Dono di comunione. Dorotee, Elisabettine, Salesie: la scorsa estate i capitoli delle tre congregazioni religiose presenti in Diocesi

Dorotee, Elisabettine, Salesie Durante la scorsa estate si sono svolti i capitoli delle tre congregazioni religiose presenti in Diocesi: momento di verifica e di sguardo al futuro. Elette le rispettive madri generali

Dono di comunione. Dorotee, Elisabettine, Salesie: la scorsa estate i capitoli delle tre congregazioni religiose presenti in Diocesi

Nella storia di una congregazione religiosa il capitolo è un evento sinodale, momento di verifica e progettazione, esperienza di condivisione, discernimento e unità nelle diversità. É uno sguardo interno, una verifica della vita della congregazione e dell’attualità del carisma; ed è uno sguardo all’esterno, ai bisogni di oggi, ai contesti sociali e socio-politici in cui sono inseriti i servizi e le attività delle congregazioni. L’estate scorsa tre istituti religiosi femminili presenti nella Diocesi di Padova – le Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, le Francescane elisabettine e le suore di San Francesco di Sales – si sono riuniti nel loro capitolo ed è stata eletta ciascuna madre generale. «La nostra Chiesa di Padova – afferma don Antonio Oriente, delegato vescovile per gli istituti di vita consacrata e per le società di vita apostolica – ha seguito con interesse e cura particolare il tempo dei capitoli generali. Il vescovo Claudio ha presieduto l’elezione della madre generale delle suore Francescane elisabettine e ha dato inizio con l’eucarestia al capitolo generale delle Salesie. Abbiamo seguito lo svolgersi, fuori Diocesi, del capitolo delle suore Maestre di Santa Dorotea, che nel mese di ottobre hanno avuto una professione solenne di una giovane della nostra Diocesi, suor Emanuela Abriani, e abbiamo salutato con riconoscenza l’elezione dell’ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice». A guidare il capitolo delle Dorotee è stata l’icona del buon samaritano: «Abbiamo bisogno in questo momento storico di tanta collaborazione – racconta madre Teresa Peña, riconfermata superiora – e l’idea del buon samaritano che va alla locanda e chiede aiuto dopo avere soccorso un uomo, dà il significato al nostro cammino in un momento storico di fragilità della vita religiosa in cui la collaborazione tra noi e i laici è prioritaria. Fra i temi affrontati, oltre a verificare il nostro stile di vita in un mondo che cambia, abbiamo parlato di profezia e testimonianza al centro, di leadership comunitaria e autorità circolare, di fragilità e vulnerabilità della nostra realtà e delle persone oggi nel mondo come trampolino per una nuova evangelizzazione». L’attualità di un capitolo sta nel sapersi interrogare sulle sfide di oggi, la povertà, i problemi ambientali, la riduzione numerica negli ordini religiosi e la necessità di rifocalizzare i cammini di fede. «Durante il nostro capitolo – afferma suor Maria Fardin, superiora delle Elisabettine, eletta per la seconda volta – sono emerse tante preoccupazioni anche legate a temi etici, visto che ci occupiamo di malati, persone con di sabilità, minori. Abbiamo orientato il lavoro nello stare da Elisabettine accanto agli uomini e alle donne di oggi, operando scelte concrete per essere in sintonia con i bisogni che emergono, in un orizzonte di multiculturalità e di internazionalità che ci caratterizza, essendo presenti oltre che in Italia anche in Ecuador, Argentina, Egitto, Kenya. Da francescane non possiamo pensare a noi senza pensare a chi è con noi. Impegnandosi per l’altro, in fondo ci si impegna anche per se stessi, preoccupandoci dell’altro si cura anche se stessi. È la molla della nostra spiritualità».

L’aderenza alla vita e al mondo d’oggi è fattore predominante anche per le Salesie, come sottolinea suor Blanca Lima, eletta madre generale dopo essere stata vicaria nel precedente consiglio e prima ancora delegata dell’Ecuador, preside in una scuola, missionaria in Perù: «Abbiamo voluto sottolineare tre verbi: riconoscere, intercettare, scegliere. Ci hanno aiutato a elaborare delle proposte e delle linee di lavoro per il prossimo sessennio che ci vedono impegnate nel far passare il carisma in modo più forte ai laici che sono inseriti nelle nostre opere e nell’essere compagne di viaggio degli uomini e delle donne di oggi con quella sollecitudine e dinamismo pastorale che ci ha trasmesso il nostro padre fondatore, don Domenico Leonati, per il quale nei prossimi mesi sarà avviata l’“inchiesta diocesana” per la beatificazione e la canonizzazione». «Come afferma il Vaticano II – conclude don Antonio Oriente – gli istituti di vita consacrata appartengono indiscutibilmente alla vita e alla santità della Chiesa (Lg, 44). La loro dimensione ecclesiale è fortemente accentuata dal Concilio. La presenza della vita consacrata nelle parrocchie, in particolari servizi diocesani, nel cammino sinodale e negli organismi che aiutano il vescovo nel governo della Diocesi è un dono che alimenta da dentro la bellezza della Chiesa stessa. È nella comunione senza confusione che si vive la presenza del Signore».

I capitoli di altre religiose presenti in Diocesi

In settembre, a Lourdes, si è svolto anche il capitolo delle suore Francescane dei Poveri (eletta ministra congregazionale suor Wilma Molinari) e in giugno a Roma quello delle Suore di carità delle sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, le suore di Maria Bambina (eletta suor Venita Fernandez), entrambe presenti nella nostra Diocesi.

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