Madonna Incoronata. Una convivenza fraterna

Madonna Incoronata. Positiva l’esperienza per una quarantina di giovani che, con i loro educatori, hanno condiviso alcuni giorni in centro parrocchiale

Madonna Incoronata. Una convivenza fraterna

Giorni di fraternità, amicizia, condivisione e gioia quelli vissuti nella convivenza – dall’11 al 14 aprile – nei locali del patronato della parrocchia di Madonna Incoronata in Padova, da più di quaranta giovani di un’età dai 14 ai 19 anni, con i loro otto educatori.

Il bilancio finale? «I ragazzi che hanno partecipato sono stati entusiasti della proposta – afferma il vent’enne educatore Filippo Tognazzo – e noi “guide” siamo stati felici nel vedere che questi giorni sono stati fruttuosi nella loro crescita personale». La convivenza – che all’Incoronata viene fatta da diversi anni – è un punto di arrivo del percorso che viene fatto durante l’anno dai due gruppi presenti in parrocchia (costituiti l’uno dai ragazzi della prima e seconda superiore, di cui Filippo è uno degli educatori, l’altro da quelli dalla terza alla quinta) ed «è un’occasione per rafforzare i legami tra di noi» sottolinea. Le giornate sono state scandite da alcuni momenti vissuti insieme – come i momenti di preghiera, le riflessioni mattutine, i pasti e soprattutto le serate – e altri in cui i giovani e gli educatori sono stati impegnati nei rispettivi impegni quotidiani: scuola, università, sport... Anche il parroco, don Gianromano Gnesotto, non ha fatto mancare la sua presenza, soprattutto nei momenti della preghiera mattutina e serale. Significativa e coinvolgente è stata la serata che ha visto la partecipazione di Luca Livio, pediatra di Emergency, che ha portato la sua testimonianza legata al suo impegno in diversi Paesi dell’Asia. Per molti di questi giovani è stata la prima esperienza.

Anche per la quindicenne Caterina Guerra: «Un aspetto che mi è piaciuto tantissimo è “capitato” una sera, prima di dormire: ho visto i miei coetanei e i ragazzi più grandi impegnati nello studio, per prepararsi al meglio per il giorno dopo. In quel momento ho percepito fortissimo di non essere sola nel portare il peso della scuola e dello studio, cosa che invece avevo vissuto come molto faticosa durante la pandemia».

La giovane ha poi sottolineato che nel tempo condiviso, l’amicizia e il rapporto con gli altri era contraddistinto da «un’empatia che non avevo mai percepito», così come il sostegno reciproco: «Alla mattina è stato bellissimo, ricordando gli impegni degli altri, augurar loro il meglio per quella giornata. Un vero interesse e bene per l’altro». Per Laura Tognazzo di 18 anni, è stata un’esperienza «che mi ha aiutato a conoscere meglio gli altri e, la cosa che mi ha lasciato maggiormente è stata l’attenzione, l’aiuto e la disponibilità per le necessità delle persone che incontro». La parola che, secondo lei, riassume le giornate di convivenza è «interazione, fatta di collaborazione».

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