Scuola, “preoccupano l’assenza di un piano di sostegno educativo e la discrezionalità delle regioni”

Con una nota a firma Chiara Saraceno, Alessandro Rosina e Emmanuele Pavolini, l’Alleanza per l’infanzia avanza delle richieste: criteri uniformi per assicurare la continuità dei servizi educativi e scolastici, rivedere le norme previste dai Dpcm per la chiusura indiscriminata delle scuole, presidi educativi dove mini-gruppi possano essere accolti e seguiti, un Piano educativo per l’estate

Scuola, “preoccupano l’assenza di un piano di sostegno educativo e la discrezionalità delle regioni”

Alleanza per l’Infanzia esprime “profonda preoccupazione” per la mancata predisposizione di un piano di sostegno educativo a fronte della chiusura della didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado e nei servizi educativi per la prima infanzia nelle zone rosse.
Con una nota a firma Chiara Saraceno, Alessandro Rosina e Emmanuele Pavolini, l’Alleanza afferma anche che “preoccupa la discrezionalità lasciata ai Presidenti di regione nel chiudere scuole e servizi educativi anche nelle zone gialle e arancioni. Ciò aggrava il disagio che tutti i bambini e adolescenti stanno sperimentando in questo lungo anno di pandemia e allarga ulteriormente le disuguaglianze dovute a povertà materiale ed educativa”.
“La pandemia sta ledendo il diritto all’istruzione di tutti i bambini e adolescenti, con conseguenze ancora più gravi per i più svantaggiati, come hanno già documentato numerose ricerche in questi mesi – continua l’Alleanza -. Non si aggrava soltanto la povertà materiale di un numero crescente di minorenni, ma anche quella educativa, riducendo così in modo inaccettabile le loro possibilità di crescita. Anche nel caso di lockdown totale a questi bambini e adolescenti va garantita la possibilità di essere seguiti in spazi extra-familiari. Il diritto alla salute e diritto all’istruzione vanno entrambi garantiti”.
Alleanza per l’Infanzia, composta da 34 enti, associazioni e organizzazioni sindacali, aventi rilevanza nazionale, e da studiose/i e ricercatrici/ori con competenze ed esperienze specifiche in materia di diritti, salute, educazione, sviluppo dei bambini e adolescenti, di politiche per le famiglie, chiede: “che la Conferenza delle regioni e delle province autonome e l’Anci si diano criteri uniformi per assicurare il più possibile la continuità dei servizi educativi e scolastici”; chiede poi di “rivedere con urgenza le norme previste nei DPCM per le zone rosse affinché non si chiudano indiscriminatamente le scuole, e in particolare i servizi educativi per la prima infanzia, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, ma che si rinunci all’attività in presenza solo in modo molto selettivo, là dove a livello locale, e nonsolo regionale, lo richiedano i tassi di contagio. Contestualmente va accelerata la vaccinazione degli educatori e insegnanti e degli altri operatori della scuola”.

Ed ancora, l’Alleanza chiede che “nelle zone rosse le scuole promuovano, in collaborazione con Regioni ed enti locali, presidi educativi dove mini-gruppi possano essere accolti e seguiti, sia all’interno degli spazi scolastici, sia in ‘aule diffuse’ e con educatori messi a disposizione dalla società civile e dal Terzo settore, anche ricorrendo ai Patti educativi territoriali”. Inoltre, “prevedere già da ora come affrontare la situazione dopo Pasqua, mettendo a punto tutti gli strumenti necessari per impedire il riaccendersi della pandemia nella ripresa della scuola in presenza”. Chiede infine “che venga predisposto quanto prima un Piano educativo nazionale per l'estate, che coinvolga anche tutti i soggetti interessati e competenti in materia, appartenenti all’associazionismo civico, al Terzo settore e alle realtà culturali del nostro Paese”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)