Stranieri residenti e nuovi cittadini: rallenta la crescita

Dati Istat: la dinamica della popolazione straniera residente ancora sotto l’effetto della crisi pandemica. Alla fine del 2021, gli stranieri residenti in Italia erano poco più di 5 milioni, pari all'8.5% della popolazione. - 2,7% rispetto al 2020. Migrazioni internazionali in parziale ripresa, calano gli stranieri che prendono la cittadinanza: sono il 23,5, il 7,8% in meno rispetto al 2020

Stranieri residenti e nuovi cittadini: rallenta la crescita

Lo popolazione straniera residente Italia è in calo: dal 2020 al 2021 si è registrata infatti una riduzione del 2.7%. E' quanto fa sapere l'Istat, nel report su “Stranieri residenti e nuovi cittadini”, relativo all'anno 2021, appena diffuso . Al 31 dicembre 2021, in Italia la popolazione straniera residente ammonta a 5.030.716 unità, (il 2,7% in meno, appunto, rispetto al 2020) ed è composta per il 50,9% da donne. L’incidenza della componente straniera sulla popolazione residente totale risulta pari all’8,5%.

Rallenta la crescita naturale degli stranieri

“La popolazione italiana ha da tempo perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce – si legge nel report - Ad attenuare il declino demografico sono gli effetti del saldo naturale della popolazione straniera, caratterizzato storicamente da tendenze positive, conseguenza della più alta natalità, rispetto agli italiani, e della bassissima mortalità in ragione del giovane profilo per età di questa popolazione.

Il tasso di crescita naturale degli stranieri (su valori medi intorno al 20‰ nella prima parte degli anni Duemila) a partire dal 2009 evidenzia una tendenza decrescente (dal 19,6‰ al 9,2‰ nel 2021).

Su tale contrazione della dinamica naturale, nel biennio 2020-2021 si innestano gli effetti della pandemia”. Nel 2021, il calo dei nati stranieri in Italia (56.926; -4,8% rispetto al 2020) e l’aumento dei decessi (10.000, +8,6% sull’anno precedente) determinano un saldo naturale di 46.926 unità, che seppure positivo, si riduce del 7% rispetto al 2020 e del 15% rispetto al 2019. Il tasso di natalità è pari in media nazionale all’11,2‰, mentre quello di mortalità, già in crescita nel 2020 (+1,8‰), raggiunge per la prima volta il valore del 2‰.

Saldo naturale positivo in tutte le regioni

Nel 2021 il saldo naturale della popolazione straniera è positivo in tutte le regioni. A livello nazionale il tasso di crescita naturale si attesta al 9,2‰ e varia dal +11,3‰ del Veneto al +5,3‰ della Sardegna. Le nascite di bambini da genitori entrambi stranieri si concentrano nelle regioni dove non solo la presenza straniera è più diffusa e radicata, ma dove sono anche più avanzati i processi di integrazione: nel Nord-est (20,6% del totale delle nascite) e nel Nord-ovest (20,1%). L’Emilia-Romagna ha l’incidenza più alta di nati stranieri (24,0%), la Sardegna la più bassa (4,4%). Il tasso di natalità nel complesso della popolazione residente straniera è pari all’11,2‰. Il primato è detenuto dal Veneto (13,0‰), seguito dalla Valle d’Aosta e dall’Emilia-Romagna con il 12,9‰. In Sardegna si rileva il valore più basso (7,4‰). L’aumento dei decessi dei cittadini stranieri nel 2020 e 2021 risulta invece in linea con la geografia della pandemia da Covid-19.

Migrazioni internazionali in parziale ripresa

Nel 2021, dopo le limitazioni agli spostamenti che hanno condizionato soprattutto il 2020, si registrano segnali positivi per i movimenti migratori dei cittadini stranieri, in aumento rispetto all’anno precedente. Sono state 244mila (+27,0%) le iscrizioni dall’estero di cittadini stranieri e 64mila le cancellazioni per l’estero (+64,6%), con un saldo migratorio per l’estero positivo pari a 179.514 unità.

Gli immigrati stranieri si stabiliscono prevalentemente al Nord (132mila, con un’incidenza del 53,9% sul totale), ripartizione in cui risiede la maggior parte dei cittadini stranieri in Italia. Quasi un quarto degli stranieri sceglie come meta di destinazione il Mezzogiorno (57mila, 23,4%; +39% sul 2020) e oltre un quinto si dirige al Centro (55mila, 22,7%; +23%). La Lombardia (47mila, 19% del totale) è la regione che in termini assoluti accoglie più iscrizioni di cittadini stranieri dall’estero, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna (entrambe 24mila, 10% del totale).

Negli ultimi anni le migrazioni da Paesi non Ue verso l’Italia sono state motivate in larga parte dai ricongiungimenti familiari (da oltre 10 anni il motivo di ingresso più rilevante). Anche nel 2021 le migrazioni per ricongiungimento familiare hanno rappresentato la principale motivazione di rilascio di nuovi permessi di soggiorno attestandosi al 50,9% del totale dei nuovi documenti rilasciati. Di conseguenza gran parte dei nuovi ingressi si sono diretti laddove risiedevano i migranti “apri-pista” che li avevano preceduti.

In calo gli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana

Nel 2021 le acquisizioni di cittadinanza sono 121.457 (23,5‰ residenti; -7,8% rispetto al 2020). Le acquisizioni di cittadinanza si sono registrate prevalentemente nel Nord-ovest (38,5%), con la Lombardia a fare da traino con il 24,3% di acquisizioni sul totale nazionale. In rapporto alla popolazione i valori più elevati si riscontrano in Valle d’Aosta/Vallée d'Aoste (54,1‰ residenti) e nella provincia autonoma di Trento (52,8‰); mentre in Campania si registra il valore più basso (9,6‰).

La principale modalità di acquisizione della cittadinanza italiana nel 2021 è la residenza (42% del totale), seguita a breve distanza dai procedimenti che avvengono per trasmissione del diritto dai genitori ai figli minori conviventi (32%). Sono, invece, molto meno rilevanti le acquisizioni per matrimonio (12%), l’elezione da parte dei nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età (8%) e la discendenza da avi italiani (6%).

Nel complesso, gli italiani per acquisizione della cittadinanza residenti in Italia al 1° gennaio 2021 sono 1.470.680. “La numerosità di questa popolazione è rilevante non solo nell’interpretare la sostanziale stabilità della popolazione straniera negli ultimi anni – si legge - ma anche nella lettura dei diversi fenomeni demografici. Si consideri ad esempio che nel 2021 molte nozze tra stranieri e italiani sono state in realtà celebrate tra stranieri e nuovi italiani (circa il 12% dei matrimoni misti). Solamente il 12,5% dei nuovi cittadini risiede nel Mezzogiorno”. Infatti, mentre in Lombardia ci sono oltre 348mila “nuovi cittadini”, in tutto il Mezzogiorno sono meno di 185mila. Se si considera l’insieme della popolazione di origine straniera (stranieri più nuovi cittadini) in diverse regioni del Centro-nord la quota di nuovi cittadini si colloca oltre il 20%; supera il 29% nelle Marche e il 26% in Veneto. La quota di nuovi cittadini resta al di sotto del 20% in tutto il Mezzogiorno tranne nelle regioni Molise e Abruzzo, dove però i numeri della popolazione di origine straniera sono contenuti.

“Considerando che molti di coloro che diventano cittadini italiani nel Mezzogiorno seguono una procedura per discendenza (si tratta perlopiù di eredi di emigranti italiani verso l’America Meridionale) è evidente che la stabilizzazione dei migranti nel nostro Paese continua ad avvenire al Centro-Nord, dove gli stranieri riescono ad avviare percorsi di integrazione che portano fino all’acquisizione della cittadinanza”.

 Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)