Emergenza Coronavirus. Le parrocchie della zona termale reagiscono al virus

Nel clima di costante incertezza di questi giorni, che fa emergere insicurezze e solitudini, è fondamentale restare accanto ai fedeli, e, vista l’impossibilità di raggiungerli personalmente, si utilizzano tutti i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia.

Emergenza Coronavirus. Le parrocchie della zona termale reagiscono al virus

«Le chiese vuote, i negozi serrati, il nulla intorno e le mascherine sul volto sono immagini che non ci appartengono – osserva don Andrea Noventa, collaboratore delle parrocchie di Mezzavia, Montegrotto e Turri – Nel silenzio delle strade semi deserte, percepiamo tutta la nostra fragilità di fronte a un male inaspettato e finora sconosciuto che ci ha costretti a barricarci in casa interrompendo i rapporti con amici e familiari».

In questo clima di costante incertezza è fondamentale restare accanto ai fedeli e, vista l’impossibilità di raggiungerli personalmente, si utilizzano tutti i mezzi messi a disposizione dalla tecnologia. Innanzitutto Whatsapp, che ogni giorno porta ai fedeli proposte, bollettini parrocchiali, riflessioni, oltre ai link per assistere alle messe, alla Via Crucis  e alle recite del rosario nei santuari tramite Youtube e altri canali digitali. Inoltre, all’ingresso delle chiese, aperte per la preghiera personale, è possibile trovare fotocopie della liturgia e sussidi di preghiera.

Da Montegrotto giunge anche un'iniziativa di carattere sociale, la consegna della spesa e dei farmaci a domicilio organizzata dal comune in collaborazione con la Protezione civile, l’Auser e la Caritas interparrocchiale.

«Ciò che mi preoccupa maggiormente è la ripartenza. Questo isolamento e questo ripetersi di giorni tutti uguali, che hanno sbriciolato la nostra quotidianità, rischiano di farci perdere il senso della domenica e la gioia di riscoprirsi famiglia di Dio che si raduna per celebrare l’eucaristia nel giorno del Signore», commenta don Alessio Bertesso, parroco di Abano Terme.

Per questo è utile continuare a “incontrarsi”, in qualche modo, e cercare di proseguire i percorsi precedentemente avviati. «La settimana scorsa – prosegue don Bertesso – si è svolto il consiglio pastorale a distanza grazie alla piattaforma “We zoom”; con strumenti analoghi avvengono “incontri” tra catechisti, gruppi scout, operatori parrocchiali».

Tuttavia, c’è anche una fascia della popolazione che non possiede gli strumenti né le conoscenze per accedere alla comunicazione digitale. Sono soprattutto gli anziani, che vengono però costantemente raggiunti al telefono.

Nella parrocchia di Giarre, il gruppo Caritas si è fatto portavoce dell’iniziativa della Caritas diocesana #ciaocomestai?: una telefonata per far sentire la propria vicinanza a chi è più solo. «In queste settimane difficili, ho potuto notare con gioia come numerose persone si fermino a pregare nella chiesa semivuota; rispettose delle indicazioni sanitarie, si affidano in silenzio alla protezione del Signore, nell’attesa di poter tornare a celebrare l’eucaristia» racconta il parroco, don Odilio Longhin.

«Mi lascia perplesso il fatto che, in mezzo a questa pioggia di informazioni, non giunga mai da parte dei canali televisivi laici l’invito a connettersi con il Signore – sottolinea don Danilo Zanella, parroco dell'unità pastorale di Monteortone – Con il papa, il nostro vescovo Claudio e tutta la Chiesa c’è invece l’esortazione a chiedere con fede l’aiuto dall’alto. Qui da secoli si chiede l’intercessione della Madonna della Salute, che già nel 1428 mostrò la sua misericordia di Madre. Mi piacerebbe che tutti i santuari mariani del mondo potessero unirsi in una catena di preghiera per ottenere la grazia della guarigione e della salute».

Le suore marianiste della scuola dell’infanzia hanno divulgato un video in cui si invitano i bambini a disegnare, attorno all’immagine della Madonna, il volto dei propri cari e amici, per affidarli alla sua protezione, e poi inviare i loro disegni al santuario: a Maria fonte di salute e di grazia.

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