Migranti, morti due bambini a largo di Lampedusa. Lo sgomento delle organizzazioni

Save the Children e Unicef: “Necessaria un’assunzione di responsabilità di Stati membri e istituzioni europee per garantire vie sicure legali di accesso, un meccanismo coordinato di ricerca e soccorso in mare e l’impegno nell’accoglienza e protezione dei più vulnerabili, come minori soli, mamme e bambini”. Centro Astalli: “L’orrore va fermato, basta accordi con la Libia!”

Migranti, morti due bambini a largo di Lampedusa. Lo sgomento delle organizzazioni

“Le ultime notizie che giungono da Lampedusa ci lasciano sgomenti. Ancora una tragedia nel Mediterraneo, ancora morti e dispersi tra le persone che hanno tentato disperatamente di raggiungere l’Europa per cercare un futuro di pace e, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto sono i più piccoli. Due bambini di meno di un anno sono le ultime vittime di questo drammatico incidente in mare. Il Mediterraneo centrale si conferma tra le rotte più letali. Non si possono accettare queste morti. È necessaria un’assunzione di responsabilità condivisa tra gli Stati membri e le istituzioni europee per garantire vie sicure e legali per l’ingresso in Europa e un meccanismo coordinato e strutturato di ricerca e salvataggio delle persone in difficoltà in mare, agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale”. E’ quanto dichiara Save the Children, presente sull’isola con un intervento di protezione in collaborazione con l’Unicef per garantire una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambine, bambini e adolescenti e delle loro famiglie che arrivano a Lampedusa, nell’ambito della più ampia collaborazione inaugurata nel dicembre 2020.

La vicenda. Hanno uno e due anni le vittime dell’ultima tragedia accaduta al largo di Lampedusa. I piccoli, che erano su una barca di migranti diretta verso le coste siciliane, sono deceduti a causa di gravissime ustioni dopo un’esplosione avvenuta sul natante.
Tra i 37 salvati c'è anche una donna gravemente ustionata, che è stata intubata e portata all'ospedale di Palermo.

Le due organizzazioni sottolineano l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti che attraversano la frontiera sud dell’Europa in cerca di salvezza, e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini. “La situazione di questi giorni a Lampedusa dimostra, ancora una volta, la necessità di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato e la necessità di garantire subito assistenza e protezione adeguate”.
La collaborazione tra Save the Children e Unicef, inauguratasi a dicembre 2020, è volta a dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo in Italia e in transito. “Grazie alla partnership, continueranno ad essere garantiti ai minori in arrivo o transitanti alla frontiera Nord che Sud, provenienti da zone di conflitto e di povertà estrema di tutto il mondo, beni di prima necessità, quali kit per il viaggio e l’igiene personale, un primo sostegno emotivo, informazioni sui diritti, sui servizi e sulle opportunità disponibili – ribadiscono le organizzazioni -. Continueranno inoltre ad essere effettuate valutazioni tempestive delle potenziali vulnerabilità e di problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere nei confronti delle ragazze e delle giovani donne”.

Centro Astalli: “L'orrore va fermato. Basta accordi con la Libia!”

Il Centro Astalli esprime “dolore e sgomento per questa tragedia e per quanto continua ad accadere nel Mediterraneo centrale: si tratta di una vera e propria ecatombe che non sortisce ormai più da tempo alcuna reazione politica, sociale, mediatica”.
Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, afferma: “Tutto ciò è inaccettabile e tragico. Tra pochi giorni scadrà il termine per il rinnovo degli accordi con la Libia, che costringono migliaia di migranti a violenze, morte e torture di ogni genere, come ampiamente documentato dalle Nazioni Unite. Il traffico di esseri umani va fermato dagli Stati nazionali e dall’Ue, attivando in modo strutturale e adeguato, vie legali di ingresso in Europa”.

Papa Francesco non ha esitato a definire l’esclusione dei migranti “schifosa, peccaminosa, criminale”. “Se la politica continua a girarsi dall’altra parte o a liquidare il tema proponendo il blocco delle partenze attraverso l’esternalizzazione delle frontiere, la società civile deve potersi sentire rappresentata nell’esprimere una voce alternativa: salvare, accogliere e convivere pacificamente con persone di origine straniera”, ribadisce il Centro Astalli, che insieme a più di 40 organizzazioni della società civile chiederà in una conferenza stampa e in una manifestazione pubblica, il prossimo 26 ottobre, al nuovo Parlamento italiano di non rinnovare gli accordi con la Libia. 

“Le migrazioni verso l’Europa vanno gestite nel rispetto dei trattati internazionali, delle leggi del mare, dei diritti umani universalmente riconosciuti e dei basilari principi di civiltà per cui lasciar morire un essere umano in mare o in un Paese non sicuro non può essere mai la soluzione”, conclude.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)