Esercizi spirituali Caritas a Villa Immacolata. Crescere? Serve la capacità di affidarsi

Esercizi spirituali. Dall'8 al 10 marzo a Villa Immacolata, operatori e referenti diocesani di Caritas hanno vissuto insieme una tre giorni sul capitolo 25 del Vangelo di Matteo

Esercizi spirituali Caritas a Villa Immacolata. Crescere? Serve la capacità di affidarsi

Il capitolo 25 del Vangelo di Matteo, che contiene le parabole delle vergini sagge, dei talenti e della divisione tra pecore e capri nel giorno del Giudizio, ha guidato gli esercizi spirituali per operatori Caritas “In altre mani”, svoltisi a Villa Immacolata dall’8 al 10 marzo. Tra i presenti c’era Giovanna Toffanin, della Caritas di Voltabrusegana: «L’invito che ci hanno rivolto don Luca e gli altri referenti di Caritas diocesana, nel leggere il capitolo del Vangelo, era quello di astenerci dal giudizio: le opinioni degli altri, anche quando diverse dalle nostre, sono una ricchezza».

Con un testo firmato da Giovanni Grandi, i partecipanti hanno acquisito un’altra lettura della parabola dei talenti: «Ci siamo soffermati a lungo sul testo del Vangelo. L’interpretazione che Giovanni Grandi ha di questa parabola è un po’ diversa dal solito, ma è stata utile per capire come il moltiplicatore, la capacità di mettere a frutto i talenti non sta tanto nelle doti dei tre servi del Vangelo, ma nella loro abilità ad affidarsi anche ad altre mani».

“Altre mani” anche nella rilettura della parabola delle vergini sagge e di quelle sciocche: «La vergine che sa caricare la sua lampada con l’olio è come noi, quando sappiamo davvero viaggiare dentro noi stessi, capendo a quali altre mani affidare la nostra lampada». E le pecore e i capri aprono una nuova visione: «Al padrone severo dei talenti qui si sostituisce il buon pastore, che riconosce il bene e il male».

Queste “altre mani” non sono necessariamente le mani dei tanti operatori Caritas. Sono anche le mani di chi chiede e di chi si affida: «È un lavoro di coscienza molto intimo quello che ci è chiesto – ammette Giovanna Toffanin – anche questo ci può aiutare nel nostro servizio di accoglienza. Siamo tornati a casa diversi, certamente arricchiti. Queste esperienze sono fondamentali per migliorare il nostro servizio e percepire la lunghezza d’onda in comune tra parrocchie diverse».

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