Rifugiati. Allarme Unhcr: record migranti forzati, sono 80 milioni

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, fa appello ai paesi di tutto il mondo affinché si impegnino ulteriormente per dare protezione a milioni di rifugiati e altre persone in fuga da conflitti. Sami: “Dal 2010 numero raddoppiato”. Grandi: “Necessarie nuove strategie”

Rifugiati. Allarme Unhcr: record migranti forzati, sono 80 milioni

Sale il numero dei migranti forzati nel mondo:  sono 79,5 milioni, 10 milioni in più del 2018,  più dell’1 per cento della popolazione mondiale (1 persona su 97), un dato mai così alto. Allo stesso tempo continua a diminuire inesorabilmente il numero di coloro che riescono a fare ritorno a casa. Lo rileva il rapporto annuale dell’UNHCR Global Trends, pubblicato due giorni prima della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno.

Il rapporto, inoltre, spiega come per i rifugiati sia sempre più difficile porre fine in tempi rapidi alla propria condizione. Negli anni Novanta, una media di 1,5 milioni di rifugiati riusciva a fare ritorno a casa ogni anno. Negli ultimi dieci anni la media è crollata a circa 385.000, cifra che testimonia come oggi l’aumento del numero di persone costrette alla fuga ecceda largamente quello delle persone che possono usufruire di una soluzione durevole.

“Siamo testimoni di una realtà nuova che ci dimostra come gli esodi forzati, oggi, non soltanto siano largamente più diffusi, ma, inoltre, non costituiscano più un fenomeno temporaneo e a breve termine”, sottolinea l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. “Non ci si può aspettare che le persone vivano per anni e anni una condizione precaria, senza avere né la possibilità di tornare a casa né la speranza di poter cominciare una nuova vita nel luogo in cui si trovano. È necessario adottare sia un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono, sia un impulso molto più determinato volto a risolvere conflitti che proseguono per anni e che sono alla radice di immense sofferenze”. Secondo il rapporto Global Trends, dei 79,5 milioni di persone che risultavano essere in fuga alla fine dell’anno scorso, 45,7 milioni erano sfollati all’interno dei propri Paesi. La cifra restante era composta da persone fuggite oltre confine, 4,2 milioni delle quali in attesa dell’esito della domanda di asilo, e 29,6 milioni tra rifugiati (26 milioni) e altre persone costrette alla fuga fuori dai propri Paesi.

Dal 2010 il numero persone in fuga nel mondo è quasi raddoppiato, da 41 a 79,5 milioni - aggiunge Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa di Unhcr - Questo è dovuto alla nascita di nuove guerre e nuovi conflitti, e a nuove crisi come quella della Repubblica democratica del Congo, quelle nei paesi dell’area del Sahel e la crisi siriana, ormai giunta al decimo anno di conflitto”.  In particolare, l’incremento annuale, rispetto ai 70,8 milioni di persone in fuga registrati alla fine del 2018, rappresenta il risultato di due fattori principali. Il primo riguarda le nuove preoccupanti crisi verificatesi nel 2019, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, nella regione del Sahel, in Yemen e in Siria, quest’ultima ormai al decimo anno di conflitto e responsabile dell’esodo di 13,2 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, più di un sesto del totale mondiale. Il secondo è relativo a una migliore mappatura della situazione dei venezuelani che si trovano fuori dal proprio Paese, molti non legalmente registrati come rifugiati o richiedenti asilo, ma per i quali sono necessarie forme di protezione.  "L'Italia è convinta che sia necessario un impegno meglio strutturato e condiviso a livello europeo per facilitare l'arrivo in modo legale, per ragioni umanitarie, di rifugiati particolarmente vulnerabili - ha sottolineato la viceministra agli Esteri Emanuela Del Re -. E' necessario garantire un passaggio sicuro verso l'Italia, prevenendo i rischi e le morti dovute ai pericolosi viaggi organizzati dai trafficanti di esseri umani".

Dietro a tutte queste cifre, infatti, ci sono storie di sofferenza individuale profonda. Il numero di minori in fuga (stimato intorno ai 30-34 milioni, decine di migliaia dei quali non accompagnati), per esempio, è più elevato di quello dell’intera popolazione di Australia, Danimarca e Mongolia messe insieme. Contemporaneamente, la percentuale di persone in fuga di età pari o superiore ai 60 anni (4 per cento) è estremamente inferiore a quella della popolazione mondiale (12 per cento) – una statistica che attesta lo strazio, la disperazione, i sacrifici e la separazione dai propri cari.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)