Lavoro, Istat: nei primi 9 mesi 2020 occupati ridotti di 470 mila unità

Rapporto in collaborazione con ministero, Inps, Inail e Anpal. Più colpite le categorie "fragili": donne, under 35 e stranieri; il lavoro e termine e gli autonomi. Perse 3,9 miliardi di ore lavorate. Quattro milioni di lavoratori in smart nel secondo trimestre 2020

Lavoro, Istat: nei primi 9 mesi 2020 occupati ridotti di 470 mila unità

Nella media dei primi tre trimestri del 2020 gli occupati diminuiscono di 470 mila unità (-2,0% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente) tornando poco sopra ai livelli del 2016. E' quanto si legge nel rapporto annuale sul mercato del lavoro, frutto della collaborazione tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal. Contestualmente si registra un calo di 304 mila disoccupati e un deciso aumento di inattivi tra 15 e 64 anni (+621 mila). A ciò corrispondono diminuzioni del tasso di occupazione e di quello di disoccupazione (rispettivamente -1,0 e -0,9 punti percentuali in un anno) e un aumento del tasso di inattività (+1,8 punti). Il forte calo del numero di occupati e disoccupati è dovuto soprattutto alla situazione creatasi nel secondo trimestre (-841 mila occupati e -647 mila disoccupati in un anno). L'allentamento delle misure nel terzo trimestre ha portato a una riattivazione di una quota di non occupati, con l'aumento delle persone in cerca di lavoro (+202 mila), pur in presenza di un calo occupazionale ancora intenso (-622 mila).

Il rapporto spiega che a subire maggiormente la crisi sono state le categorie più vulnerabili nel mercato del lavoro: la caduta è stata quasi il doppio tra le donne rispetto agli uomini (-1,3 contro -0,7 punti percentuali) e più forte per gli under 35 (-1,8 punti contro -0,8 dei 35-49enni e -0,3 punti per gli over50) e per gli stranieri, per i quali il valore dell'indicatore scende al di sotto di quello degli italiani.

A trainare il calo dell'occupazione è stato il lavoro a termine (-394 mila, -12,9% nella media dei primi tre trimestri) e il lavoro autonomo (-162 mila, -3%), mentre quello a tempo indeterminato risulta in lieve aumento (+86 mila, +0,6%).

Perse 3,9 miliardi di ore lavorate

In Italia nel primo trimestre 2020 si sono manifestati i primi contraccolpi negativi della pandemia sul Pil (-5,5% rispetto al quarto trimestre 2019) che si sono accentuati nel secondo trimestre (-13,0%); nel terzo trimestre è seguito un forte rimbalzo congiunturale (+15,9%). La stima preliminare relativa al quarto trimestre indica una nuova riduzione (-2,0%) che porta a un calo per la media annua del 2020 pari all'8,9%.

Le ore lavorate hanno registrato una diminuzione congiunturale del 7,7% nel primo, del 15,1% nel secondo trimestre e un rimbalzo del 21,0% nel terzo trimestre. In totale, nei soli primi tre trimestri del 2020 rispetto all'analogo periodo del 2019 sono andate perdute 3,9 miliardi di ore lavorate. In termini di Unità di lavoro a tempo pieno e di posizioni lavorative nella media dei primi tre trimestri del 2020 la riduzione è stata di 2,4 milioni e 623 mila rispettivamente; in oltre 9 casi su 10 il calo riguarda il settore dei servizi.

Quattro milioni di lavoratori in smart nel secondo trimestre 2020

L'emergenza sanitaria ha prodotto "un mutamento repentino e radicale della modalità di erogazione della prestazione lavorativa, con un aumento del lavoro da remoto. Nel secondo trimestre 2020 il lavoro da casa ha interessato oltre 4 milioni di lavoratori, il 19,4% del totale (era il 4,6% nel secondo trimestre 2019)".

Gestite dall'Inps misure per 27 miliardi, due terzi per la Cig 

Gli interventi adottati in materia di sostengo al reddito per fronteggiare la pandemia, gestiti dall'Inps, hanno comportato una spesa di oltre 27 miliardi fino a novembre 2020, più di due terzi sono risorse destinate alla cassa integrazione. Alla stessa data oltre 10 milioni risultano i beneficiari effettivi. (RS-DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)