Apre a Cittadella il nuovo museo del Duomo. Atteso da 35 anni, trova sede in alcuni locali annessi alla chiesa

Tra i capolavori, dipinti di Jacopo da Ponte e Andrea da Murano. L a comunità di Cittadella ha il suo museo. Sono passati 35 anni dall’intuizione di alcuni volontari che nel 1986 si impegnarono per realizzare una mostra locale d’arte sacra con alcune opere presenti in parrocchia.

Apre a Cittadella il nuovo museo del Duomo. Atteso da 35 anni, trova sede in alcuni locali annessi alla chiesa

Oggi quel sogno è diventato realtà e sono finalmente fruibili, alla comunità prima ancora che ai turisti, opere straordinarie come la Cena in Emmaus di Jacopo da Bassano.

«In queste sale – racconta l’arciprete, don Luca Moretti – si intrecciano due storie, una antica che parte dal 1220 e racconta di opere d’arte belle e importanti, e una più recente, fatta di passione e volontariato, che ha ridato luce e splendore alla storia antica. Chi visita il museo entra in contatto con queste due storie: con chi ha avuto la fortuna di costruire, abbellire e ornare la nostra chiesa, e con chi ha ereditato il compito non meno importante di custodire e tramandare quanto di bello e prezioso ha ricevuto».

L’idea di istituire un museo di arte sacra nacque infatti nel 1986 quando un gruppo di volontari, coordinati da Giuseppe Streliotto, propose all’allora arciprete Antonio Miazzi di restaurare ed esporre al pubblico i numerosi beni storici e artistici depositati in vari ripostigli. Si voleva così dare concretezza agli orientamenti del Concilio Vaticano II, per il quale questi beni non sono una mera espressione estetica ma strumenti attraverso cui trasmettere in modo più ampio la fede.

Il primo nucleo del museo trovò sede in quattro piani della torre campanaria e nei locali attigui: vi furono esposti dipinti, sculture e oggetti usati nei riti liturgici che venivano mano a mano recuperati, ripuliti e restaurati con il contributo di vari donatori. Subito si vide però la necessità di ampliare il museo con ulteriori locali e in regola con le normative di sicurezza. Grazie al contributo del Ministero per i beni culturali, di alcuni privati e di Fondazione Cariparo, che ha contribuito con un finanziamento di 120 mila euro, è iniziato il lungo lavoro di recupero e allestimento nella ex casa delle suore, nella Sala Pio X e nell’ex deposito ora denominato Sala Don Luigi Rossi.

L’allestimento espositivo è curato dallo studio dell’architetto Toffanello che, in accordo con l’Ufficio beni culturali diocesano, ha selezionato alcune tra le opere restaurate nei decenni precedenti inserendole in un percorso di arte, storia e teologia. L’Ufficio, insieme al Museo Diocesano, ha collaborato alla realizzazione dell’allestimento, fornendo un supporto tecnico scientifico per la definizione del percorso museale. Hanno così trovato collocazione opere già presenti nel primo nucleo museale, altre conservate in deposito o esposte nella sacrestia del Duomo. Il restauro degli edifici è curato dallo Studio Architetti Veneti (architetti Compostella Carlo e Annabianca).

Il museo (www.museoduomo. it) è aperto il sabato ore 17-19 e la domenica 10-12 e 17-19, o per gruppi su prenotazione (minimo 10 persone). Ingresso a pagamento euro 5, ridotto 3.

Una veloce carrellata tra le principali opere in esposizione

Nell’ideale visita al museo del Duomo ci accompagna Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano di Padova. «All’ingresso incontriamo la statua di Sant’ Antonio abate, quattrocentesca, che ricorda le origini della comunità: al santo era dedicato un antico cenobio e più tardi vi fu intitolata una confraternita, documentata già nel 1453», spiega. La statua è stata di recente restaurata con il contributo del Rotary Club Cittadella.

Nel mezzanino si trovano due tele cinquecentesche di ignoti autori veneti, acquistate dall’arciprete Leonardo Bavaresco nel 1845 (La flagellazione; L’adorazione dei magi). La sala successiva è dedicata a San Pio X, che frequentò la comunità prima di essere eletto papa, al quale è dedicato un dipinto di Fulvio Pendini. Qui troviamo opere dal 17° al 19° secolo di ambito locale e veneto provenienti dal Duomo, chiese sussidiarie o donazioni.

Tra queste, la piccola pala della Vergine con i santi patroni Prosdocimo e Donato in cui appare lo stemma di Cittadella (1607) del pittore locale Egidio Calderaro. La devozione a San Filippo Neri è rappresentata da uno stendardo processionale con il santo e San Girolamo. Un piccolo nucleo di dipinti destinati a devozione privata riguarda il tema della Passione di Cristo, come il Cristo alla colonna di scuola veneta del Seicento. Il tema ritorna in alcuni paramenti sacri. L’ultima sala espone, tra le opere, un reliquiario del ’400 e il Compianto sul Cristo morto di Andrea da Murano (fine 15° secolo), dove si vede Cittadella ai piedi delle Prealpi, e la Cena in Emmaus di Jacopo da Ponte detto il Bassano. Ideale termine della visita sono, nel Duomo, ciò che rimane di un ciclo affrescato del Da Ponte per il presbiterio della chiesa antica, e altri brani dipinti a fresco del 13° e 14° secolo.

Suggerimento: tre percorsi spirituali. Iniziati i lavori al campanile, in arrivo una nuova campana
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La visita al museo del Duomo di Cittadella può essere un’esperienza anche spirituale. Lo ricorda l’arciprete, don Luca Moretti. «Tutte le opere di arte sacra – spiega – sono state concepite per “esprimere il santo attraverso il bello”. Il museo ci suggerisce almeno tre possibili percorsi spirituali e religiosi che si intrecciano nella varie sale espositive».

Il primo è il percorso dei santi: inizia dalla statua di Sant’Antonio abate, che testimonia l’antica venerazione verso il santo legato alla tradizione contadina, e poi continua con i santi patroni Prosdocimo e Donato, San Girolamo che traduce la Sacra Scrittura, San Filippo Neri, le due statue lignee di San Rocco e San Sebastiano. Non manca la Vergine Maria, la regina di tutti i santi.

Il secondo percorso è il racconto della passione, morte e risurrezione di Gesù. «Sono rimasto colpito dalle tinte scure della grande Flagellazione nella prima stanza del museo perché introduce al mistero della sofferenza di Gesù vissuta nella notte più buia», confida don Luca. Il percorso continua con il Compianto di Andrea da Murano e la Cena in Emmaus del Bassano. Lo stesso quadro introduce il terzo percorso, la liturgia, che svela il mistero di Cristo Risorto e ne celebra nell’eucaristia la presenza viva di Gesù. «Capiamo allora perché i paramenti esposti, gli altari e i vasi sacri sono così belli e preziosi: aiutano a entrare nella liturgia celeste», conclude.

Eventi. A palazzo Pretorio in mostra l’arte di Michele Fanoli
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L’arte trova casa a Cittadella. Ha infatti aperto da pochi giorni a palazzo Pretorio, a pochi passi dal Duomo e dal nuovissimo museo, una mostra intitolata “Michele Fanoli - Dalla Venezia di Canova alla Parigi della Maison Goupil”.

La mostra celebra l’artista cittadellese, nato nel 1807 e morto a Milano nel 1876, noto litografo, e i suoi rapporti con il grande scultore neoclassico Antonio Canova, ed è organizzata in occasione degli 800 anni dalla fondazione della città. Vale la pena ricordare che anche il Duomo di Cittadella conserva un’opera del Fanoli: esposta in chiesa, è la pala della Beata Veronica Giuliani nell’atto di ricevere le stigmate, con tre angeli e i santi Antonio Abate e Filippo Neri, datata 1832. Sette anni dopo la beata fu canonizzata.

La mostra, curata da Elena Catra, è realizzata in collaborazione con il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno e ripercorre la carriera del Fanoli dall’apprendistato all’accademia di Venezia al trasferimento a Parigi, dove perfezionò l’arte della litografia che lo rese celebre. Parte dell’esposizione è dedicata alle litografie dedicate alle opere canoviane e a un confronto con le incisioni dello stesso Canova. È inoltre presente in mostra una macchina litografica funzionante dell’800.

La mostra è aperta fino al 29 agosto nei giorni di giovedì e venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica ore 9-13 e 15-19.

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