In-Difesa. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

IN-DIFESA – La donna vittima di violenza. Sensibilizzare, informare, prevenire è il titolo dell’incontro promosso dal CIF (Centro italiano femminile) di Padova in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donnesabato 25 novembre 2023.

In-Difesa. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Un appuntamento che si colloca a pochi giorni dal dramma che ha visto protagonista la giovane Giulia Cecchettin, a cui il Cif Padova desidera dedicare questa giornata, stringendosi accanto a familiari e amici.

La mattinata di riflessione che ha il patrocinio della Diocesi di Padova e dell’Ordine delle psicologhe e psicologi del Veneto, intende proporsi come occasione – come sottolinea il sottotitolo – per sensibilizzare, informare, prevenire.

La mattinata di sabato 25 novembre 2023, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si terrà al Centro universitario padovano di via Zabarella 82 a Padovacon inizio alle ore 9. Dopo i saluti istituzionali vedrà una prima parte con gli interventi di Erika D’Incau, presidente Cif Padova (In-Difesa delle donne); don Giorgio Bezze, direttore della pastorale universitaria e della scuola e direttore del centro universitario (La felicità… una casa a cui tornare); Finizia Scivittaro, psicanalista, vicepresidente Cif provinciale di Padova (Studentesse e studenti nelle maglie della violenza). Ci sarà quindi un inserto cinematografico proposta da Luca Di Lorenzo, presidente del CUC Cinema Uno cui seguirà un primo momento di dibattito e l’intervento di Marisa Galbussera, psicanalista, vicepresidente Cif provinciale di Padova (Menage à trois, un caso di violenza).

Nella seconda parte della mattinata (ore 10.40 circa) prenderà la parola Federica Turlon, avvocato e membro dell’équipe del consultorio socio educativo Cif (La tutela delle vittime di violenza di genere: il codice rosso); quindi un secondo intervento cinematografico per passare poi la parola al direttore del consultorio socio educativo Cif, Davide Natta (La violenza non ha genere) e concludere con una riflessione sulla Dipendenza affettiva a cura di Maria Grazia Giacomazzi, psicanalista, presidente della seziona comunale di Padova del Cif.

Modera la mattinata Sara Melchiori, giornalista.

L’incontro a ingresso libero (con iscrizione consigliata: segreteria@cifpadova.it, 049 8771741) sarà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook del Consultorio familiare CIF

Un impegno, quello sul fronte del contrasto alla violenza di genere, che il Centro italiano femminile di Padova porta avanti da oltre 50 anni: dal 1960 con iniziative cultuali, sociali e in rete con altre istituzioni e nel 1972, con l’istituzione del consultorio socio educativo.

«Il cuore delle attività del CIF, delle sue proposte e manifestazioni – sottolinea la presidente provinciale Erika D’Incau – è fin dall’atto della sua fondazione, la diffusione di una cultura della parità, del rispetto e dell’uguaglianza di genere. L’associazione è da sempre impegnata nel promuovere l’emancipazione, l’autonomia e l’indipendenza del femminile, ma c’è ancora moltissimo da fare, sia sul versante della prevenzione e della sensibilizzazione, che su quello della cura delle donne vittime di violenza e dei loro figli, che, purtroppo, spesso assistono a scene traumatiche».

«Grazie al consultorio socio educativo – spiega la vicepresidente provinciale Finizia Scivittaro – il Cif è intervenuto in maniera più specifica sul versante clinico, attraverso l’attivazione di azioni mirate come la consulenza psicologica, morale, educativa, legale, sociale, socio assistenziale e nutrizionale. Ha promosso e sviluppato proposte e azioni capaci di aiuto, mirate al tema della violenza, entrando sempre più in relazione con le istituzioni a livello provinciale fino ad arrivare all’attivazione del progetto “Antiviolenza” nel 2017, sostenuta al suo avvio dalla Fondazione Cariparo che ci ha permesso, di istituire il Servizio “antiviolenza”, tuttora attivo presso in nostro consultorio. Servizio che prende in carico donne vittime di violenza sia italiane che straniere e dei loro familiari, ma anche uomini maltrattati nei confronti dei quali vengono attivati percorsi ad hoc».

Alcuni dati.

Le forme di violenza sulle donne sono svariate. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità ci dicono che nel mondo una donna su tre subisce una violenza di qualche tipo. In Italia viene uccisa una donna ogni 60 ore: oltre 3mila donne uccise dal 2000. Nel 2023, con l’uccisione recente di Giulia Cecchettin si è arrivati a 105.

Le statistiche dicono che il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale; il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale; il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Le donne straniere hanno subito violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente tra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri. Le donne moldave, rumene e ucraine subiscono più violenze.

Nel 2020, nel periodo del lockdown, gli omicidi di donne, nell’ambito familiare e domestico sono triplicati. Ogni due giorni una donna è stata uccisa (44 per l’esattezza ) in famiglia. Le chiamate al numero antiviolenza 1522 nel periodo 1 marzo-16 aprile 2020 sono state 5.031, il 75% in più rispetto al medesimo periodo del 2019.

In Veneto: il 62% dei casi vede coinvolti i coniugi o i partner conviventi e non conviventi delle donne, all’interno quindi di relazioni in corso. Il 22% circa della violenza è generata da relazioni concluse a causa dell’ex coniuge o partner. Le strutture attive per il trattamento dei maltrattanti sono sette, tutte aperte negli ultimi sei anni e prevalentemente gestiti dal terzo settore. Nel 2019 le prese in carico dei maltrattanti, complessive, sono state 215, delle quali 149 attivate nell’anno, su 193 richieste di primo contatto, ricevute spontaneamente o tramite il partner o il Tribunale, la ULSS o altri soggetti istituzionali. Il 16% degli uomini seguiti ha già precedenti per violenza.

Secondo il Report Rilevazione Strutture Regionali Anno 2020 in Veneto ci sono 25 centri antiviolenza distribuiti nel territorio regionale ed esiste un CAV ogni 100.000 donne e si è registrato, nel 2019, una donna “presa in carico” ogni 789 donne residenti. Le province con più casi di donne prese in carico risultano essere quella di Venezia (804) Vicenza (610) Padova (608). Un contatto su tre si traduce in un’effettiva presa in carico. Delle donne prese in carico, più della metà hanno un’età compresa tra i 31 e i 50 anni, con una prevalenza delle donne italiane del 67%. Le donne coniugate sono quelle più numerose. Il diploma di scuola secondaria di secondo grado è il titolo di studio più frequente. La maggior parte delle donne prese in carico ha figli (71%). Dei 2.740 minori censiti, 1.785 sono stati vittime di violenza assistita (circa il 65%), le fasce d’età 0-6 e 7-13 anni. La violenza più frequentemente riferita dalle donne prese in carico è quella psicologica (2.657) seguita da quella fisica (2.039). Le denunce alle forze dell’ordine sono in leggero aumento sia in termini assoluti che relativi: 952 denunce. Il 97% degli autori delle violenze sono maschi. L’ambito relazionale e affettivo è la minaccia principale per le donne vittime di violenza: il 62% dei casi vede coinvolti i coniugi o i partner conviventi e non conviventi delle donne, all’interno quindi di relazioni in corso. Il 22% circa della violenza è generata da relazioni concluse. Quindi l’82% dei casi della violenza riguarda le relazioni affettive.  

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