Abusi fisici, emotivi e sessuali sui bambini nello sport: fenomeno impressionante

Mentre lo sport al femminile spicca il volo, gli abusi sono un’emergenza. Un’indagine in 6 Paesi europei rivela che il 75% degli intervistati ha vissuto almeno una esperienza legata alla violenza nel contesto sportivo prima dei 18 anni. A differenza di ciò che avviene fuori dall’ambito sportivo, la maggioranza delle vittime sono di sesso maschile

Abusi fisici, emotivi e sessuali sui bambini nello sport: fenomeno impressionante

Il report Indifesa di Terre des Hommes dedica un capitolo anche al mondo dello sport. Lo fa ricordando i grandi progressi fatti dallo sport al femminile negli ultimi anni (si pensi al professionismo raggiunto nel calcio) e le iniziative di sensibilizzazione messe in campo (come la partnership che vede unite Federugby e Terre des Hommes e che poggia su punti cardine come parità di genere, empowerment ed eque opportunità). Ma anche evidenziando il fenomeno degli abusi.
“Gli abusi nello sport sulle bambine e sui bambini sono un’emergenza globale e un problema di cui anche in Italia finalmente si parla e discute all’interno delle istituzioni, delle federazioni, dei contesti sportivi. Parlarne è il primo passo che può condurre a nuove politiche sportive che mettano al centro i minori per una svolta etica di sistema”, si afferma.

“Quattro anni fa, quando ChangeTheGame si è costituita, non era così: parlare di questo tema era un tabù, una vergogna che offuscava la reputazione dello sport, un argomento da temere ed evitare - racconta nel report Daniela Simonetti, presidente dell’associazione -. Lo sport era e resta un pilastro nella crescita dei bambini ma questo non significa eludere i problemi e le criticità. In Italia un cammino difficile, stretto, accidentato è iniziato, un cammino di avvicinamento a una sensibilità europea e mondiale che sta cercando risposte e soluzioni”.

“Il 2021 è stato un anno importante - continua -. La Fifa ha mosso i primi passi per la costruzione di un’Entity per la lotta agli abusi nello sport; in Europa e in America sono state condotte indagini e ricerche su vasta scala per mettere a fuoco le dimensioni del fenomeno”.
Finanziato e sostenuto dal programma Erasmus dell’Unione Europea, “Cases: General Report” è un’operazione ambiziosa e imponente condotta recentemente in sei Paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Romania, Spagna, Gran Bretagna), e altrettante Università: attraverso un campione di 1.472 atleti di età compresa fra i 18 e i 30 anni per ogni Paese si è arrivati all’impressionante numero di 10.302 intervistati sulle diverse declinazioni della violenza nello sport: fisica, emotiva, sessuale, negligenza e abbandono.

“Gli esiti sono sconvolgenti - commenta Simonetti -. Il 75% degli intervistati ha riferito di aver vissuto almeno una esperienza legata alla violenza nel contesto sportivo prima dei 18 anni. L’esperienza di abuso più diffusa è di natura emotiva con il 44%, segue la violenza fisica con il 37%, poi la violenza sessuale senza contatto fisico con il 35% e la violenza sessuale con contatto fisico con il 20%”.

I casi di abuso aumentano mano mano che la carriera sportiva dell’atleta va avanti e progredisce: l’84% degli intervistati che ha sperimentato forme di violenza ha partecipato a competizioni internazionali, mentre il 68% delle vittime appartiene invece alla fascia amatoriale. Il 37% degli atleti interpellati ha sperimentato esperienze legate all’abbandono e trascuratezza (negligenza). La violenza psicologica e quella fisica vengono perpetrate con maggiore frequenza sui bambini e le bambine fra i 7 e 13 anni, quella sessuale ricade principalmente nella fascia 14-15 anni.

Ma chi sono gli autori dell’abuso? “Intanto sono prevalentemente maschi - spiega Simonetti -. Per la violenza psicologica (48%), violenza sessuale senza contatto fisico (40%) e violenza sessuale con contatto fisico (34%), la maggioranza degli intervistati ha indicato i propri compagni di squadra o persone di pari età. Un atleta su cinque ha indicato il coach come autore dell’abuso sessuale (con o senza contatto fisico)”.

Prendendo in considerazione il genere dei rispondenti, a differenza di ciò che avviene fuori dall’ambito sportivo, la maggioranza delle vittime d’abuso sono di sesso maschile. Il 79% dei maschi e il 71% delle donne dichiara di essere stati vittime di violenza. In Austria, la percentuale delle donne colpite da abuso sale al 72%. Il 68% degli uomini e il 61% delle donne riporta di aver subito violenza psicologica prima dei 18 anni.

La violenza sessuale con contatto fisico interessa il 26% degli uomini e il 14% delle donne; la violenza sessuale senza contatto è stata dichiarata dal 38% degli intervistati di sesso maschile e dal 32% delle donne del campione. La maggioranza degli intervistati non ha mai denunciato e solo in pochissimi - dal 4% al 6% - hanno chiesto aiuto all’interno del contesto sportivo.

“Cases fotografa il mondo sportivo in maniera impietosa ed è logico pensare che l’Italia non faccia eccezione rispetto ai sei Paesi dove la ricerca è stata condotta - conclude Simonetti -. L’apparente freddezza dei dati serve perché può diventare la spinta necessaria per agire, cercare una reazione corretta, permettere che una luce si accenda. Il mondo si muove, in Italia uno spiraglio si è aperto. Un punto di partenza dal quale non si può tornare indietro. Quella contro gli abusi nello sport è una battaglia giusta in difesa dei bambini e delle bambine, i più fragili, i più vulnerabili”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)