Medicina narrativa, “la storia di una persona è importante quanto i suoi esami clinici”
Un laboratorio di scrittura autobiografica, presentazioni di libri di scrittori con una disabilità acquisita, formazione, un concorso letterario. È il percorso promosso dall’Istituto di riabilitazione di Montecatone
Aiutare gli ospiti a mettere insieme – e affrontare – il loro passato, il loro presente e il loro futuro. È l’obiettivo della medicina narrativa, strumento adottato anche dall’Istituto di riabilitazione di Montecatone, centro di alta specialità per la riabilitazione intensiva di persone colpite da lesioni midollari e struttura di eccellenza per le lesioni cerebrali acquisite. “Come detto, il fine dei percorsi di medicina narrativa non è rendere accettabile il ricovero, ma sostenere i nostri ospiti nel percorso che li porterà a comprendere di non essere più quelli di prima”, spiega Claudia Corsolini, coordinatrice del programma Vita indipendente dell’ospedale imolese, programma trasversale promosso per dare attuazione ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in un’ottica di umanizzazione delle cure.
L’istituto, ogni biennio o triennio, si dà linee di comportamento: le medicina narrativa è uno dei percorsi in essere (iniziato quest’anno, si concluderà nel 2023). “Vogliamo aiutare le persone ad avere un continuum nella loro quotidianità tra un prima e un dopo molto diversi – continua Corsolini –. La medicina narrativa è parte di un approccio diffuso, pensato e implementato perché si cominci a comprendere che la storia di una persona è importante tanto quanto i suoi esami clinici”. In cosa consiste questo percorso? In primis, in un laboratorio di scrittura autobiografica condotto da psicologi ed educatori. Al centro, l’idea che la scrittura favorisca il riconciliarsi con le proprie emozioni. E poi presentazioni – rivolte non solo a una platea interna – di libri autobiografici di persone con una disabilità acquisita, come “Ride Through” di Alessia Polita, ex paziente della struttura. “E ancora formazione, tanta formazione. Affinché, come operatori, impariamo ad avere un occhio non superficiale su questo tema”.
A tutto ciò si aggiunge il concorso letterario “Sempre io”, iniziativa rivolta a chi ha vissuto direttamente o indirettamente l’esperienza di un ricovero in istituto: pazienti, ex pazienti, operatori, tirocinanti, familiari. Il concorso è suddiviso in quattro sezioni: racconto breve, poesia, fumetto e “Zirudèla” ovvero un componimento in rima, anche attraverso le diverse forme dialettali italiane. “Vorremmo organizzare un momento di restituzione finale del percorso, magari proprio il 5 settembre, Giornata internazionale delle persone con lesioni al midollo spinale. Speriamo di poterlo fare in presenza”.
Ambra Notari