San Lorenzo di Albignasego. L’organo Pugina è ora in restauro

È già partito il restauro dell’organo a canne della chiesa di San Lorenzo in Roncon, ad Albignasego, uno strumento che il maestro e organologo Alberto Sabatini ha definito, in una sua relazione, piccolo ma «di buona fattura», aggiungendo che si segnala «per la bontà della sua fonica, brunita e spiccata». 

San Lorenzo di Albignasego. L’organo Pugina è ora in restauro

Non è stato possibile risalire alla data precisa di costruzione dell’organo, forse sul finire degli anni Trenta, epoca in cui ancora si costruivano gli strumenti di natura pneumatica (l’era dell’elettronica non era ancora giunta). Si conosce però il costruttore, Antonio Pugina, ultimo esponente di una nota dinastia di organari padovani, e che era stato già restaurato una prima volta nel 1945, e poi nel 1962, dalla ditta F.lli Ruffatti di Padova. Era collocato, in origine, nella chiesa parrocchiale di Ponte San Nicolò, che in previsione di un nuovo e più grande strumento lo cedette alla parrocchia di San Lorenzo, dove fu installato nel 1983 dalla ditta Vincenzo Salvato, anch’essa padovana. Lo strumento, come lo descrive il maestro Sabatini, presenta un corpo fonico unico e compatto, racchiuso in una cassa decorativa in legno di abete tinto. È uno strumento del tipo interamente espressivo (ad eccezione di alcuni elementi fonici).

La facciata dello strumento è costituita da 37 canne di zinco disposte a ventaglio, la consolle di comando, di tipo pneumatico tubolare, presenta un’unica tastiera di 58 tasti, originale ma rielaborata negli interventi successivi. Tra i problemi segnalati dal Sabatini vi erano la precarietà della trasmissione, vetusta in alcuni suoi particolari, canne mute, suoni indesiderati e tasti insonori, il tutto dovuto alla naturale obsolescenza di alcune componenti. Anche l’elettroventilatore era obsoleto e rumoroso.

«Stiamo già procedendo al trattamento antitarlo e alla cura delle parti in legno – spiega l’organaro restauratore Daniele Michelotto di Albignasego, cui il restauro è stato affidato – poi si procederà alle successive fasi del restauro che prevede il recupero integrale del bene musicale conservandolo nella sua originalità. A partire dalla parte pneumatica, il fulcro dello strumento, visto che ogni comando viene dato attraverso tubicini di piombo caricati d’aria. Il mantice era rotto, la pelle scoppiata, erano ormai vent’anni che lo strumento non era più nel pieno della sua efficienza». Saranno sostituite quindi le parti in pelle, rettificate le guarnizioni, sostituito l’elettroventilatore con uno nuovo. Entro Natale, assicura Michelotto, l’organo tornerà nella sua sede, intonato e accordato, a sinistra dell’altare maggiore. «È uno strumento piccolo e quasi centenario ma ancora adatto alla sua funzione, che è quella di accompagnare la liturgia. È prezioso che parroco e comunità si siano impegnati per la sua salvaguardia».

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