Brevetti dei vaccini anti-Covid, proteste e prese di posizione per garantire il diritto alla salute

Prese di posizione in occasione della riunione del Wto,in corso a Ginevra. Il Comitato italiano della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic: “Il documento presentato dai vertici dell’Organizzazione mondiale del commercio è un disastro. Non contiene riferimenti alla sospensione dei brevetti dei vaccini e dei farmaci anti-Covid”. Caritas Internationalis: “È diritto fondamentale di ogni persona avere accesso all'assistenza sanitaria”

Brevetti dei vaccini anti-Covid, proteste e prese di posizione per garantire il diritto alla salute

“Sarebbe un colpo durissimo per il diritto alla salute dei popoli della terra, soprattutto di quelli più poveri e svantaggiati, se dovessero essere confermate le notizie trapelate nella prima giornata della riunione interministeriale del Wto, in corso a Ginevra da ieri: il documento presentato dai vertici dell’Organizzazione mondiale del commercio all’apertura dei lavori è un vero disastro. Non contiene alcun riferimento alla sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini e dei farmaci anti-Covid, chiesta da ormai quasi due anni da India e Sud Africa, con il sostegno di un centinaio di paesi, l’unica soluzione per rendere i vaccini accessibili, a prezzi contenuti, anche ai paesi a basso reddito, i 2/3 dell'umanità”. È quanto si legge nel comunicato stampa del Comitato italiano della Campagna Europea Right2cure No Profit on Pandemic , di cui la Cgil fa parte.
Nel documento sottoposto alla discussione – si legge nella nota – scompare completamente il riferimento alla sospensione temporanea dei brevetti e alla moratoria e si prevede solo qualche ampliamento nell'utilizzo della licenza obbligatoria, cioè il fatto che alcuni paesi possano dichiarare la situazione di emergenza, avviare la produzione di vaccini, dovendo però poi rimborsare le aziende farmaceutiche. Inoltre, e questa sarebbe l'unica novità, solo in condizioni particolari, questi paesi potrebbero donare quei vaccini prodotti in emergenza ad altre nazioni più povere. Ma anche in questo caso le limitazioni sarebbero tali da non modificare la situazione attuale di drammatica carenza di vaccini e farmaci anti-Covid nei paesi a basso reddito”.

Inoltre, fa sapere il Comitato, “giungono notizie di fortissime pressioni da parte dei vertici del Wto sui paesi del sud del mondo affinché rinuncino alle loro richieste”. La protesta delle organizzazioni aderenti alla Campagna No Profit on Pandemic, iniziata sabato in Place des Nations, prosegue: le manifestazioni a Ginevra continueranno fino alla conclusione del vertice, prevista per mercoledì 15 giugno. “La posta in gioco è troppo alta e la disperazione dei paesi poveri altrettanto. Il loro NO, in sede di voto potrebbe fare la differenza”, conclude il Comitato.

La presa di posizione della Caritas

Anche Caritas Internationalis invita i membri dell'Omc “a rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale per tutte le tecnologie mediche, al fine di sostenere la condivisione di informazioni e il trasferimento di tecnologie ai Paesi in via di sviluppo, per aiutarli a rispondere alla pandemia di Covid-19”.
Dopo 18 mesi di negoziati relativi all'Accordo Omc sui diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (Trips), Caritas Internationalis avrebbe auspicato che la realtà del Covid-19 potesse aprire le porte alla ricerca e all'implementazione di soluzioni efficaci, estese e complete per affrontare le sfide che mettono a rischio la vita delle persone più povere e vulnerabili del nostro mondo. “La rinuncia a tutti i diritti di proprietà intellettuale per la durata della pandemia consentirà ai Paesi del Sud globale di produrre vaccini e di rafforzare i sistemi sanitari rendendoli capaci di far fronte a potenziali pandemie future. Questo non può essere fatto se non si concorda un rapido trasferimento di conoscenze attraverso la formazione e l'accompagnamento alla produzione di vaccini”, afferma Caritas Internationalis.

“È un diritto fondamentale di ogni persona avere accesso all'assistenza sanitaria in qualsiasi circostanza, soprattutto durante le pandemie - afferma il Segretario Generale di Caritas Internationalis, Aloysius John -. In seguito alla pandemia di Covid-19, che continua ad avere un impatto sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo, è diventato evidente che i cittadini dei Paesi in via di sviluppo devono avere un accesso equo ai vaccini”.
Secondo gli ultimi dati del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, nei Paesi a basso reddito solo il 17,6% delle persone ha ricevuto almeno una dose del vaccino contro il Covid-19, mentre il 72,2% delle persone nei Paesi ad alto reddito è stato vaccinato con almeno una dose. “Purtroppo, le persone che vivono in povertà - le più esposte alle malattie e al loro impatto - sono state lasciate sole e non hanno accesso all'assistenza sanitaria, ai vaccini e alle tecnologie e alle risorse sanitarie essenziali per affrontare il Covid-19 e le varianti emergenti”, afferma la Caritas.

Caritas Internationalis desidera informare i membri dell' Organizzazione Mondiale del Commercio che partecipano alla Conferenza Ministeriale di quest'anno che “l'Accordo sugli Adpic, pur costituendo sicuramente un compromesso, non rappresenta ancora una deroga temporanea completa, in quanto: impone nuovi ostacoli ai Paesi che cercano di rimuovere le barriere relative alla proprietà intellettuale e di aumentare la produzione di farmaci contro il Covid-19; non copre tutte le barriere relative alla proprietà intellettuale che ostacolano l'accesso alle tecnologie contro il Covid-19; non copre i prodotti terapeutici e diagnostici; ed esclude interi Paesi”.
“Chiediamo con urgenza a tutti i Paesi di prendere le loro decisioni nel rispetto dei diritti umani, assicurandosi che la dignità di ogni individuo sia preservata e che prevalga la giustizia sociale”, conclude John.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)