Lavoro, sono 524 mila le assunzioni previste dalle imprese a settembre (-0,4%)

I dati del Bollettino di Unioncamere e Anpal. In frenata il prossimo trimestre: -3% rispetto a un anno fa. In frenata il comparto manifatturiero (-13,6%, pari a 15 mila posti in meno rispetto a settembre 2021) e soprattutto il commercio (-30%, con una diminuzione di oltre 25 mila contratti sempre rispetto a 12 mesi fa). Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta (51,4% del totale)

Lavoro, sono 524 mila le assunzioni previste dalle imprese a settembre (-0,4%)

Sono 524 mila i lavoratori ricercati dalle imprese per il mese di settembre, 2 mila in meno (-0,4%) rispetto a quanto programmato un anno fa. In frenata il comparto manifatturiero (-13,6% pari a 15 mila posti in meno rispetto a settembre 2021) e soprattutto il commercio (-30%, con una diminuzione di oltre 25 mila contratti sempre rispetto a 12 mesi fa). Su queste dinamiche sta incidendo in particolar modo il continuo rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime, con i relativi effetti sull’inflazione e sui consumi. Ad evidenziarlo è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere Anpal

Per quanto riguarda il trimestre settembre-novembre 2022 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni con una flessione del -3% rispetto all’analogo trimestre del 2021.
Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che interessa il 43,3% delle assunzioni programmate, in aumento di 7 punti percentuali rispetto a settembre 2021 quando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro riguardava il 36,4% dei profili ricercati.
Quasi un’assunzione su tre (31,7%) riguarda giovani fino a 29 anni d’età.

Continua l’andamento positivo delle costruzioni: 57 mila le entrate programmate nel mese (+37,3% rispetto a 12 mesi fa). Per Unioncamere, anche le previsioni per il trimestre settembre-novembre confermano la crescita del settore (154 mila entrate +30,4% rispetto allo stesso trimestre del 2021). “Sono negative invece le previsioni per la maggior parte dei comparti manifatturieri che, nel complesso, stanno programmando 99 mila entrate nel mese e 275 mila nel trimestre, con una flessione tendenziale rispettivamente del -13,6% e -13,4% - si afferma -. Tra i settori in frenata si evidenziano soprattutto le industrie tessili, dell'abbigliamento e calzature (-31,8% rispetto a settembre 2021 e -31,2% nel trimestre settembre–novembre 2021), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (-27,4% su settembre e -25,6% nel trimestre), le industrie meccaniche ed elettroniche (-18,2% rispetto a settembre e -19,9% nel trimestre) e le industrie della carta, cartotecnica e stampa (-11,4% nel mese e -14,6% nel trimestre).

Sempre secondo il Bollettino di Unioncamere e Anpal, sono 368 mila i contratti di lavoro programmati dalle imprese  dei servizi per settembre (-0,5% su settembre 2021) e oltre 976 mila quelli previsti per il trimestre (-3,7% sull’analogo trimestre del 2021).

“Il dato negativo è imputabile soprattutto alla contrazione del commercio (-30% rispetto a 12 mesi fa e -33% per il trimestre settembre-novembre), seguito dai servizi media e comunicazione (-5,4% sul mese e -2,0% sul trimestre) – si afferma -. Prosegue l’andamento positivo per i servizi informatici e delle telecomunicazioni (+35,3% rispetto a settembre 2021 e +31,3% per il trimestre), per quelli del settore assicurativo e finanziario (+33,4% nel mese e +19,5% nel trimestre) e dei servizi alle persone (+19,6% nel mese e +19,1% nel trimestre)”.

Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 269 mila unità, pari al 51,4% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (96 mila), i contratti di somministrazione (58 mila), gli altri contratti non alle dipendenze (48 mila), i contratti di apprendistato (26 mila), gli altri contratti alle dipendenze (18 mila) e i contratti di collaborazione (9 mila).

Circa 166 mila assunzioni (pari al 31,7% del totale) riguardano giovani fino a 29 anni. “Tra le figure high skills quelle maggiormente ricercate per questa fascia d’età sono i Tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (10 mila assunzioni programmate nel mese). Tra gli impiegati, professioni commerciali e nei servizi più richieste figurano i cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (31 mila contratti) e i commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all'ingrosso (14 mila). Tra gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine si evidenziano, infine, gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (10 mila), gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (9 mila) e gli operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (7 mila)”.

A settembre salgono a 227 mila le assunzioni per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento. “La causa prevalente si conferma essere la ‘mancanza di candidati’ (27,8%) con una quota quindi superiore al doppio dell’altra motivazione, la ‘preparazione inadeguata’ (11,9%). Il mismatch riguarda soprattutto gli operai specializzati (56,8% la quota di entrate difficili da reperire), i conduttori di impianti fissi e mobili e le professioni tecniche (entrambe al 47%). Le figure di più difficile reperimento sono i meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (65,8%), gli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (65,6%), gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche e per prodotti minerali (63,2%), gli artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (62,5%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica e professioni simili (61%). Difficili da reperire anche i tecnici in campo ingegneristico (64,1%), i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (59,9%) così come tecnici della salute (54,5%), gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (53,3%) e gli ingegneri (46,5%)”.

Ad incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle regioni del Nord Est dove sono difficili da reperire il 49% delle figure ricercate, una quota di oltre 10 punti percentuali superiore a quella rilevata per il Sud e Isole (39,3%). In media l’incidenza che si registra nel Nord Ovest (43%) e nel Centro (42,1%). 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)