Salboro. Ancora oggi ci si affida a S. Joseph

Salboro. C’è un capitello dedicato a san Giuseppe, in via Fondà, che ricorda alcuni avvenimenti legati alla Seconda guerra mondiale. Se ne prendono cura alcuni residenti

Salboro. Ancora oggi ci si affida a S. Joseph

Si trova in via Fondà, strada laterale della lunga via Pietro Bembo che collega Padova a Salboro: è un piccolo, grazioso capitello in muratura dedicato a San Giuseppe, o meglio a “S. Joseph”. All’interno si trova la statuetta del padre di Gesù con il bambino in braccio, alla base la scritta “19 marzo 1945”. Risale, infatti, al tempo della seconda guerra mondiale la storia di questo manufatto che si tramanda nei racconti di chi allora c’era e tra i discendenti delle famiglie della zona.

«Gli anziani del luogo raccontano che il capitello è stato eretto per ringraziare san Giuseppe di aver risparmiato le case e gli abitanti di quest’area dopo il lancio di tre bombe – racconta Catia Schiavon, residente che si occupa, insieme ad altri vicini, di mantenere pulito e manutentato il capitello – Erano gli ultimi giorni della guerra, le bombe furono sganciate dagli aerei alleati e caddero nei campi circostanti. In quell’occasione, pur vivendo la paura e i contraccolpi, la popolazione si è salvata. L’evento, ricordato da una targa in metallo posta ai piedi del capitello, è avvenuto proprio il 19 marzo 1945».

È un po’ diverso il racconto di Rolando Tasinato, residente a Salboro, appassionato di storia padovana: «La scritta inglese S. Joseph, da quanto si racconta, è legata alla figura di due aviatori inglesi; il loro velivolo sarebbe stato colpito dalla contraerea, per questo i due si lanciarono con il paracadute e furono poi nascosti dai contadini della zona per non essere catturati. Furono loro, quando la guerra si concluse e prima di tornare al loro paese, a far erigere il capitello».

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