Fism Padova. A servizio delle scuole dell’infanzia da 50 anni

Fism Padova. L’apertura, autorizzata dal vescovo Bortignon, è stata nel 1971. «Abbiamo cinquant’anni – sottolinea il presidente – anche se ci sono scuole che ne hanno cento. Noi forniamo dei servizi, ma il merito di ciò che fanno è tutto loro». L’anniversario si festeggia sabato 5 ad Abano

Fism Padova. A servizio delle scuole dell’infanzia da 50 anni

È “Scuole in festa” l’appuntamento che chiude i festeggiamenti per i cinquant’anni della Fism di Padova, la Federazione italiana scuole materne, nata nel 1971 come attesta una lettera dell’allora vescovo Girolamo Bortignon che ne autorizza l’apertura dell’attività. «Fism ha cinquant’anni – afferma Mirco Cecchinato, presidente della sezione padovana – ma in realtà abbiamo scuole che hanno cento anni di vita. Fism le ha raggruppate, ma le scuole vivono di vita propria. Nostro compito è seguire la parte associativa, fornire dei servizi, ma il merito di ciò che succede nelle scuole, è tutto loro». Nella lettera del vescovo Bortignon si parla di un organismo che ne promuova la tutela e l’assistenza morale, giuridica e didattico-educativa. Ma in questi 50 anni cosa è cambiato nel mondo della scuola dell’infanzia? «Intanto la denominazione – spiega il presidente – siamo passati da “asilo” a “scuola materna” a “scuola dell’infanzia”. Abbiamo raggiunto una maturità con il riconoscimento dell’essere scuola, parte del mondo della formazione. Dal 2000 le scuole dell’infanzia sono nel sistema scolastico nazionale. E questa è stata una innovazione particolare che ha portato le nostre scuole a qualificarsi e che comporta una formazione specifica per gli insegnanti». Un altro aspetto è il venire meno della presenza delle religiose in ambito educativo e poi la volontà da parte degli istituti stessi di adeguarsi alle necessità del territorio. Molte scuole, infatti, si sono interfacciate con il mondo dell’industria, con quello rurale o dei servizi, a seconda della zona. Sono cambiamenti che riguardano per lo più gli ultimi dieci anni». Anche in ambito pedagogico però si possono sottolineare alcuni passaggi significativi. «Si è passati infatti – chiarisce Rosangela Roson, vicepresidente Fism Padova e referente dell’ambito pedagogico – da un destinatario passivo e dal metodo della pura imitazione e somiglianza, che trasmetteva abitudini e capacità di sopravvivenza, a quello di guida e accompagnamento dei processi educativi, nei quali trovano spazio la centralità e la creatività del bambino, il suo rapporto con la vita sociale e culturale, la crescita della sua persona. Quando nel 1971 nasceva Fism Padova, tutto questo era in pieno fermento e studiosi come Mario Lodi puntavano sulla creatività del bambino, sul suo diritto di crescere nel rispetto di quest’ultima attraverso esperienze come il gioco. La pedagogia doveva liberarsi da ogni autoreferenzialità educativa per seguire il dialogo con le altre scienze, da quelle psicologiche a quelle sociologiche. Nel bisogno, nella difficoltà, ma anche nella consapevolezza di dover passare dall’autorità all’autorevolezza e, soprattutto, alla cura, dove l’ascolto, l’osservazione e la relazione facilitano la strada, anche Fism si ritrova a fare i conti con un contesto sempre più svariato e mutevole». L’educazione inizia a muoversi in una società multietnica, aperta alle differenze e alla disabilità, si rapporta con una famiglia sempre meno patriarcale, dove i genitori lavorano entrambi, o con famiglie in crisi. «Ne consegue – evidenzia Roson – la necessità di cercare un dialogo educativo con la famiglia sempre migliore, ma anche con gli altri molteplici soggetti che ruotano attorno». Le scuole Fism sono scuole di comunità, cioè crescono dentro una comunità che le genera e a sua volta fanno generare la comunità. Sono scuole radicate nel territorio e questo fa sì che la comunità si stringe attorno alle famiglie e, in caso di necessità, aiuta e sostiene chi è in difficoltà. Il futuro delle scuole si gioca proprio in questo terreno: sulla necessità cioè di creare alleanze educative. «Dall’altro lato – continua Cecchinato – c’è bisogno di un riconoscimento della parità scolastica che dal 2000 cerchiamo di ottenere a livello nazionale. E poi riorganizzare la qualifica del personale a livello nazionale affinché tutti i territori raggiungano livelli di scolarizzazione previsti dalla normativa europea. Come Fism dobbiamo equilibrare il livello culturale dei bambini. Quindi il nostro servizio deve essere improntato anche alla condivisione di esperienze e uno sguardo poi va alle relazioni con il mondo dell’immigrazione e con la terza età pensando a un servizio 0-99 anni». Per la sezione di Padova invece gli obiettivi futuri puntano a rendere protagonisti i gestori, le scuole, offrire anche il servizio di gestione delle scuole per togliere responsabilità ai parroci, adeguare sempre più le strutture per la sicurezza dei bambini. «La fascia di bambini da zero a sei anni – conclude Roson – deve essere riconosciuta come base e radice di quel processo educativo e di formazione della persona che troppo spesso mostra le sue debolezze nell’adolescenza. Fism Padova è presente su questo fronte con un suo coordinamento pedagogico provinciale e zonale, una commissione pedagogica, rivolti alla formazione di coordinatrici e insegnanti, il supporto e accompagnamento delle scuole e ha sostenuto e accompagnato il passaggio alla parità nel 2000 e la più recente guida dedicata alla fascia da zero a sei anni».

184 scuole, 18 mila bambini e 1.600 insegnanti
scuola-asilo

La sezione Fism di Padova è la più “vecchia”, e anticipatrice, di tutta la federazione; un anno dopo, nel 1972, nasce la Fism nazionale. Partita con due persone, oggi la sezione padovana conta 19 dipendenti e raggruppa 184 scuole con 18 mila bambini e circa 1.600 insegnanti. La Fism registra la chiusura di circa quattro scuole all’anno a causa della denatalità.

5 novembre

L’evento finale del 50° della Fism di Padova, sabato 5 novembre dalle 9 alle 13 ad Abano, è una festa per le scuole. Si apre con la messa alle 9 in Duomo, celebrata da don Lorenzo Celi, assistente ecclesiastico, e dal parroco don Alessio Bertesso, in ricordo di Ugo Lessio, per oltre 30 anni anima della Fism. Poi un tempo dedicato alla storia della federazione con l’intervista, a cura di Luca Bortoli, direttore de La Difesa del popolo, a due consiglieri storici, Adriano Piovesan, 35 anni in Fism, e Loris Volebole da 20 anni. Quindi, formazione delle coordinatrici con Ezio Aceti, psicologo formatore; spazio al gioco per i bambini.

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