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L’organizzazione chiede alla comunità internazionale di “non abbassare l’attenzione su quello che sta accadendo” nel paese: “Il grande rischio è che, con il calare dell’attenzione mediatica e politica, una serie di problemi legati all’avvento della nuova dirigenza cadano nell’oblio”

L'appello dell’esule Ali Ehsani, cristiano cattolico che da giorni vive con l’angoscia di chi ha già conosciuto lo stesso terrore che ora attanaglia gli uomini e le donne del suo Paese. Ali è cristiano e sa quanto sia difficile vivere oggi in Afghanistan per chi professa la fede cristiana: "In questi giorno sono in contatto con una delle tante famiglie cristiane presenti a Kabul. Vivono nascoste e nella paura Ieri sera ho parlato di nuovo con una dei cinque figli. Piangeva, da giorni non cibo”

Mentre i governatori del Maryland e della Virginia si offrono di accogliere più rifugiati, la Chiesa cattolica americana, fin dalla creazione di un programma di reinsediamento dei rifugiati nel 2006, ha lavorato con il governo per consentire che i 73.000 afgani, titolari di un permesso speciale SIV, assieme alle loro famiglie venissero correttamente accolti. Ed in queste ore frenetiche è quello che sta facendo Catholic Charities in Virginia, man mano che arrivano aerei carichi di profughi in una base militare a Fort Lee, che vengono trasferiti nell’area di Arlington, dove si trovano già altri rifugiati, da lungo tempo, provenienti dall’Afghanistan