Da Reddito di cittadinanza a Mia: "Le riforme non si fanno a costo zero"

Il presidente dell'Ordine degli assistenti sociali Gazzi commenta la bozza sulla Misura di inclusione attiva che, dalla prossima estate, dovrebbe prendere il posto del Reddito di Cittadinanza. "Aspettiamo di capire come si valuteranno gli 'occupabili'"

Da Reddito di cittadinanza a Mia: "Le riforme non si fanno a costo zero"

"Sia, Rei, RdC, Mia? Che cambi nome, a noi non importa. La povertà non è una colpa e il lavoro di noi assistenti sociali è intervenire dove c'è bisogno, finché c'è bisogno, cercando di fare la nostra parte perché da quella condizione si riesca ad uscire. Ma le riforme non si fanno a costo zero e per funzionare hanno bisogno delle persone - servizi, Terzo Settore - che possano realizzare quanto richiesto". Il presidente dell'Ordine degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi, commenta la bozza sulla Misura di inclusione attiva che, dalla prossima estate, dovrebbe prendere il posto del Reddito di Cittadinanza.

"Il lavoro non è l'unica soluzione per problemi complessi e l'esclusione sociale è sempre più diffusa- aggiunge- ma abbiamo sempre sostenuto che fosse necessaria una correzione a una misura che ha permesso a pochissimi truffatori di gettare discredito su un principio che difendiamo, ovvero che lo Stato deve intervenire lì dove, per mille ragioni, la povertà vince sulla dignità".

"Per questo- conclude Gazzi- aspettiamo di capire come si valuteranno gli 'occupabili', come si controllerà l'Isee, come sarà la correzione sulla residenza, quale sarà l'erogazione per affitto e famiglie numerose… Pronti a lavorare, come sempre senza pregiudizi, come sempre dalla parte dei più fragili". (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)