Vicini al Sinodo, con affetto. Cos'è la fase del silenzio: lo spiega don Leopoldo Voltan

Fase del silenzio Così, don Leopoldo Voltan, definisce questo momento del cammino sinodale. Che chiede la preghiera da parte di tutti

Vicini al Sinodo, con affetto. Cos'è la fase del silenzio: lo spiega don Leopoldo Voltan

Sul sito dedicato al Sinodo diocesano sono stati pubblicati i “numeri” relativi ai moderatori e ai gruppi di discernimento, che – in breve – abbiamo dato nelle pagine precedenti. Ma c’è anche dell’altro: la sintesi delle schede di restituzione “compilate” dai moderatori dei Gruppi di discernimento. Ne parliamo con don Leopoldo Voltan, membro della Presidenza del Sinodo e coordinatore della Segreteria. «Credo sia necessario leggerli con calma e approfondire i puri dati numerici. Trovo molto interessante quello che hanno scritto i moderatori sulla propria esperienza e la loro valutazione sul metodo del discernimento. Sicuramente sperimentarlo nei tre verbi – riconoscere, interpretare e scegliere - e con le schede di lavoro, rappresenta un bel passo e un valore aggiunto del Sinodo. Molti di loro ritengono che acquisire questo metodo sia da riproporre anche per le scelte da fare in parrocchia.
Che risposta ti aspettavi da parte delle parrocchie?
«Per certi aspetti l’anno di preparazione con gli Spazi di dialogo aveva l’obiettivo di innescare il coinvolgimento di quest’anno. Provo a dire tre fatiche che ho intuito. La prima: ogni anno pastorale significa ripartire, rimettersi in viaggio, non è garantita la continuità. La seconda: la partecipazione richiesta in quest’anno era senz’altro più consapevole e pensata. La terza: difficile motivare l’eccezionalità del Sinodo in due anni successivi».
Ci sono alcune parrocchie che non sono riuscite ad attivare moderatori...
«Ci sono molte parrocchie (168) trasversalmente rispetto alle dimensioni – piccole, medie grandi – che sono riuscite ad attivare solo uno o due Gruppi di discernimento. Forse valeva la pena crederci maggiormente, anche perché i Gruppi sono stati una grande risorsa relazionale: hanno messo in movimento dialoghi, amicizie, confronti. In altre, purtroppo, non è partito nessun gruppo. A queste diciamo nuovamente che la Segreteria e la Presidenza sono disponibili per un incontro (con gli organismi di comunione, con gli operatori pastorali... in un momento da decidere insieme, magari dopo la messa domenicale) in cui raccontare quello che sta succedendo nel Sinodo».
In che fase siamo adesso del cammino sinodale?
«Siamo sicuramente in una fase di silenzio. I membri dell’Assemblea sinodale stanno leggendo, nelle commissioni, le varie proposte relative ai temi. È un momento decisivo perché in questi due mesi – febbraio e marzo – vengono scelte le proposte che verranno discusse in Assemblea e che comporranno il secondo Strumento di lavoro».
Una parrocchia come può sostenere il Sinodo in questo momento meno visibile?
«Ci sono dei modi molto ordinari per sostenere il Sinodo: di fatto la preghiera e la comunicazione. Solo per esemplificare: brevi avvisi sul foglietto parrocchiale, nel sito, nei social; la preghiera dei fedeli e la preghiera del Sinodo e infine valorizzando i tre segni liturgici, presentati più volte. Il Sinodo ha soprattutto bisogno di una vicinanza affettiva: sentirci insieme, sentirne il valore e la portata di cambiamento per la nostra Diocesi, sentire che è esperienza di popolo».
Come rimanere agganciati ai prossimi passi del Sinodo?
«A breve nel sito del Sinodo saranno inserite tutte le proposte, suddivise nei 14 temi. Ognuno potrà consultarle. Poi verrà inserita la lista dei 370 membri dell’Assemblea sinodale. Quando inizieranno le sessioni plenarie cureremo in modo particolare la comunicazione, perché quanto viene dibattuto in Assemblea sia condiviso. Vedremo inoltre come aiutarci a tenere viva la preghiera e l’affetto verso il Sinodo. Grazie a quanti si sentono parte, in vario modo, di questa carovana, sgangherata, disordinata, colorata e variopinta del Sinodo diocesano».

Riflessioni sul Sinodo: perché non condividerle?
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«Il cammino del Sinodo – si legge nel sito sinodo.diocesipadova.it – richiama l’attenzione e la sensibilità di molti che avvertono l’opportunità di un rinnovamento della Chiesa diocesana. Apriamo, pertanto, la possibilità di inviare contributi di pensiero e di riflessione per il Sinodo e l’Assemblea sinodale». E ancora: «Per il cammino del Sinodo saranno importanti le proposte che arriveranno dai Gruppi di discernimento sinodale ma anche i contributi di singoli, gruppi, associazioni, movimenti, gruppi spontanei... che intendono offrire suggerimenti e ulteriori piste di confronto. Questi contributi possono riguardare i singoli temi e aspetti specifici del Sinodo diocesano oppure lo stile e l’orientamento di fondo dell’intero cammino sinodale». Chi lo desidera, quindi, può inviare le proprie riflessioni, a segreteria.sinodopadova@diocesipadova.it Finora sono giunti – e vengono condivisi con tutta la Diocesi – i contributi di Gianni Saonara, di alcuni docenti dell’Issr di Padova e della sede della Facoltà teologica del Triveneto a partire dal tema “Evangelizzazione e cultura: un arricchimento reciproco”; di Stefano Bertin, per due mandati vicepresidente del Consiglio pastorale diocesano, che invita a non dimenticare l’attenzione verso l’impegno sociale e politico; di don Gaudenzio Zambon (Issr e Fttr), che riflette sul dialogo necessario tra Chiesa e mondo; di Simona Segoloni, docente di Teologia, che compie una lettura trasversale nei testi del Sinodo rispetto alla questione di genere; di un gruppo di genitori sul valore delle scuole dell’infanzia; di don Ivo Seghedoni, prete di Modena-Nonantola, docente di Teologia pastorale, intervenuto alle Settimane residenziali dei presbiteri dell’autunno 2022.

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