Arte ritrovata. Restituite alla Diocesi quattro statue rubate di Ospedaletto

Arte ritrovata. Grazie ai carabinieri e alla segnalazione di un cittadino tornano le opere della chiesa di Ospedaletto

Arte ritrovata. Restituite alla Diocesi quattro statue rubate di Ospedaletto

«Non sono solo opere d’arte ritrovate. Sono opere che raccontano la storia di una comunità, la sua devozione. Per questo è importante che tornino a casa». Il vescovo Claudio Cipolla lo dice sorridendo, dando voce alla soddisfazione di un recupero che arriva dopo 16 anni abbondanti.

Era il 20 aprile 2005 quando i ladri profanarono la chiesa di San Giovanni Battista a Ospedaletto Euganeo portandosi via numerosi pezzi sacri oltre alle quattro statuette settecentesche raffiguranti i santi Pietro, Paolo, Scolastica, Margherita Alacoque e il Sacro Cuore, che ora sono state restituite alla Diocesi di Padova dai carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale (Tpc) di Venezia, coordinati dalla Procura di Padova.

«Ricordo quella mattina e il grande dolore della scoperta del furto, una ferita che si apre ogni volta che si vede l’altare privato delle sculture e che oggi in parte si sana» ha commentato il direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi, Claudio Seno, che vive a Ospedaletto. «Abbiamo recuperato tante opere d’arte ma ogni volta che ci troviamo di fronte a oggetti sacri e li restituiamo alle parrocchie per noi è un orgoglio – ha spiegato il comandante del Nucleo Tpc di Venezia, il tenente colonnello Christian Costantini presentando la restituzione – Ma l’orgoglio di questo recupero arriva dal fatto che un cittadino ci ha contattato». Il direttore del Museo diocesano, Andrea Nante, l’autunno scorso fu contattato da uno storico dell’arte che aveva comprato all’asta due statue – quelle di San Paolo e di Santa Margherita Alacoque e il Sacro Cuore – e studiandole aveva capito essere della bottega del Bonazza, quindi realizzate con tutta probabilità nel ‘700 per qualche chiesa padovana. Così infatti è risultato dal catalogo delle opere rubate ed è partita la denuncia ai carabinieri. Si scopre che il mandatario è un antiquario laziale che possedeva anche le altre due statue.

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