Coronavirus. Il Veneto vara il piano straordinario di sanità pubblica. A regime 20 mila tamponi al giorno. Lo guiderà il prof Crisanti

Più volte annunciato come piano "tamponi a tappeto" da ieri, grazie alla collaborazione con l'Università di Padova, in Veneto è operativo un progetto che si propone di individuare il maggior numero possibile di cittadini positivi asintomatici per bloccare il contagio da Coronavirus

Coronavirus. Il Veneto vara il piano straordinario di sanità pubblica. A regime 20 mila tamponi al giorno. Lo guiderà il prof Crisanti

Siamo di fronte alla Pandemia del secolo, il più grande shock dopo la seconda guerra mondiale, come ha detto il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto. E le pandemie, più che con gli ospedali, si battono con la quarantena e con la sorveglianza attiva sul territorio, ha aggiunto Andrea Crisanti (qui la nostra intervista del 26 febbraio), direttore del laboratorio di Microbiologia dello stesso ateneo, a cui Luca Zaia ha affidato le chiavi del progetto ambizioso con cui si ripropone di abbattere i contagi da Coronavirus in Veneto.
Quello che nelle scorse settimane è stato più volte annunciato come il piano “tamponi a tappeto” grazie alla collaborazione tra l’università e la Regione oggi è operativo e fra tre settimane sarà al massimo della sua capacità, riuscendo ad analizzare ben 20 mila test al giorno.
Ma come funzionerà? Chi eseguirà i prelievi? Chi li analizzerà?

La strategia è semplice: scovare sul territorio tutti i malati asintomatici, che possono diventare un potente veicolo per il virus pur senza esserne consapevoli. Come fare? Ogni volta che un cittadino si rivolgerà al proprio medico di famiglia rappresentando sintomi ascrivibili a Covid-19 personale dei dipartimenti di prevenzione delle nove Ulss venete e delle aziende sanitarie si presenteranno a domicilio, sottoporranno la persona a tampone, e se positivo allargheranno i test a cerchi concentrici su famigliari, vicini, amici, colleghi mettendo tutti i positivi in quarantena. In parallelo, verranno sottoposte al test le categorie di persone più esposte e vulnerabili, a partire dal personale sanitario e dai 30 mila ospiti delle 360 case di riposo per anziani della regione, fino ad allargare il raggio d’azione alle cassiere dei supermercati, ai tabaccai e al personale delle poste.
Saranno ben 714 i professionisti del sistema sanitario coinvolti nel progetto, di cui 121 medici, 30 specializzandi, 43 studenti, 277 assistenti sanitari e 128 infermieri.
La capacità attuale della struttura regionale di analizzare 2.200 tamponi al giorno già questa settimana sarà raddoppiata e la prossima aumenterà ancora, grazie all’arrivo di un nuovo macchinario («Ce lo andiamo a prendere con l’aereo», ha chiosato Zaia ricordando le 500 mila mascherine dirette al Veneto che si sono volatilizzate in Svizzera la scorsa settimana), fino al picco massimo di 20 mila al giorno fra tre settimane.

«Nei prossimi giorni quindi mi aspetto di vedere crescere di molto il numero dei positivi – ha detto Crisanti – e contemporaneamente che si stabilizzi il numero dei ricoverati e dei ricoverati in terapia intensiva». La logica l’ha spiegata Rosario Rizzuto, rettore dell’università di Padova e docente di patologia generale: «Tutta la nostra attenzione è focalizzata sulla parte più alta della piramide, dove registriamo i decessi e i ricoveri, in terapia intensiva o meno. Oggi noi andiamo ad agire sulla base, dove classifichiamo l’80 per cento di chi contrae il virus, gli asintomatici. Impedendo loro di trasmettere il Covid-19, anche ricoveri e decessi scemeranno». E a testimoniare l’impegno dell’ateneo, Rizzuto ha spiegato come tutti i laboratori scientifici universitari padovani oggi stiano dirottando su questo progetto la loro attività, mentre 400 medici neolaureati che avrebbero dovuto svolgere il tirocinio abilitante presso medici di medicina generale saranno invece impegnati nelle chiamate di controllo ai pazienti in isolamento fiduciario.

I numeri di oggi continuano a descrivere la situazione preoccupante dei giorni scorsi con 5.500 positivi in Veneto, 1.487 ricoverati di cui 281 in terapia intensivam 192 deceduti e 329 dimessi. «Non siamo di fronte a un’influenza – ha sottolineato ancora una volta Luca Zaia – 1.400 lettoi significa due ospedali di provincia pieni di pazienti Covid. Sono 64 mila i tamponi effettuati finora e grazie a questi abbiamo 15 mila cittadini in isolamento fiduciario. Continuiamo a essere aggressivi contro il virus. Dopo un fine settimana importante (il primo con i supermercati chiusi la domenica e l’obbligo di rimanere entro i 200 metri dalla propria abitazione per spostamenti non giustificati da serie motivazioni, ndr) chiediamo ai veneti ancora sacrifici. D’altra parte la prima cura siamo noi, con il nostro comportamento».

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