Bambini durante il lockdown: irritabili ma più affettuosi con genitori e fratelli

Indagine condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Lombardia in collaborazione con l’Università Bicocca. E i genitori? Il 60% afferma di aver vissuto “alti e bassi” e il 14,5% che “non ne poteva più”. 

Bambini durante il lockdown: irritabili ma più affettuosi con genitori e fratelli

Il bicchiere mezzo vuoto è che durante il lockdown erano più irritabili, capricciosi e svogliati. Il bicchiere mezzo pieno è che hanno migliorato il loro rapporto con i genitori e i fratelli. Per chi ha figli piccoli, da zero a dieci anni, quelle del lockdown sono state settimane decisamente difficili. E ora c'è una ricerca, condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP Lombardia) con la collaborazione dell’Università di Milano-Bicocca e di “Bambini Bicocca”, spin off dello stesso ateneo, che mette nero su bianco quanto vissuto da migliaia di genitori. L'indagine, “Bambini e lockdown, la parola ai genitori” ha coinvolto più di 3mila famiglie – di cui la quasi totalità (93 per cento) madri con un titolo di studio medio alto - con bambini di questa fascia d’età residenti in tutte le province della Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia Covid-19.

Il quadro che emerge evidenzia da un lato una “sostanziale tenuta” sia da parte dei bambini nell’accettare le limitazioni (l’80,6 per cento dei bambini più piccoli ha “accettato le limitazioni”, seguito dall’83,3 per cento dei bambini più grandi) sia dei genitori (il 60,4 per cento delle madri dei piccoli e il 54,4 per cento di quelle dei bambini più grandi dice di “avercela fatta” con “alti e bassi”, mentre rispettivamente il 14,5% e il 19,6% “non ne poteva più”) ma dall’altro anche molteplici fonti di forte preoccupazione: alimentazione, sonno, attenzione, irritabilità, paure.

I genitori dei bambini più piccoli (1-5 anni) hanno riscontrato innanzitutto maggior irritabilità e un aumento dei capricci (oltre l’81 per cento), anche se sottolineano un miglioramento delle relazioni con i loro bambini (40,8 per cento) e tra i fratelli (32,8 per cento) e nello sviluppo linguistico (50 per cento). Due aspetti fondamentali nella crescita, come alimentazione e sonno, hanno subito rilevanti alterazioni: da un lato, si è riscontrata una riduzione di appetito (32 per cento) spesso però accompagnata da un aumento del consumo di snack (44,5 per cento); dall’altro, con una riduzione delle ore di sonno (37,4 per cento) e un aumento della frequenza dei risvegli notturni (oltre il 40 per cento). Inoltre, a preoccupare i genitori, un incremento considerevole (lo afferma il 66,6 per cento) della fruizione della televisione, un calo dell’attenzione che sfocia in svogliatezza (54,6 per cento) e un uso massiccio delle tecnologie digitali.

Ben l’83 per cento dei genitori dei più grandicelli (6-10 anni) ha riportato che il bambino ha accettato le limitazioni imposte dall’emergenza, dimostrando grande resilienza. Altro dato positivo, un miglioramento complessivo dei rapporti in famiglia: con i fratelli (lo segnalano oltre il 30 per cento) e con i genitori (38 per cento). Al contrario dei più piccoli, in relazione alle abitudini alimentari, nel 46,7 per cento dei bambini di questa fascia d’età si è riscontrato un aumento di appetito e di consumo di snack. Alterazioni che si sommano alle difficoltà ad addormentarsi (72,4 per cento) e ai risvegli notturni (30 per cento). Anche i genitori dei bambini più grandi hanno notato nei figli un comportamento più irritabile, unito a manifestazioni di rabbia (68,2 per cento) e una bassa e frammentata attenzione (83 per cento).

Alla domanda finale “Quali sono le preoccupazioni per il futuro?”, su 1688 risposte di genitori di piccoli e 1703 risposte di genitori di bambini più grandi, ne emergono due ricorrenti: come sarà la scuola e come saranno “relazioni sociali tra pari”.

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)