Msf: un anno di lavoro in 74 paesi grazie a 43 mila operatori sanitari

Il Rapporto 2019 dell’organizzazione, che pubblica anche i dati relativi alle donazioni ricevute in Italia: 63,4 milioni di euro. Effettuate 11 milioni di visite mediche. Sono state 414 le partenze di operatori italiani: medici, infermieri, psicologi, esperti di logistica, epidemiologi, tecnici di laboratorio e mediatori interculturali

Msf: un anno di lavoro in 74 paesi grazie a 43 mila operatori sanitari

Undici milioni di visite mediche in 74 paesi del mondo grazie all’opera di 43.000 operatori umanitari. Sono i numeri principali contenuti nel “Rapporto annuale 2019”  di Medici Senza Frontiere (Msf) che pubblica anche i dati relativi alle donazioni ricevute in Italia: 63,4 milioni di euro, raccolti esclusivamente in Italia attraverso il contributo di sostenitori privati - singoli individui, aziende e Fondazioni selezionate -, che si vanno ad aggiungere a quelli raccolti a livello internazionale. Sono 414 le partenze di operatori italiani: medici, infermieri, psicologi, esperti di logistica, epidemiologi, tecnici di laboratorio e mediatori interculturali, partiti in missione per destinazioni in cui la possibilità di ricevere cure mediche può trasformarsi in enormi sfide.

“Pubblichiamo i nostri dati del 2019 mentre in oltre 70 paesi del mondo le nostre équipe sono impegnate a contrastare la pandemia di Covid-19. Stiamo condividendo la nostra esperienza nella gestione di grandi epidemie, come l’Ebola o quella di morbillo in Repubblica Democratica del Congo che nel 2019 ha ucciso più di 6.000 persone - dichiara Claudia Lodesani, presidente di Msf in Italia -. Nel 2019 abbiamo anche celebrato vent’anni dal conferimento del Premio Nobel e soprattutto dalla nascita della nostra Campagna per l’Accesso ai farmaci essenziali. Ma sappiamo che c’è ancora molto da fare per garantire che il diritto alle cure sia davvero universale e perché il futuro vaccino contro il Covid-19 sia davvero accessibile a tutti”.

Nel 2019 le équipe di MSF hanno contrastato l’epidemia di Ebola in Repubblica Democratica del Congo (RDC), una di Dengue in Honduras che ha colpito migliaia di persone, mentre nello Stato del Borno in Nigeria si è registrato un forte picco di malaria che ha coinvolto soprattutto i minori di 15 anni. Le zone di guerra e conflitto restano tra i luoghi principali dell’azione di Msf: in Yemen gestisce 12 ospedali e ne supporta altri 20, in Siria le cliniche mobili di Msf hanno effettuato 4.500 visite mediche al mese in 15 campi per sfollati.

cambiamenti climatici hanno portato ad intensificare gli sforzi in Mozambico, dove un ciclone si è abbattuto sulla città di Beira spazzando via il 70% dei tetti delle case e causando molti feriti, in Somalia, teatro di violente inondazioni che hanno causato oltre 270.000 sfollati e in Iran, nel Lorestan, una regione montuosa costellata di villaggi isolati, colpita nel 2018 dalla siccità e l’anno successivo da pesanti precipitazioni.

La fuga di milioni di persone da guerre e povertà estrema resta ancora una delle crisi umanitarie più gravi del momento. Nel 2019 team Msf hanno assistito oltre 1.300 persone in 21 operazioni di salvataggio nel Mediterraneo e garantito accesso alle cure e supporto psicologico a migranti e rifugiati bloccati in Libia, sempre più devastata dal conflitto. In Europa, la clinica pediatrica di Msf fuori dal campo di Moira, a Lesbo, ha curato centinaia di bambini con malattie croniche e complesse, fra cui problemi cardiaci, epilessia e diabete.

Le attività in Italia

“Nel 2019, il governo italiano ha introdotto politiche più severe in materia di asilo e migrazione, rendendo ancora più difficile l’accesso all’assistenza sanitaria – afferma l’organizzazione -. Abbiamo continuato a colmare le lacune nei servizi medici per le persone più vulnerabili, cercando soluzioni a queste politiche restrittive. In Basilicata, da luglio a novembre, siamo intervenuti con una clinica mobile offrendo cure mediche di base e orientamento socio-sanitario ai migranti che lavorano nel settore agricolo. Nel corso dell’anno oltre 1.000 persone sono state supportate tra Palermo, Roma e Torino con un programma di orientamento ai servizi sanitari pubblici territoriali rivolto ai residenti di diversi insediamenti informali”.

Per celebrare i 20 anni della Campagna per l’Accesso ai farmaci avviata da Msf nel 1999, anno del Premio Nobel per la Pace, è stata lanciata in Italia la campagna “Non chiediamo mica la luna”, che chiede che l’accesso alle cure non sia fantascienza ma un diritto universale. “L’iniziativa ha avuto successo, permettendoci di sensibilizzare su questo importante tema più di 40.000 persone, molte delle quali hanno firmato la petizione globale per chiedere alla Johnson&Johnson (J&J) di abbassare a 1 dollaro al giorno a paziente il prezzo della bedaquilina, risultato in parte raggiunto qualche settimana fa  quando la casa farmaceutica ha comunicato una considerevole diminuzione del prezzo di questo farmaco”.

Bilancio trasparente

Il 2019 Msf ha visto un incremento del 3% dei proventi, da 61,4 milioni a 63,4 milioni di euro, provenienti dalla raccolta fondi grazie al contributo di 300.000 donatori privati, che rafforzano la capacità dell’organizzazione di agire indipendentemente da qualsiasi agenda politica o economica.
“Il 100% dei fondi che raccogliamo in Italia proviene da donazioni private. Di questi, circa il 95,5% sono scelte fatte da singoli individui mentre il 4,5% da aziende e fondazioni selezionate. 10,6 milioni derivano dal 5x1000. Per ogni euro raccolto, 0,81 centesimi sono destinati a progetti e sensibilizzazione, 0,17 sono le spese sostenute per la raccolta fondi e 0,02 per la gestione dell’organizzazione”, conclude Msf.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)