Agire contro la fame. La scarsità di cibo colpisce ancora miliardi di persone e si accentua con la pandemia

Il problema dell'alimentazione mondiale si risolve non solo con la tecnica, come si è detto, ma anche e soprattutto con la politica.

Agire contro la fame. La scarsità di cibo colpisce ancora miliardi di persone e si accentua con la pandemia

Non c’è pane per tutti. Anche se in fatto di tecnologie e capacità produttive, il mondo di oggi può vantare tutto ciò che occorre per sfamare abbondantemente l’umanità. Eppure – si sa fin troppo bene -, così non è. L’occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione (il World Food Day 2020 della Fao), che da 75 anni costituisce l’appuntamento per pensare con più attenzione ai guai alimentari del pianeta, quest’anno assume un sapore particolare. La fame nel mondo, infatti, cresce e si diffonde anche nelle economie che si pensavano quasi immuni da questo dramma. E’ l’effetto di vecchi problemi che si sono uniti a quelli generati dalla pandemia di Covid-19.

Bastano pochi dati per capire. Le difficoltà nella produzione alimentare, hanno fatto aumentare i prezzi dei cibi il cui acquisto è diventato ancora più difficile di prima per fasce più ampie di popolazione. Secondo i coltivatori diretti, negli ultimi tempi sono stati osservati anche quattro rincari al mese nelle quotazioni agroalimentari. Sulla base di dati Fao, il rincaro medio rilevato a settembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019 è stato pari al 5%. E non si tratta di una media determinata dai prezzi di prodotti per pochi fortunati. Quella che i coltivatori chiamano “bolletta alimentare globale” cresce soprattutto a causa dei prezzi dei cereali come grano e mais che – ha evidenziato in Italia Coldiretti – hanno fatto segnare aumenti del 13,6% nell’ultimo anno. Stessa sorte nel mondo: le quotazioni internazionali del mais sono cresciute, ma sotto pressione al rialzo sono anche i prezzi mondiali del burro e dei formaggi e anche le quotazioni della carne di pollo.

La fame nel mondo, quindi, sta crescendo. Sulla Terra, sostengono sempre i coltivatori diretti, si stima che quasi 690 milioni di persone abbiano sofferto la fame nel 2019 ma, è stato detto, “il numero è destinato a crescere per effetto dell’emergenza coronavirus che ha sconvolto i sistemi economici e cancellato milioni di posti di lavoro. La pandemia di Covid-19 potrebbe far sprofondare nella fame cronica ulteriori 130 milioni di persone entro la fine del 2020 con la mancanza di cibo che colpisce nuove fasce della popolazione sia nei paesi ricchi che in quelli meno sviluppati”.

Ma non è tutto. Prima dell’esplodere di Covid-19, e anche adesso, il mondo dell’alimentazione ha sofferto e soffre di una serie di paradossi inaccettabili. Oltre ai quasi 700 milioni di persone alla fame, ha osservato Confagricoltura, vi sono “2 miliardi di individui malnutriti mentre, d’altro canto, una persona su 8 nella nostra civiltà occidentale soffre di obesità o di malattie connesse alla cattiva o eccessiva alimentazione”. Questione di educazione, forse, ma anche di distribuzione e di equilibri commerciali e politici tutti da rivedere. Per questo, il tema di quest’anno della giornata Fao – “Coltivare, nutrire, preservare. Insieme” -, è assolutamente calzante visto che evidenzia lo stretto legame che c’è tra alimentazione, nutrizione, salute ed equilibri sociali.

Insomma, il problema della alimentazione mondiale si risolve non solo con la tecnica, come si è detto, ma anche e soprattutto con la politica. Che si trova davanti una questione resa più complessa proprio da Covid-19. Il dilagare del virus, infatti, ha detto chiaro a tutti che l’agricoltura e la produzione alimentare sono ancora oggi – nell’epoca della digitalizzazione a tutti i costi -, strategiche per tutti. Conta, per fortuna, ancora più il pane che un microchip. Il rinvigorirsi della politiche protezionistiche e delle guerra commerciali, dice molto a questo proposito. Si tratta di uno scenario nel quale l’Italia ha delle importanti carte da giocare. Ma da sola l’Italia non basta di certo. Rimane l’indicazione di fondo: è vero che l’umanità non vive di solo pane, ma la sua mancanza non può essere più accettata. Da nessuno.

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Fonte: Sir