Adorazione eucaristica. Anche i bambini protagonisti

Don Giorgio Bezze e Isabella Tiveron: "L’adorazione eucaristica è un’esperienza con cui bambini e ragazzi possono avvicinarsi meglio alla fede, coltivando il silenzio, l’amore per Gesù e il significato dei simboli della liturgia".

Adorazione eucaristica. Anche i bambini protagonisti

La catechesi, la (scarsa) partecipazione alla messa, l’irregolarità nell’accostarsi alla Riconciliazione sono sufficienti a far vivere ai nostri ragazzi l’esperienza della relazione con il Signore? Cosa può far nascere in loro il desiderio di diventare amici di Gesù in un mondo che lo sta rinnegando? Forse proprio l’Adorazione eucaristica può essere la strada per avvicinare i piccoli all’unione con il Signore.

Gesù prima ci accoglie e ci ama, poi ci insegna, e il sostare in preghiera davanti a Lui può far nascere quella confidenza che i bambini hanno solo con le persone di cui hanno fiducia. La conoscenza viene dopo l’esperienza sensibile, e aiutare attraverso i sensi a percepire l’esperienza della sua presenza nell’Eucaristia può portare a una relazione d’amore tra Dio e la sua creatura. Un bambino sente che nell’Eucaristia c’è la presenza di Gesù, non perché sia capace di capire la transustanziazione, ma perché i suoi sensi sono attratti dalla luce, dalla bellezza dei colori, dalla soavità del profumo, dall’incanto della musica e perché vede tante persone in ginocchio che pregano. Un bambino più che capire, sente, percepisce la presenza di Gesù.

C’è poi da tenere conto che per proporre qualche spazio di adorazione per i ragazzi, si deve coltivare il silenzio, che fa imparare l’ascolto delle cose e delle persone fino al mistero profondo della vita e aiuta ad ascoltare la voce di Gesù. Chiedere ai bambini di fare un po’ di silenzio prima di iniziare la preghiera è aiutarli a desiderare di mettersi in contatto con Gesù, ad abbandonare le distrazioni per concentrarsi a sentire la sua presenza nel proprio cuore. Educare al silenzio aiuta ad accorgersi delle meraviglie che ci circondano, stimolando la contemplazione. Tutto questo diventa un cammino che va fatto a piccoli passi, ma con costanza, e privilegiando i tempi liturgici che invitano a cercare momenti più intimi con il Signore: Avvento, Natale, Quaresima, Tempo pasquale.

Un altro atteggiamento da far germogliare nei bambini è il sentimento di amore nei confronti di Gesù. È aiutare i bambini a innamorarsi di lui, a imitarlo, nelle sue parole e nei gesti, a capire che il Signore non solo vuol bene, ma è presente nella loro vita. Significa raccontare la sua vita, soffermandosi sugli episodi in cui il suo amore per l’uomo è forte ed esplicito (le guarigioni e i momenti con i suoi amici discepoli…). Ma c’è un ulteriore modo di prendersi cura dei ragazzi per far loro gustare l’adorazione eucaristica ed è quello di educarli al linguaggio simbolico, quello dei segni della liturgia (il pane e il vino, l’olio e l’acqua, la croce e l’altare…) che costituiscono un’altra modalità per esprimere la fede.

Tenendo conto delle età dei bambini facciamoli entrare, quindi, in un linguaggio nuovo e stimolante. Chi li accompagna deve guidare sapientemente i loro cuori e le loro menti nella direzione di un incontro intimo e personale, confidando nell’azione della Parola e dello Spirito che la sostiene.

Don Giorgio Bezze e Isabella Tiveron

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)