Un accordo che conta. L’accordo con i Sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del personale

La notizia del passo avanti per il nuovo contratto è sicuramente un fatto importante per dare stabilità e maggiore credibilità all’intenzione più volte dichiarata dal ministro di dare centralità al mondo della scuola.

Un accordo che conta. L’accordo con i Sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del personale

Mentre si sta concludendo l’anno scolastico con gli sgoccioli degli esami di Stato e mentre si pensa già all’avvio delle lezioni nel prossimo settembre (tra l’altro anche con la previsione dal 17 luglio della presentazione delle domande per le supplenze), mentre si discute sugli ultimi risultati Invalsi che sono stati ampiamente rilanciati dai media con l’allarme per cui quasi il 50% degli studenti avrebbe difficoltà di lettura e di comprensione, ecco che spunta dal Ministero la notizia dell’accordo con i Sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del personale della scuola.

L’intesa per la firma – spiega una nota di Viale Trastevere – “fa seguito al risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il Ministro e i Sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, ha messo a disposizione della contrattazione collettiva tra Aran e Organizzazioni sindacali, per il rinnovo del Ccnl del comparto Istruzione, risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Fmof), pari a 300 milioni di euro. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio per il personale docente pari a 124 euro al mese”.

Sempre il Ministero precisa che ulteriori provvedimenti riconoscono maggiori tutele al personale precario docente e Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario) anche consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari. Inoltre, sempre in linea con gli impegni dell’accordo politico di novembre, è stata riconosciuto “un ulteriore incremento stabile della Retribuzione professionale docenti (Rpd) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 194,80 euro a 304,30 euro al mese e un ulteriore incremento del Compenso individuale accessorio (Cia) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 79,40 euro a 87,50 euro”.

A parte la curiosa predisposizione del Ministero per gli acronimi e tutta una serie di informazioni tecniche che pure la nota di Viale Trastevere elenca, la notizia del passo avanti per il nuovo contratto è sicuramente un fatto importante per dare stabilità e maggiore credibilità all’intenzione più volte dichiarata dal ministro di dare centralità al mondo della scuola. Non a caso lo stesso Valditara si è espresso con grande soddisfazione: “Il nuovo contratto – ha sostenuto – segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata”. Ha poi aggiunto che “sono state recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente”.

Bastasse un contratto, verrebbe da dire. Però resta il punto segnato nella direzione di una scuola migliore. Stabilità e sicurezza contrattuale, aumento di valore – che si traduce anche concretamente nella retribuzione – vogliono dire istituzione più forte e crescita anche di peso sociale della figura dei docenti e del personale scolastico in generale. Non è poco.

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Fonte: Sir