Ciccarelli (Forum famiglie): “Creare condizioni concrete perché i giovani possano ritrovare la gioia di mettere al mondo dei figli”

La Giornata per la vita (7 febbraio) di quest’anno è indubbiamente contrassegnata dagli effetti della pandemia, che è stata capace di cambiare l’esistenza di ogni abitante sul Pianeta ed ha messo a nudo i problemi che la società travisa spesso come bisogni dell’individuo. Dall’aborto alla violenza di genere, dall’allarme denatalità all’utero in affitto sono tante le minacce per cui ribadire il valore della vita e tutelare i diritti dei più fragili. Con il Sir, Emma Ciccarelli, vice presidente del Forum delle associazioni familiari e consulente familiare, esamina le caselle scoperte su cui riaccendere il dibattito pubblico

Ciccarelli (Forum famiglie): “Creare condizioni concrete perché i giovani possano ritrovare la gioia di mettere al mondo dei figli”

Non c’è vita senza libertà e non c’è libertà senza responsabilità. Parte da qui, dal binomio inscindibile fra vita e libertà il messaggio  della Cei che accompagna la Giornata per la vita (7 febbraio) di quest’anno.

Una Giornata indubbiamente contrassegnata dagli effetti della pandemia,

che è stata capace di cambiare l’esistenza di ogni abitante sul Pianeta ed ha messo a nudo i problemi che la società travisa spesso come bisogni dell’individuo. Dall’aborto alla violenza di genere, dall’allarme denatalità all’utero in affitto sono tante le minacce per cui ribadire il valore della vita e tutelare i diritti dei più fragili. Con il Sir, Emma Ciccarelli, vice presidente del Forum delle associazioni familiari  e consulente familiare, esamina le caselle scoperte su cui riaccendere il dibattito pubblico.

Nel messaggio che accompagna la giornata, la Cei sottolinea il valore della autentica libertà contro una cultura che genera egoismi e derive abortive. Questo è un tema a cui il Forum dedica da sempre attenzione.
La preoccupazione è diffusa per una errata concezione del concetto di libertà percepita come assenza di paletti all’espressione dell’io e in balia solo dei propri sentimenti: un’illusione che definirei “adolescenziale”.

La libertà va di pari passo con la responsabilità,

anche se questo binomio non riusciamo a farlo passare a livello culturale. Le nostre associazioni invece stanno lavorando proprio su questo: non focalizzare la nostra vita solo sui nostri bisogni, ma acquisire orizzonti di senso. Da un anno a questa parte per colpa della pandemia stiamo vivendo la responsabilità di non contagiare gli altri e la responsabilità della salute pubblica.

Forse dovremmo iniziare a guardarci con l’ottica del ‘noi’,

questo ci permetterebbe di recuperare il significato della libertà in modo più veritiero e ci permetterebbe di guardare la vita, sotto tutte le forme e gli stati in cui si presenta, con maggiore senso di lealtà e recuperare pienamente il suo più alto valore.

Il dibattito si è recentemente riacceso con la decisione della Regione Marche di non rilasciare la pillola abortiva nei consultori, andando di fatto contro le direttive del ministero della Salute.
Non solo. Il Forum è recentemente intervenuto riguardo alla pericolosità del farmaco Esmya, che contiene ulipristal acetato così come confermato dall’agenzia italiana ed europea del farmaco. Non si capisce, dunque, come la cosiddetta ‘pillola dei 5 giorni dopo’, che di ulipristal acetato ne contiene ben 30 milligrammi, continui a essere diffusa senza problemi e sia a disposizione anche di ragazze minorenni. Su questo tema ritorna una falsa percezione del concetto di libertà. Si è pensato di liberare le donne da alcuni fardelli del passato dando loro la possibilità di scegliere sulle sorti del feto.

Non ci si è resi conto di aver barattato la libertà di scelta per le donne con un completo scarico di responsabilità da parte della comunità di appartenenza e da parte delle istituzioni.

È una condanna ulteriore: la donna, di fronte a queste scelte, in realtà rimane sola con il proprio problema. Neanche i padri hanno in questo modo più voce in capitolo. La decisione presa dalla Regione Marche mi sembra di buon senso perché non si può mettere in mano alle donne uno strumento senza gli adeguati controlli. La legge 194 ancora non è completamente applicata in quanto non è stata realizzata tutta la parte legata alla prevenzione e all’accompagnamento della donna nella scelta. Alle donne che chiedono l’aborto non viene proposta alcuna alternativa.

Sempre nel messaggio che accompagna la Giornata, viene ricordato che “Un uso individualistico della libertà porta a strumentalizzare e a rompere le relazioni”. Lo si vede nei tanti casi che si contano in Italia di violenza in famiglia sul quale il Forum è intervenuto nettamente, perché la sfida è educativa.

Non possiamo più assistere a legami sentimentali malati. Abbiamo l’obbligo morale come comunità di intercettare queste situazioni e accompagnare le persone coinvolte in un percorso di consapevolezza e di crescita.

Se ci sono segnali che fanno percepire un disagio è importante intervenire prontamente affiancando e accompagnando le persone coinvolte. Il Papa e il cardinal Bassetti ripetono da tempo che ci vuole un accompagnamento delle coppie che duri nel tempo, servono strutture e servizi dedicati per prendere in carico queste situazioni in maniera più diffusa e capillare. Dobbiamo sentirci comunità educante, perché il silenzio e il voltarsi dall’altra parte è una responsabilità grave.

La Consulta si è recentemente pronunciata parlando di un vuoto di tutela dei bambini che vivono con coppie omosessuali. Pensa che ne nascerà una nuova battaglia per ottenere in Parlamento una legge sull’utero in affitto e che nel Paese il dibattito sia maturo?
Il dibattito nel Paese c’è ed è abbastanza trasversale sul tema.

Ci siamo trovate diverse volte insieme, anche con le donne di “Se non ora quando libere”, nel combattere fermamente la maternità surrogata.

Chiediamo da tempo che al centro delle scelte delle istituzioni non ci debba essere il diritto della coppia richiedente, ma del bambino, il soggetto più fragile da tutelare. Davanti a ciò, i diritti degli adulti devono fare un passo indietro. Sui bambini che nascono e crescono in famiglie in cui la coppia è omosessuale la riflessione va fatta, ma mi auguro che il Parlamento non approvi mai una legge che preveda la maternità surrogata. Sul resto, sono del parere che sia importante procedere sempre con scelte nell’interesse del minore.

In Italia allarma il problema denatalità. Per affrontarlo non basta cambiare la cultura della famiglia?
Non solo.

Credo che occorra creare le condizioni concrete perchè i giovani possano ritrovare la gioia di mettere al mondo dei figli.

In Italia oggi il costo di un figlio da zero a 18 anni per un reddito medio è di 171mila euro. Gli sgravi fiscali non riconoscono le spese che la famiglia supporta per un figlio. Siamo uno dei pochi Paesi in Europa che non fa politiche familiari e su questo il Forum insiste perché le istituzioni corrano al riparo. Tra l’altro, i contratti a tempo indeterminato sono sempre più esigui, mentre prevale l’esercito di persone con contratti a tempo o lavoratori autonomi.
Non viene riconosciuto agli italiani un valore premiale, perché un figlio rappresenta la forza nel futuro.Di qui a 40 anni ci ritroveremo una popolazione vecchia e un grosso debito pubblico spalmato su pochi giovani. Rischiamo la catastrofe.

L’allarme viene lanciato continuamente, ma la politica risponde con lentezza. Quanto all’assegno unico per figlio, ci aspettiamo che la decisione di adottarlo vanga presa nei termini assunti dal governo e che sia quantificato in modo tale da recare effettivo sollievo per le famiglie.

Tutti i bonus erogati finora non sono serviti?
Andranno a confluire nell’assegno che andrà a tutti coloro che hanno un figlio dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni. È una scelta di civiltà che hanno già fatto altri Paesi.

Va detto che il debito pubblico aumenterà.
Dipende come si articolerà la spesa per assegno unico.

È una scelta politica di primaria importanza, è un investimento sulle prossime generazioni.

I nostri giovani hanno paura dell’incertezza economica. Incontro tante coppie in questa condizione. Dare loro la sicurezza di un reddito minimo per il bambino può aiutarli ad affrontare più serenamente la scelta.

Elisabetta Gramolini

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Fonte: Sir