Arsiè. È tornato al suo posto il portale settecentesco
Dopo un accurato restauro, i tre ingressi alla chiesa parrocchiale hanno di nuovo le loro porte in legno di larice, opere pregevoli di artisti anonimi locali eseguite tra Settecento e Ottocento
S ono stati ricollocati al loro posto, dopo un pregevole restauro, il portale e le porte laterali della chiesa di Santa Maria Assunta ad Arsiè (provincia di Belluno, Diocesi di Padova). Si tratta di manufatti di paternità di maestranze locali, realizzati in epoche differenti, tutti e tre in legno di larice. Il più antico e prezioso è il portone principale, la cui possibile datazione risale verso la metà del Settecento, periodo in cui fu rifatta la facciata (1734-36). Di notevole impatto visivo, presenta una classica struttura a due ante simmetriche, terminanti in alto ad arco Tudor; ognuna di esse è formata da cinque specchiature di varie dimensioni e decorazioni, ognuna delle quali è ben definita da cornici. L’insieme è ulteriormente impreziosito da una cornice a foglie cuoriformi che corre lungo tutto il bordo dell’anta.
Molto raffinate sono le specchiature centrali, che all’interno di un tondo raffigurano l’Assunzione della Vergine sull’anta di destra (foto) e in quella sinistra un alato Arcangelo Michele con il drago. Ogni specchiatura è ben definita da cornici e l’insieme è ulteriormente impreziosito da una cornice a foglie cuoriformi che corre lungo tutto il bordo dell’anta.
Si colloca probabilmente alla fine dell’800, inizio ’900, la datazione dei due portoni di ingresso secondari, di fattura meno complessa, anch’essi di probabile bottega locale. Quello posto sul fianco sinistro presenta uno zoccolo a doppia altezza e tre specchiature per ognuna delle due ante: quelle inferiori e superiori sono di forma quadrata con raffigurato un fiore stilizzato, nella specchiatura centrale rettangolare è presente una doppia voluta a cuore specchiato con conchiglie e foglie d’acanto. Il portone sul fianco destro riprende, in maniera semplificata e ridotta, lo stile di quello sinistro.
I manufatti erano in discreto stato conservativo ma risultavano danneggiate dall’usura nel tempo e degli agenti atmosferici le parti esterne; l’azione di ossidazione fotochimica dello strato superficiale del legno aveva causato un notevole decolorimento e la quasi totale asportazione della vernice; gli zoccoli erano in pessimo stato per i danni causati dall’umidità.
Il restauro, svolto presso il cantiere della ditta Cbm di Asolo, ha previsto la pulitura delle superfici, sverniciatura, verifica e consolidamento strutturale (con ricreazione di dettagli mancanti), tinteggiatura e verniciatura finale. Le porte sono ora di nuovo nelle posizioni originali.