Misurazione del benessere, Istat: nel 2020 i giovani neet salgono al 23.3%

Dopo alcuni anni di diminuzione, la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano torna a salire: +1,1 rispetto al 2019. Trend accentuato al Nord (16,8%; +2,3 punti) e al Centro (19,9%; +1,8 punti). Leggera diminuzione per il Mezzogiorno (-0,4; 32,6%)

Misurazione del benessere, Istat: nel 2020 i giovani neet salgono al 23.3%

Dopo alcuni anni di diminuzione, la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano (Neet) torna a salire, raggiungendo nel 2020 il 23,3% in media-Italia (+1,1 punti percentuali rispetto al 2019). Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori'.

Il trend è accentuato al Nord (16,8%; +2,3 punti) e al Centro (19,9%; +1,8 punti). Il Mezzogiorno, che registra invece una contrazione modesta (-0,4 punti), resta comunque su livelli doppi rispetto al Nord, con circa un giovane di 15-29 anni su tre che non è inserito in un percorso di istruzione o formazione né è occupato (32,6%).

La distribuzione tra le province mostra una evidente divaricazione tra l'area del Nord-est e la Sicilia, dove la quota di Neet tocca il 40% a Messina, Catania e Caltanissetta (Figura 3). Tuttavia, la provincia con il valore più alto del tasso è, anche nel 2020, quella di Crotone (48%), che marca una distanza notevole da Pordenone (10,7%), Ferrara (11,1%) e Sondrio (11,9%), le province più virtuose.

In generale, tra il 2010 e il 2020 l'incidenza dei Neet aumenta per quasi i due terzi delle province. Tra quelle che invece presentano una dinamica nettamente positiva si segnalano Pordenone (17,9% nel 2010; -7 punti percentuali) e Brescia (14,7% nel 2020 da 21,6%). Nel Mezzogiorno le evoluzioni positive più marcate emergono per Matera (24,5%, -8 punti percentuali rispetto al 2010) e Brindisi (28,9% da 36,8%).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)
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