Folgorato sul tetto del treno mentre cerca di entrare in Svizzera. La protesta delle associazioni

“Ci vuole un cambiamento radicale delle politiche migratorie”: è l'appello della Rete Como Senza Frontiere dopo il nuovo caso di un migrante rimasto gravemente ferito

Folgorato sul tetto del treno mentre cerca di entrare in Svizzera. La protesta delle associazioni

“Non possiamo e non dobbiamo abituarci a questi fatti assurdi e tragici”: le associazioni che aderiscono alla Rete Como Senza Frontiere commentano così il nuovo caso di migrante che, nel tentativo di superare il confine tra Italia e Svizzera sdraiato sul tetto di un treno, è rimasto folgorato. È successo sabato 4 settembre. “È una notizia che non deve sorprendere perché da anni la totale mancanza di politiche relative alle migrazioni (in Italia, in Europa, nel mondo), diverse dalla pura e semplice repressione, spinge le persone costrette a vivere i drammi dell’abbandono dei propri Paesi sulle strade della disperazione, in viaggi costellati di violenze e di pericoli”.

Abbiamo cercato in questi anni di conservare la memoria di Youssouf Diakite, morto folgorato nel 2017 alla stazione di Balerna, e di Mohammed Kouji, travolto da un treno nel 2018, ma questi fatti continuano a ripetersi: poco più di una settimana fa tra Ventimiglia e Mentone, un’altra persona è morta in maniera analoga, mentre sulle rotte balcaniche la morte è all’ordine del giorno, e non è un treno a fare la differenza”. Nel 2017 tra l'altro, le associazioni avevano anche predisposto dei volantini in diverse lingue per avvertire i migranti della pericolosità di viaggiare sul tetto dei treni.

Per la Rete Como Senza Frontiere l’unico modo per evitare questi incidenti è quello di “organizzare una gestione delle migrazioni che sia all’altezza dei diritti sanciti dalle leggi internazionali e dei doveri di umanità che tutti e tutte abbiamo”. Quindi basta chiusure di frontiere.

Como è città di frontiera, non può affondare nell’indifferenza per queste vicende -aggiunge Come senza frontiere-. Siamo di fronte a un preciso dovere di intervento e di azione politica, per cambiare questa gravissima situazione, che ci rende di fatto corresponsabili di ripetute morti, violenze e soppressioni di diritti. La persona folgorata ieri sera a Chiasso è ricoverata in gravissime condizioni, ma non è ancora deceduta. Le auguriamo, con tutto il cuore, di salvarsi, senza dimenticare che, per tutti e tutte, non ci sarà salvezza senza un cambiamento radicale delle politiche migratorie”.

Aderiscono alla rete Como senza frontiere: Aifo Como, Anpi Monguzzo, Anpi provinciale Como, Arci Como, Arci-ecoinformazioni, Associazione artistica Teatro Orizzonti inclinati, Associazione Culturale Territori-Natura Arte Cultura, Associazione Migrante Como-Milano, Associazione Par Tüc, Associazione Luminanda, Baule dei suoni, Cgil Como, Comitato comasco antifascista, Comitato Como Possibile Margherita Hack, Como accoglie, Cooperativa Garabombo, Coordinamento comasco per la Pace, Coordinamento comasco contro l’omofobia, Donne in nero Como, Emergency Como, +Europa Lario, Giovani comunisti Como, I Bambini di Ornella, Baule dei suoni, Italia-Cuba Como, L’altra Europa Como, L’isola che c’è, Libera Como, Medici con l’Africa Como, Missionari comboniani di Como e Venegono, Potere al Popolo Como e provincia, Prc/Se provinciale Como, Scuola di italiano di Rebbio, Sinistra Italiana Como, Unione degli studenti Como, Volontari della Parrocchia di Rebbio.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)