenti”. Di adolescenti nel post pandemia se ne parla da tempo: insieme agli anziani, sono la fascia che ha più sofferto, che ha pagato per la poca possibilità di autonomia, i vari isolamenti e chiusure, la dad e a volte la poca capacità degli insegnanti di gestire questo strumento. C’era bisogno di dedicarsi a questa fascia d’età e la proposta di Roma dà visibilità a questa attenzione. Ci sono tanti ragazzi che hanno voglia di ripartire e di vivere esperienze che fanno bene». Lanciata quasi come un esperimento, con aspettative di raggiungere le 20 mila adesioni, la proposta è stata accolta con grande entusiasmo, tanto che i numeri ipotizzati sono più che raddoppiati: oltre 50 mila le presenze raggiunte. «Questa partecipazione massiccia è bella; è un segno che ha qualcosa da dirci – continua don Sonda, che accompagnerà una ventina di studenti del Msac che si sono uniti a una quarantina di ragazzi di Villa Estense – Come Diocesi di Padova abbiamo fatto la scelta di non organizzarci in modo centralizzato, ma rimandare alle varie parrocchie, sia per l’incertezza della partecipazione, sia perché volevamo che le varie realtà potessero fare squadra, riattivarsi. Per alcune è stato più faticoso: l’impressione generale è che la pandemia abbia lasciato un segno, la difficoltà cioè a uscire, ma c’è la voglia di vedersi e stare insieme». Un pellegrinaggio che è comunione fraterna, occasione di pastorale, e soprattutto opportunità per ridare spazio a questi ragazzi. Appuntamento che porta con sé un po’ di follia, coraggio e passione, tre aspetti che ben si integrano con l’adolescenza. Ritrovarsi in piazza San Pietro, in così tanti, ha sicuramente un che di “insolito”, ma è anche un invito chiaro a rimettersi in cammino, con coraggio e passione. Dalla parrocchia del Duomo di Thiene partecipano una quarantina di ragazzi. «È proprio un segno di ripartenza e speranza – sottolinea don Luca Gottardo, il vicario parrocchiale – perché le esperienza di comunità sono sempre forti e poi c’è grande attesa per quello che dirà papa Francesco. Sarà anche un’esperienza spirituale per rinnovare la propria fede che per gli adolescenti è quasi qualcosa di ideale, ma va vista come una provocazione a chiedersi: io, chi seguo nella mia vita? Hanno bisogno di riferimenti, anche se non lo dicono, e hanno bisogno di fare esperienze più grandi che facciano vedere la strada da seguire perché sono smarriti, scombussolati, bisogna aiutarli a volgere lo sguardo verso il buono».

La parrocchia di Conselve invece ha dato vita a una “specie” di gemellaggio con Terrassa Padovana e Carpanedo: sono una cinquantina fra ragazzi e animatori, e, oltre all’appuntamento in piazza San Pietro, in programma c’è anche la visita alle suore di Madre Teresa vicino al Colosseo. «È bello che il papa abbia scelto proprio gli adolescenti – evidenzia don Alberto Pastorello, diacono a Conselve – Roma è centro della nostra fede e i santi Paolo e Pietro sono bei testimoni da conoscere per la fede. Gli adolescenti, oltre al gioco e al divertimento, hanno sete di fare qualcosa che possa lasciare un segno». «Quella in piazza, con il papa, sarà una giornata spensierata, per fare nuove amicizie – dice Sara Baruto, una delle animatrici di Conselve – I ragazzi hanno voglia di scoprire il mondo, di conoscersi, viversi, sono curiosi, c’è grande speranza per questo pellegrinaggio». Ben 140 gli iscritti dal vicariato di Legnaro: «Ci piaceva l’idea – spiega Marta Masiero, una delle animatrici – di fare quest’esperienza come vicariato per far vedere ai ragazzi una dimensione più grande di Chiesa, che va al di là della parrocchia. Forse i ragazzi più piccoli non si rendono veramente conto del pellegrinaggio in sé, ma il fatto che il papa chiami e loro rispondano con entusiasmo a vivere questa Chiesa allargata è straordinario! Papa Francesco vorrà sicuramente lasciarci delle provocazioni, mi aspetto dei contenuti tosti, ma necessari. Dopo aver vissuto la pandemia vedo che, pur essendo consci di quello che sta succedendo in Ucraina, i ragazzi hanno voglia di non parlarne per passare a qualcosa di più sereno, hanno voglia di leggerezza e questo pellegrinaggio è proprio un segnale che finalmente ci si può ritrovare di nuovo, rimettersi in cammino, tornare in strada insieme».

Pasquetta in piazza dopo la lunga pandemia
#seguimi

L’incontro di lunedì 18 aprile – #seguimi – il primo in piazza dopo la lunga sosta a causa della pandemia, prevede nel pomeriggio, dopo l’accoglienza con canti, video e testimonianza, un momento di dialogo fra papa Francesco e gli adolescenti, seguito da una veglia di preghiera che ha al centro l’ascolto e la meditazione del capitolo 21 del Vangelo di Giovanni

In comunità

«Di sicuro c’è da ritrovare un modo giusto per capire come supportare i ragazzi e ancora prima chi si prende cura dei ragazzi e come stimolare le comunità – afferma don Sonda – Questo farà la differenza: le comunità che riusciranno a interrogarsi e a prendere in mano la cura degli adolescenti faranno un passo in più rispetto a chi ha ancora in mente di delegare a qualcuno. C’è bisogno di comunità che si risveglino e trovino la vocazione propria della loro identità. Non è semplice capire che cosa significhi: forse meno compartimenti stagni e più relazioni autentiche, dirsi in che direzione andare e chiedersi anche come stiamo».

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