Natale al Carmelo di Monselice. «Si respira speranza e vicinanza al Signore»

Un senso di ritiro e solitudine, a cui si accosta anche un aspetto bello e festoso, accompagna l’Avvento nel monastero della comunità di monache carmelitane scalze di Monselice, nella nostra Diocesi dal 1951.

Natale al Carmelo di Monselice. «Si respira speranza e vicinanza al Signore»

La cura della liturgia, il canto delle lodi, degli inni, dei vespri che nel silenzio della vita conventuale porta nel clima dell’attesa, sono un altro aspetto di questo momento dell’anno.

«Un particolare della nostra tradizione monastica – racconta suor Maria dell’Incarnazione, una delle otto sorelle attualmente presenti a Monselice – è la statua del Bambino Gesù, posta a inizio Avvento in un atrio del convento e che ci accompagna fino all’Epifania. Ogni sera, prima di compieta, in processione con canti di devozione che richiamano l’attesa, il Bambino viene portato alla cella di una sorella che va in ritiro fino alla sera successiva e poi di nuovo in processione, fino a un’altra cella. Un tempo eravamo in tante e coprivamo tutti i giorni dell’Avvento. La mattina della vigilia una volta si cantava il martirologio e si annunciava così la nascita di Gesù Bambino: era una tradizione molto solenne. La vigilia è anche il momento in cui ci si fa gli auguri di Natale perché l’annuncio è stato dato. Poi la sera, nell’attesa dell’ufficio notturno, si va in mezzo al monastero e si fa l’annuncio ai quattro angoli del mondo e infine la madre superiora sale al punto più alto del convento e con il Bambino benedice tutti i luoghi».

Tradizioni che restano intatte, nonostante le vocazioni in calo, e portano un clima molto gioioso e solenne, che va di pari passo con i momenti di meditazione interiore e preghiera individuale e comunitaria, propri del carisma dell’ordine. «In questo periodo riceviamo anche molte persone – afferma suor Maria dell’Incarnazione – che ci confidano i loro dolori, le malattie, le disgregazioni che vivono, riversano le pene del cuore, ci affidano i loro pesi, le loro grandi sofferenze. Ma si respira anche un senso di speranza e di vicinanza al Signore. Noi portiamo una preghiera fiduciosa che parla di un Dio presente, che non dimentica e questo è anche il messaggio del Natale: Lui viene a sollevarci, a darci motivo di speranza, una luce che c’è e non manca mai».

A Natale, il tempo per un nuovo germogliare

Il pensiero di suor Maria dell’Incarnazione: «Questo mondo che barcolla ci fa toccare la nostra piccolezza, il cuore si perde, ma a Natale dobbiamo far spazio alla bellezza della santità, allo stupore, far germogliare cose nuove, perderci, come faceva Giovanni della Croce, sacerdote dell’ordine, nella tenerezza di questo momento».

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