Latte “vero” per tutti. La Giornata Fao dedicata a questo alimento ripropone la sua importanza e ne delinea la necessità di tutela

Il lattiero-caseario è uno dei settori trainanti dell'agroalimentare italiano.

Latte “vero” per tutti. La Giornata Fao dedicata a questo alimento ripropone la sua importanza e ne delinea la necessità di tutela

Latte per tutti. E che sia latte vero e sano. Se un messaggio deve arrivare dalla Giornata Fao del latte 2023 (appena celebrata il 1 giugno scorso), questo può essere solo rivolto al valore di un alimento pressoché unico, anche dal punto di vista economico. Perché il latte pare davvero essere un alimento prezioso, seppur insidiato da più parti.

Senza dire dei pregi alimentari e fisiologici di questo alimento, a conti fatti (da Confagricoltura), oggi solo in Italia la produzione lattiero-casearia vale circa 5,5 miliardi nella fase agricola che diventano 16,5 miliardi in quelle della trasformazione e commercializzazione. Detto in altri termini: “Il lattiero-caseario è uno dei settori trainanti dell’agroalimentare italiano”. Un settore in cui, tra l’altro, il nostro Paese appare essere collocato vantaggiosamente dal punto di vista produttivo, almeno per quanto riguarda il latte per eccellenza: quello bovino. Sempre Confagricoltura spiega: “Guardando agli ultimi anni, l’offerta di latte bovino nazionale è aumentata sensibilmente e l’Italia, dal 2015 ad oggi, è passata dal 75% circa a poco meno del 100% di autoapprovvigionamento, raggiungendo una quasi sostanziale autosufficienza, con una produzione pari a quasi 13 milioni di tonnellate di consegne”. L’80% della produzione di latte vaccino in Italia è concentrata in quattro regioni (Lombardia 46%, Emilia-Romagna 16%, Veneto 9% e Piemonte 9%). La spesa annua delle famiglie per i prodotti lattiero-caseari è di circa 20 miliardi di euro.

Tutto bene quindi? Non proprio. Mettendo per un attimo da parte l’alta conflittualità latente da sempre presente nei rapporti tra allevatori, trasformatori e distributori, quello del latte è pur sempre un comparto agricolo e, per questo, sottoposto alle bizze del clima e dei mercati.

Proprio degli effetti del clima si sono avute prove in questi ultimi giorni: l’alluvione in Romagna ha colpito infatti anche le produzioni lattiere. Anche se quella che i tecnici chiamano resilienza agricola ha davvero fatto miracoli. “L’alluvione non ha fermato gli allevatori. Anche nei giorni immediatamente successivi al disastro, le cooperative dell’Emilia Romagna sono riuscite a ritirare tutto il latte dai propri soci, anche di quelli situati nelle zone collinari colpite dalle frane. Neanche un litro di latte è stato buttato, a conferma del ruolo fondamentale che svolgono le cooperative”, ha spiegato l’Alleanza Cooperative Agroalimentari. Ma la conta dei danni in alcuni casi è arrivata fino a 4 milioni di euro per singola azienda. E, dove non è stata l’acqua a creare problemi, ci si mette adesso la mancanza di fieno a gettare un’ombra sulle produzioni di stalla. Situazione critica, dunque, per un settore che da un giorno all’altro può vedere capovolto il suo destino.

Se, poi, a tutto questo si aggiungono dinamiche di mercato e nuovi prodotti concorrenziali, si capisce subito quanto sia comunque delicato l’equilibrio del latte e delle produzioni casearie. Per questo, Assolatte, che raccoglie le industrie di trasformazione, non ha mancato l’occasione della Giornata della Fao per ricordare non solo l’importanza di questo alimento per 750 milioni di persone nel mondo, ma anche la necessità di consumare latte “vero” e non “finto”. “Siamo dalla parte della natura e della filiera e contro la produzione e la diffusione dei cibi sintetici, realizzati in laboratorio con colture di cellule Ogm o tessuti animali coltivati in vitro. Prodotti innaturali e per questo nemici dell’ambiente”, ha spiegato l’associazione in una nota. Già, perché anche per il latte si profila all’orizzonte dei mercati un prodotto di sintesi. Che, tra l’altro, ha fatto coalizzare su un unico fronte allevatori e industriali. “Dopo la carne e il pesce in provetta arriva anche il latte sintetico con Israele che si appresta a diventare uno dei primi paesi al mondo a vendere veri e propri prodotti lattiero caseari senza mucche”, ha denunciato Coldiretti. Il ministero della sanità israeliano – spiegano i coltivatori diretti – ha infatti concesso ad una azienda, che sta già producendo su scala industriale in diverse aree del mondo, di vendere al pubblico i suoi prodotti lattiero caseari “nati in laboratorio senza aver mai visto neppure l’ombra di una mucca usando il gene della proteina del latte e inserendolo in bioreattori per la crescita accelerata con un processo simile a quello usato un po’ per tutti gli alimenti creati in laboratorio”. Insomma, latte certamente prezioso ma sempre da tutelare.

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Fonte: Sir