Il difficile orientamento. Il processo di orientamento coincide con il percorso che porta alla costruzione dell'identità dell'individuo

A novembre i ragazzi muovono i primi passi verso gli ordini successivi di scuola, cercano informazioni e provano a chiarirsi le idee sul proprio futuro.

Il difficile orientamento. Il processo di orientamento coincide con il percorso che porta alla costruzione dell'identità dell'individuo

Novembre è il mese degli open day e dell’orientamento nelle scuole.
I ragazzi muovono i primi passi verso gli ordini successivi di scuola, cercano informazioni e provano a chiarirsi le idee sul proprio futuro. E’ un processo complesso che richiede riflessione e approfondimento e soprattutto occasioni di incontro e confronto.
Purtroppo l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo diventa, anche in questo caso, un ostacolo: le scuole quest’anno non avranno l’opportunità di dedicare giornate formative agli studenti che vorrebbero iscriversi, i laboratori finalizzati all’orientamento non potranno essere organizzati in presenza e le indicazioni verranno affidate anche in questo caso agli strumenti digitali.

La questione non è di poco conto. Sull’orientamento la scuola italiana ha investito moltissimo negli anni passati e il tema è caro anche all’Europa. Un lavoro sinergico, efficace e ben strutturato in questo ambito previene la dispersione scolastica e, negli anni, si trasforma in un buon antidoto alla disoccupazione.

Per la didattica si è corsi rapidamente ai ripari con la DaD (che inizialmente doveva essere soltanto Didattica integrata). Si tratta evidentemente di una soluzione emergenziale: docenti e discenti sono ormai entrati in confidenza con questo modo differente di fare scuola, ma è chiaro che la didattica in presenza è ben altra cosa. Il primo rischio che si corre con l’istruzione online è la perdita dei punti di riferimento: il docente, l’istituzione scolastica, la classe, il cammino comune. L’apprendimento assume una forma più individualistica e perde di unitarietà.

Lo scorso anno, per lo meno, l’emergenza si è presentata inaspettata a ridosso della primavera, quando ormai tutte le iniziative legate all’orientamento si erano svolte come di consueto. Ma quest’anno? Come si potrà essere davvero incisivi?
Purtroppo il rischio dispersione e abbandono scolastico non è affatto marginale. E’ un aspetto che è emerso subito anche con la stessa DaD lo scorso anno. La scuola è riuscita a raggiungere gran parte degli studenti, ma non tutti. Sono rimasti fuori dalle “trasmissioni” soprattutto i ragazzi svantaggiati, o in situazioni familiari complesse. Sono stati stanziati dei fondi, è vero, e l’istituzione scolastica si è attivata e prodigata per fornire agli studenti che erano in difficoltà tutti gli strumenti di cui avessero bisogno per potersi connettere e seguire le lezioni online. Ma in alcuni casi non è stato sufficiente, soprattutto in alcune zone del nostro Paese dove il disagio sociale è più marcato. Alcuni ragazzi hanno mollato la presa e si sono dileguati, o quasi, nella parte finale dell’anno.

Come andrà quest’anno? L’esperienza trascorsa aiuterà a mettere in atto nuove strategie, ma alcune criticità resteranno.
Il contributo delle famiglie diventa sempre più importante e non tutte sono in grado di fornirlo ai propri figli. Per effettuare una scelta consapevole e produttiva rispetto al proprio futuro occorre aver messo a fuoco quali sono le proprie ambizioni future e aver maturato una reale conoscenza delle proprie capacità e attitudini. All’interno dell’aula queste specificità emergevano pian piano e i ragazzi si rendevano conto delle proprie potenzialità cooperando attivamente con i compagni e scambiando le proprie esperienze.

Il processo di orientamento coincide, anche se parzialmente, con il percorso che porta alla costruzione dell’identità dell’individuo. Sapere cosa si desidera per il proprio futuro è una parte fondamentale di questo cammino. Se si pensa anche a quanto incida in questa evoluzione del sé la relazione “viva” e “autentica” con l’altro, possiamo renderci conto della consistenza del danno generazionale che stiamo rischiando. Purtroppo la situazione attuale non offre grandi alternative. Siamo costretti a prendere decisioni dolorose e difficili in nome del bene comune.
Le famiglie e tutta la comunità educante sono investite di molte e gravi responsabilità.

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Fonte: Sir