Migranti. Le riammissioni annunciate dal Governo verso la Slovenia sono state un flop

I dati inediti trasmessi dal ministero dell'Interno ad Altreconomia mostrano che quasi tutte le riammissioni “proposte” dall’Italia tra dicembre 2022 e metà marzo 2023 sono state rifiutate da Lubiana: ben 167 sulle 190 “tentate” dalle autorità di frontiera italiane. “Non potendo compiere le riammissioni ordinate dall’alto perché palesemente illegali, le autorità di frontiera hanno dovuto così virare sui provvedimenti di espulsione”

Migranti. Le riammissioni annunciate dal Governo verso la Slovenia sono state un flop

Le “riammissioni” attive dei migranti verso la Slovenia annunciate dal governo italiano a fine 2022 sono state un flop. E’ quanto emerge dai dati inediti trasmessi dal ministero dell'Interno ad Altreconomia e che mostrano infatti che quasi tutte quelle “proposte” dall’Italia tra dicembre 2022 e metà marzo 2023 sono state rifiutate da Lubiana: ben 167 sulle 190 “tentate” dalle autorità di frontiera italiane.
“L’annuncio trionfale delle riammissioni rivela la sua autentica natura - commenta Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà di Trieste e membro della rete RiVolti ai Balcani -: un annuncio politico volutamente vago che celava la consapevolezza che quelle pratiche erano e restano illegali”.

“Non potendo compiere le riammissioni ordinate dall’alto perché palesemente illegali ma essendo costrette al contempo a dar l’idea del ‘pugno duro’, le autorità di frontiera hanno dovuto così virare sui provvedimenti di espulsione”, afferma Altreconomia. Che aggiunge: “Lo dimostrano i dati relativi ai provvedimenti di espulsione e allontanamento trasmessi dalla prefettura di Trieste: tra la fine del 2022 e il primo trimestre 2023 ne sono stati adottati oltre 650, di cui oltre 500 a carico di persone in fuga dall’Afghanistan e giunte a Trieste dalla ‘rotta balcanica’. Un numero impressionante se confrontato con i mesi precedenti e che risponde appunto alla necessità di dar seguito, anche solo sulla carta, alle indicazioni governative. Indicazioni disposte a tutto, anche a negare l’evidente bisogno di protezione di persone tecnicamente inespellibili, e che sollevano forti dubbi sulla corretta attività informativa in tema di diritto d’asilo condotta dalle autorità di frontiera”.

"L’indiscutibile condizione di estremo pericolo in cui si trova oggi qualsiasi cittadino afghano che sia fuggito dal suo Paese configura l’assoluta proibizione di emettere nei suoi confronti un provvedimento di espulsione verso il suo Paese - denuncia ancora Schiavone-. Tutto ciò era pienamente noto alla prefettura di Trieste che però ha agito in contrasto con la normativa e alla quale andrebbe dunque chiesto di fornire precise spiegazioni di tale condotta”.

“Centinaia di persone alla frontiera hanno così affrontato in questi mesi le sorti più diverse. Ma non per l’applicazione di norme - e delle loro relative garanzie- quanto per l’obbedienza a ordini e umori del governo”, conclude Altreconomia. E Schiavone aggiunge: “La certezza del diritto è totalmente assente. Siamo in una sorta di terra di nessuno dove ogni irregolarità diviene sempre possibile e l’arbitrio diventa l’unica certezza”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)