Albignasego. Buoni vicini attenti ai bisogni materiali e spirituali

Albignasego. Hanno ricevuto il mandato a fine maggio i volontari del gruppo “Buona vicinanza”. Nato da un’idea della San Vincenzo, ha l’obiettivo di farsi prossimo – con una telefonata o un incontro – delle persone sole

Albignasego. Buoni vicini attenti ai bisogni materiali e spirituali

Perché parlare delle iniziative di solidarietà che nascono nella nostra Diocesi, se le opere buone non dovrebbero essere esibite, ma vissute nel silenzio del proprio cuore? Perché renderle patrimonio di tutti permette a ciascuno di apprenderne il valore e di scegliere se farne parte.

Nella parrocchia di San Tommaso, ad Albignasego, la solidarietà si manifesta in tanti modi. Il progetto più recente è quello della “Buona vicinanza”, un’idea nata in seno all’associazione San Vincenzo su iniziativa del parroco, don Sandro De Paoli, di suor Bruna Bennati e di alcuni volontari, che si sono interrogati su quale fosse il modo migliore di essere “buoni vicini” nel territorio. «Le persone sole con le quali scambiare una parola non mancano nella nostra società frettolosa. Non è stato difficile individuare situazioni di solitudine. E nemmeno trovare dei volontari che rispondessero all’appello» spiega suor Bennati, della congregazione delle Piccole Figlie di San Giuseppe. A Natale scorso, nel corso delle celebrazioni, sono stati distribuiti dei volantini con la richiesta di aderire all’iniziativa. Si sono presentati dieci volontari che, comprendendo l’importanza di entrare nelle vite altrui con discrezione, hanno accettato senza riserve di partecipare agli incontri di formazione proposti.

Suor Bruna Bennati è la persona più adatta a dare un consiglio sulla carità trasmessa con garbo e rispetto dell’identità altrui. Tornata in Italia da due anni, dopo aver trascorso 34 anni in Brasile come missionaria nello stato di Bahia e nello stato di Minas Gerais, ha imparato come anche l’amore non possa essere imposto, ma trasmesso in punta di piedi, bussando alla porta dell’altro, chiedendo permesso e rispettando la sua identità. «Fondamentale è stato il contributo della San Vincenzo – sottolinea don Sandro De Paoli – che ha organizzato i cinque incontri di formazione rivolti ai nuovi volontari e li ha accompagnati a incontrare le persone che hanno manifestato la gioia di poter essere visitate. Lo stile che stiamo proponendo è quello di una buona vicinanza ricca di delicatezza e di attenzione ai bisogni materiali e spirituali. La speranza che accompagna questa iniziativa è che la “buona vicinanza” diventi lo stile non solo di qualche volontario, ma dell’intera comunità cristiana».

Lo scorso 29 maggio, i volontari hanno ricevuto il mandato di operatori pastorali della “Buona vicinanza”. Da allora, ha avuto inizio una “missione” sul territorio, che in futuro potrebbe crescere ampliando il proprio raggio di intervento. Le persone che vengono visitate un paio di volte al mese sono 25. Alcuni preferiscono essere raggiunti da una telefonata; altri accolgono volentieri i volontari per una chiacchierata.

Solidarietà, stile di molte iniziative

La solidarietà, a San Tommaso, ha tante forme: in un angolo della chiesa c’è, come in molte altre parrocchie, la cesta per donare generi alimentari a chi ne ha bisogno; nel presepio allestito lo scorso Natale, era prevista la presenza di
persone che offrissero due doni: l’accoglienza e il calore di un saluto, di un caffè caldo, di cibo e indumenti. In Quaresima, poi, è stato costruito un muro davanti alla chiesa per ricordare i tanti muri che separano gli uomini; chi voleva poteva infilarvi, come avviene a Gerusalemme, dei bigliettini con pensieri e preghiere al Dio della pace. A Pasqua, il muro ha raccontato la vittoria di Gesù, che trasforma il muro della divisione in balcone fiorito e finestre accoglienti.

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