Acqua, sempre il problema per eccellenza. In Italia aree con grandi disponibilità accanto ad altre a secco. Serve un cambio di passo

Non basta più riproporre investimenti limitati per i quali, tra l’altro, mancano le risorse

Acqua, sempre il problema per eccellenza. In Italia aree con grandi disponibilità accanto ad altre a secco. Serve un cambio di passo

Con un’immagine si dice “a macchia di leopardo”. Acqua più che abbondante in alcune regioni, secco come d’estate in altre. Poca acqua al nord dello Stivale, acqua a iosa al sud. Lo si sa già: si tratta dei risultati di un clima bizzarro a dir poco. Un fatto accertato, dalle conseguenze piuttosto definite, ma per contrastare il quale pare non si faccia ancora abbastanza. Questione di risorse finanziarie che comunque scarseggiano, ma anche, probabilmente, di una poca consapevolezza reale delle conseguenze di quanto sta accadendo.

A puntare il dito su tutto – ancora una volta e con sempre maggiore insistenza -, è stata qualche giorno fa l’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) che ha fornito una sorta di atlante delle condizioni idriche del Paese e lanciato un appello.

Ricompare, dice quindi Anbi in una lunga nota, “l’Italia meteorologicamente a macchia di leopardo in un quadro di grande incertezza climatica, evidenziata dall’estremizzazione degli eventi atmosferici”.

Certo, occorre ammettere che, secondo l’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, la situazione idrologica appare migliore rispetto alle recenti annate con grandi differenze, però, non solo da regione a regione, ma anche da zona a zona. Ed è qui il vero problema idrico del Paese. Gli esempi non mancano.

In Piemonte, il deficit medio mensile di pioggia si attesta sul 58%:  fino a -89% sui bacini dei fiumi Tanaro e Bormida, ma con un surplus di pioggia invece su quello della Dora Baltea. Anche le portate del fiume Po risultano in crescita, ma ancora nettamente inferiori alla media storica mensile (oggi – 51% dopo il -70% di Novembre). Attualmente i grandi bacini naturali del Nord, ad eccezione del Lario (71%), hanno un riempimento superiore al 90% della capacità.  In Veneto, il fiume Adige cala vistosamente, mentre salgono i livelli di Piave, Livenza e Brenta. In Emilia Romagna, l’invaso della diga di Mignano è riempito al 7,3%, mentre l’altro bacino piacentino (Molato) è al 23,9%. In Liguria, abbondanti piogge hanno fatto salire i livelli dei fiumi. Per la Toscana centro-settentrionale, l’autunno 2023 si conferma una stagione molto “bagnata”.

In Umbria, dove a Novembre sono caduti mediamente circa 125 millimetri di pioggia, il lago Trasimeno, dopo la timida crescita registrata la scorsa settimana, rimane stabile sull’altezza idrometrica di -cm.139. Nel Lazio crescono i fiumi Tevere, Fiora e Liri, restano invariati i livelli di Aniene e Sacco.  Infine, la situazione idrica dell’Italia meridionale certifica la condizione di un’Italia idricamente “a macchia di leopardo”: in Basilicata, l’acqua trattenuta negli invasi cresce di oltre 3 milioni di metri cubi, mentre sono 6 i milioni di metri cubi in più nei bacini pugliesi. Al contempo, in Calabria, nell’invaso di Sant’Anna restano solo poco più di 800.000 metri cubi d’acqua, assai meno rispetto agli anni scorsi.

Ma quindi che fare? Perché, una cosa è certa: non basta più riproporre investimenti limitati per i quali, tra l’altro, mancano le risorse.

Dice il presidente di Anbi Francesco Vincenzi: “Il riproporsi di situazioni marcatamente differenziate fra aree anche vicine del Paese ribadisce l’esigenza di nuove infrastrutture, nonché di schemi idrici, capaci di calmierare i picchi, garantendo sicurezza idrogeologica e certezza di risorsa ai territori”. Che, detto in altro modo, significa: investire tanto e bene per rifare completamente la rete idrica del Paese, così da metter in collegamento territorio in situazioni idriche diverse e poter sopperire a situazioni di emergenza. Poi serve pure un cambio di passo della politica e delle istituzioni in generale, ma, tutto sommato, un po’ di tutto il sistema: l’acqua è un bene prezioso ma deve essere a disposizione di tutti. Questo, oltre ai soldi necessari è forse lì ostacolo più grande da superare.

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Fonte: Sir