Migranti. Chiuso l’Ospedaletto del Cpr di Torino: accolta la raccomandazione del Garante
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale aveva effettuato una visita di follow up al Centro di Torino a seguito del suicidio, all’interno del Cpr, del cittadino guineano Balde Musa. L’indicazione è venuta dal ministero dell’Interno, che ha recepito la raccomandazione del Garante
Accolta la raccomandazione del Garante nazionale di chiudere il settore “Ospedaletto” del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Torino per l’alloggiamento di persone. L’indicazione è contenuta nella risposta del Ministero dell’Interno al rapporto del Garante nazionale sull’ultima visita al Cpr di Torino del 14 giugno scorso, rapporto reso pubblico oggi sul sito del Garante stesso unitamente alla risposta pervenuta.
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale aveva effettuato una visita di follow up al Centro di Torino a seguito del suicidio, all’interno del Cpr, del cittadino guineano Balde Musa. Una visita tesa a raccogliere informazioni sulla vicenda stessa e a verificare le implementazioni delle raccomandazioni formulate dal Garante nei suoi precedenti rapporti (2017-2018-2019).
È proprio questa la più urgente delle dieci raccomandazioni del Garante nazionale alle autorità competenti: la richiesta di chiusura immediata dell’area del cosiddetto “Ospedaletto”, utilizzato per l’isolamento sanitario dei migranti trattenuti, ma anche impropriamente per altre ragioni, e dove lo stesso Balde Musa era alloggiato al momento del suicidio.
“Una struttura del tutto inadeguata e priva dei requisiti essenziali per le esigenze sanitarie”, scrive il Garante. Nel rapporto, il Garante ha valutato “che l’alloggiamento all’interno dell’area ‘Ospedaletto’ del Cpr di Torino configuri un trattamento inumano e degradante e che tale valutazione possa essere condivisa dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo (Corte Edu), qualora adita, esponendo così il Paese alle relative conseguenze”.
Il Garante nazionale prende poi atto con soddisfazione della decisione di interdire l’utilizzo dell'“area “ospedaletto”, ritenuta inadeguata alle esigenze di carattere sanitario. “Restano alcuni punti aperti su cui è necessario intensificare l’interlocuzione per superare le criticità e trovare soluzioni che soddisfino le esigenze delle istituzioni che tutelano i diritti delle persone trattenute. Tuttavia, l’articolata risposta del Ministero dell’Interno conferma la positiva collaborazione in essere con l’Autorità di garanzia”, si afferma.