Migranti, stranieri in calo per il secondo anno. La sanatoria non migliora situazione degli irregolari

I dati del XXVII rapporto Ismu. Gli stranieri in Italia sono 5.756.000 (il 10% della popolazione), 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Diminuiscono i flussi in ingresso, aumentano le acquisizioni di cittadinanza: un milione e mezzo di “nuovi italiani”

Migranti, stranieri in calo per il secondo anno. La sanatoria non migliora situazione degli irregolari

Per il secondo anno consecutivo diminuisce il numero degli stranieri in Italia per effetto sia della flessione dei flussi di ingresso che delle acquisizioni di cittadinanza. In totale al 1° gennaio 2021 sono 5.756.000 (il 10% della popolazione), 167.000 unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Resta sostanzialmente invariato, invece, il numero degli irregolari: 519mila contro i 517mila dell’anno precedente. A pesare sono i ritardi nella valutazione delle istanze della sanatoria del luglio 2020 (il dato comprende ancora la quasi totalità delle persone che hanno presentato domanda di emersione). Lo rivela il XXVII Rapporto ISMU sulle migrazioni 202, presentato oggi. 

La sanatoria non ha migliorato la situazione degli irregolari 

Stando ai dati, il calo dei presenti nel 2020 è per lo più dovuto agli stranieri regolari non residenti che scendono a 224mila unità (al 1° gennaio 2020 erano 366mila), mentre gli iscritti in anagrafe diminuiscono solo marginalmente (5.013.000 unità al 1° gennaio 2021). 

Per quanto riguarda gli irregolari il numero è stabile alla data del 1° gennaio 2021 (519mila), tra i quali è ancora conteggiata la quasi totalità delle persone che nel 2020 hanno presentato domanda di emersione. L’iter delle domande è stato piuttosto lento anche nel corso del 2021: i dati più recenti segnalano che all’8 novembre 2021 le domande esaminate erano 92.876, pari al 44,7% delle istanze per emersione di lavoro, con esiti positivi nell’83,6% dei casi e un ulteriore 2,4% di rinunce. 

Tra le novità segnalate nel rapporto la mortalità in aumento del 23,3% tra gli stranieri (contro il +17,7% tra gli italiani). Il numero dei decessi tra gli immigrati che, se pur in termini assoluti sia del tutto modesto (in totale si contano 9.323 morti), nell’anno della pandemia segna una variazione di mortalità in aumento del 23,3% rispetto al biennio 2018-2019. La variazione di mortalità tra i cittadini italiani, la cui struttura per età è più “matura”, è stata invece del +17,7%, sei punti percentuali in meno rispetto a quella della popolazione immigrata. 

Per quanto riguarda le provenienze degli stranieri residenti, al 1° gennaio 2021 il gruppo nazionale più numeroso continua a essere quello dei romeni (1 milione e 138 mila residenti, il 23% del totale degli stranieri residenti in Italia), seguito dagli albanesi (410 mila) e dai marocchini (408 mila). I cittadini dei paesi terzi coprono circa il 70% del totale (3 milioni e 543mila unità, includendo anche il Regno Unito). Nel corso del 2020 sono stati rilasciati 107mila nuovi permessi di soggiorno, il numero più basso degli ultimi 10 anni (-40% rispetto al 2019). La diminuzione più consistente ha riguardato i permessi per studio (-58,1% rispetto all’anno precedente), cui seguono i permessi per asilo-umanitari (-51,1%), quelli per famiglia (-38,3%) e quelli per lavoro (-8,8%). In termini globali i cittadini non comunitari con regolare permesso di soggiorno in Italia sono diminuiti di circa il 7%, passando da 3 milioni e 616mila al 1° gennaio 2020 a 3 milioni e 374mila al 1° gennaio 2021. 

 

Un milione e mezzo di “nuovi italiani”

Al 1° gennaio 2020 (ultimi dati disponibili) vivono in Italia oltre 1 milione e 500mila (di cui 335mila nati in Italia) “nuovi italiani”, che nati stranieri, hanno successivamente acquisito la nostra cittadinanza. Si deve considerare che ogni 100 stranieri ci sono in media 29 “nuovi cittadini”. L’acquisizione per residenza – che per i cittadini non comunitari richiede 10 anni di ininterrotta dimora in Italia – è stata di gran lunga la modalità più seguita. Si fa notare che alcuni provvedimenti  - circa il 6% nel 2020 – riguardano discendenti di italiani emigrati all’estero che richiedono e ottengono la cittadinanza per ius sanguinis. 

Gli sbarchi sulle coste italiane nel 2020 sono stati oltre 34mila, circa il triplo di quanti registrati nel 2019. Nel 2021 gli sbarchi sono quasi raddoppiati per un totale di 67.040. I dati forniti dal Ministero dell’Interno, in risposta a una richiesta di Fondazione Ismu, quantificano in 6.718, pari al 10,7% di tutti gli ingressi registrati, gli accessi via terra senza visto tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2021. Si tratta di un dato parziale che già supera il dato complessivo per l’intero 2020 (5.247 ingressi via terra). Nel 2020 le richieste d’asilo sono state 26.963, mentre il dato preliminare relativo al 2021 è di 56.388 domande. Nel 2020 sono state presentate 79 domande d'asilo ogni 100 sbarchi, valore che sale a 84 nel 2021. Nella seconda metà del 2021 si assiste a una forte crescita delle richieste di protezione di afghani: a fronte delle circa 600 domande annue nel biennio 2019-2020, le domande presentate nel 2021, anche a seguito dei ponti aerei da Kabul di fine agosto, sono 6.445 (+889%). Quella afghana è così la quarta nazionalità per numero di richieste di asilo nel 2021 (11,4%).

Dal report emerge, inoltre, che solo il 3% dei minori stranieri non accompagnati è in affido familiare. In Italia, uno dei principali paesi di approdo o transito per i minori stranieri non accompagnati (msna) insieme a Grecia e Spagna, al 30 novembre 2021 i msna erano 11.159 (+69% rispetto allo stesso periodo del 2020, in cui se ne contavano 6.601). Di tutte le domande di protezione presentate nel 2020 nell’UE+, cioè allargata (i 27 paesi membri, più Svizzera e Norvegia), circa il 4% arriva da msna. Per quanto riguarda le pratiche di accoglienza, si segnala che in Italia solo il 3% dei msna ha potuto beneficiare dell’affido familiare in alternativa al collocamento in comunità. Si fa presente che ISMU è uno dei partner del progetto FA.B!  (Family based care for children in migration), finanziato dalla Commissione europea per il biennio 2021-2022, che mira a diffondere la pratica dell’affido familiare per i minori giunti soli in 5 Paesi dell’UE: Italia, Grecia, Cipro, Malta, Spagna.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)