Caritas Padova. Il vescovo Claudio: «Non si servono i poveri con le cose, ma con cuore e mente»

Il vescovo Claudio ha sottolineato «lo scandalo che diamo, quando ragioniamo di queste persone con sentimenti non evangelici»

Caritas Padova. Il vescovo Claudio: «Non si servono i poveri con le cose, ma con cuore e mente»

“Solo le briciole ai poveri?”. Per il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, che ha preso la parola in apertura dell’assemblea della Caritas diocesana, è tutto fuorché una domanda ingenua. «No – ha osservato – ai poveri non si possono dare solo le briciole. Siamo cresciuti con un’idea di carità che consisteva nel dare ciò che non ci serviva o ciò che non ci costava. Oggi invece, parlare di poveri e della scelta preferenziale dei poveri è davvero impegnativo, perché i poveri non vengono serviti solo con le cose, ma anche con il cuore e con la mente, le due dimensioni che guidano il nostro agire». Per mons. Cipolla la scelta preferenziale dei poveri è dunque attenzione «a tutte le dimensioni economiche, sociali, politiche, culturali». Se poco prima don Luca Facco, vicario episcopale per il territorio, spiegava come troppo spesso la carità venisse derisa o persino criminalizzata, specie quando rivolta a chi viene percepito come indesiderato come i migranti, il vescovo Claudio punta il dito contro «lo scandalo che stiamo dando quando ragioniamo di queste persone con sentimenti non evangelici». La società dello scarto va contro la scelta preferenziale dei poveri. «Dobbiamo mettere in atto una profezia – ha auspicato il vescovo Claudio – e questo vuol dire anche rileggere culture, politiche, gestioni economiche». Per la Caritas il compito profetico va speso dentro la comunità come un contributo prezioso in grado di scardinare e cambiare profondamente la mentalità imperante: «I nostri gesti sono chiamati a essere opere e segno». Il vescovo di Padova ha concluso il suo intervento con un forte incoraggiamento ai volontari: «C’è tanto lavoro da fare e c’è tanta testimonianza da portare».

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