Separatati dal covid: 10 mila coppie non sposate binazionali costrette alla lontananza

Sono soprattutto quelle in cui uno dei due vive fuori dall’area Shengen in paesi che vedono ancora in vigore misure che limitano lo spostamento. L’Ue ha invitato a velocizzare i ricongiungimenti. E nasce il movimento Love Is Not Tourism

Separatati dal covid: 10 mila coppie non sposate binazionali costrette alla lontananza

Circa 10 mila coppie nell’Unione europea sono ancora costrette alla lontananza dalle misure di contenimento del nuovo coronavirus. Si tratta di persone non sposate che si sono ritrovate a fare i conti prima con il lockdown, poi con le maglie della burocrazia.

Chi sono e cosa prevede la legge. Le coppie “binazionali” travolte da questa situazione sono soprattutto quelle in cui uno dei due vive fuori dall’area Shengen in paesi che vedono ancora in vigore misure che limitano lo spostamento. Eppure la normativa in materia dovrebbe garantire tutti in situazioni del genere: la Direttiva 2004/38/CE di Parlamento europeo e Consiglio parla di diritto al ricongiungimento, l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo prevede il diritto al rispetto della vita privata e familiare. L’intoppo nell’applicazione di queste norme, in molti casi, sta nel fatto che non si tratta di coppie sposate.

Le ferie. Durante l’estate diversi paesi hanno riaperto le frontiere, complice anche l’attenzione al settore turistico. Ma per molte coppie non è cambiato nulla, con diritti riconosciuti ad altri soggetti, come lavoratori o famiglie composte da coppie sposate, ma non a loro. Tanto che in alcuni casi sono riuscite giusto a vedersi in paesi diversi dai propri, attraverso il visto turistico, dove questo era stato reso possibile (come Regno Unito e Croazia).

La campagna. Questa situazione ha portato alla nascita del movimento internazionale LoveIsNotTourism, che diffonde notizie sulla materia e dà la possibilità di conoscere e appoggiare iniziative in vari paesi. Si tratta ormai di una campagna globale, rilanciata con gli hashtag #LoveIsNotTourism e #LoveIsEssential su Twitter e Facebook. Esiste anche una petizione diretta alla commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che è già stata sottoscritta da oltre 30 mila persone.

La risposta dell’Europa. La posizione della Commissione europea, almeno sulla carta, è chiara: a inizio agosto ha chiesto a tutti gli Stati di permettere subito ai partner di cittadini europei di entrare nell’area Shenghen. Eppure sono appena undici i paesi che hanno dato seguito a questo appello. In particolare, hanno cominciato ad aprire le frontiere Danimarca, Norvegia e Austria, seguiti poi da Islanda, Olanda, Svizzera, Finlandia, Repubblica Ceca, Germania, Francia e Spagna, che hanno facilitato le procedure, pur imponendo alcune regole aggiuntive e richiedendo un tampone negativo al nuovo coronavirus (la situazione si è sbloccata ora anche nel nostro paese, con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm del 7 settembre).

L’articolo integrale di Irene Masala, Coppie binazionali separate da Covid-19 e burocrazia, può essere letto su Osservatorio Diritti.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)