Migranti, Onu: 500 rimpatri informali dalla Grecia alla Turchia nel 2022

La denuncia di Unhcr che si dice "profondamente allarmata" per "il crescente numero di incidenti violenti e di gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati e richiedenti asilo alle varie frontiere dell'Europa, molti dei quali hanno provocato tragiche perdite di vite umane"

Migranti, Onu: 500 rimpatri informali dalla Grecia alla Turchia nel 2022

Sono "quasi 540" gli episodi di "rimpatri informali" ai confini terrestri e marittimi della Grecia con la Turchia registrati dall'inizio del 2020 dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). L'ente dell'Onu lo denuncia in una nota nella quale si dice "profondamente allarmata" per le "il crescente numero di incidenti violenti e di gravi violazioni dei diritti umani contro i rifugiati e richiedenti asilo alle varie frontiere dell'Europa, molti dei quali hanno provocato tragiche perdite di vite umane".

"Violenza, maltrattamenti e respingimenti continuano a essere regolarmente segnalati in diversi punti di ingresso alle frontiere terrestri e marittime, sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea (Ue), nonostante i ripetuti appelli a porre fine a tali pratiche da parte delle agenzie Onu, tra cui l'Unhcr, delle organizzazioni intergovernative e delle ong", ribadisce l'Unhcr nel comunicato.

"Sebbene molti incidenti non vengano denunciati per vari motivi - si legge ancora nella nota -, l'Unhcr ha intervistato, in tutta Europa, migliaia di persone che sono state respinte e che riportano uno schema allarmante fatto di minacce, intimidazioni, violenza e umiliazione. In mare, le persone riferiscono di essere state lasciate alla deriva su zattere di salvataggio o a volte addirittura costrette a gettarsi direttamente in acqua, evidenziando una gravissima mancanza di rispetto per la vita umana. Ci sono notizie di almeno tre persone morte in tali incidenti dal settembre 2021 nel mar Egeo, tra cui uno più recentemente a gennaio. Pratiche altrettanto orribili sono frequentemente riportate ai confini terrestri, con testimonianze corroboranti di persone private dei loro vestiti e delle loro scarpe e brutalmente respinte in condizioni meteorologiche proibitive".

"Salvo poche eccezioni - denuncia l'Unhcr -, gli Stati europei non hanno indagato queste segnalazioni, nonostante le prove siano numerose e credibili. Al contrario - prosegue il comunicato -, vengono eretti muri e recinzioni su varie frontiere. Abbiamo ricevuto informazioni non solo rispetto alla negazione di ingresso alle frontiere, ma anche rispetto al rimpatrio di rifugiati nel loro paese d'origine, nonostante i rischi a cui sarebbero stati esposti, il che potrebbe essere in contrasto con il principio giuridico internazionale del non-refoulement".

Il diritto di chiedere asilo, specifica l'agenzia dell'Onu, "non dipende dalla modalità di ingresso in un Paese. Le persone che desiderano chiedere asilo dovrebbero essere autorizzate a farlo e dovrebbero essere informate dei loro diritti e ricevere assistenza legale".

Il comunicato prosegue con un appello: "Bisogna procedere con urgenza al rafforzamento della prevenzione delle violazioni dei diritti umani alle frontiere, così come all'istituzione di meccanismi di monitoraggio nazionali veramente indipendenti per garantire le segnalazioni e la documentazione indipendente degli incidenti", si legge nella nota.

"Secondo il diritto dell'Ue - continua Unhcr -, le attività di sorveglianza delle frontiere devono essere attuate nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. È possibile gestire le frontiere e affrontare i problemi di sicurezza e al contempo mettere in pratica politiche eque, umane ed efficienti nei confronti dei richiedenti asilo che siano in linea con gli obblighi posti dai diritti umani internazionali e dal diritto dei rifugiati, fra cui la Convenzione del 1951 e il diritto europeo".

"Gli Stati devono mantenere i loro impegni e rispettare i diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla vita e il diritto d'asilo", afferma quindi l'agenzia dell'Onu. "Il modo in cui l'Europa sceglie di proteggere i richiedenti asilo e i rifugiati è importante e costituisce un precedente non solo per lo spazio comunitario ma anche a livello globale", conclude poi la nota. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)